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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

01 ottobre 2019

I Pilastri di una piattaforma della felicità: DiPrIs

[B O Z Z A, in corso riordinamento e correzione.]
Vilfredo Pareto, nella Teoria della circolazione delle elette[1], contenuta nel Volume III del Trattato di Sociologia Generale (parte del Fenomeno sociale totale, da § 2023 a § 2059), evoca molti eventi storici da lui ritenuti significativi per sostenere le sue argomentazioni.

Da esse scaturisce che la storia segue un percorso continuo di fatti, alcuni dei quali si manifestano come eventi che demarcano biforcazioni. Basta ripercorrere la lista dei capi di governo italiani dal 1921 al 1945: Bonomi, Facta, Mussolini, Badoglio, Bonomi. I dueBonomi sono la stessa persona di nome Ivanoe!

Ecco dunque, spiegata la Circolazione delle elette senza che si aggiunga nulla per ritenerla effetto dell’evoluzione della democrazia italiana dal fascismo al cattocomunismo, sino ad oggi che viviamo tra i tanti regimi liberal-sociali, di centro, di destra e di sinistra avvolti da ideologie sovraniste e populiste entrambe dominanti sulla volontà dei deboli, nel Popolo.

Secondo me, gli eventi sono “follie” commesse da personaggi che compaiano e scompaiano, singoli o in gruppo, che formano appunto “elette circolanti” e, in qualche caso, “nuove elette.
Col recente rinnovo di fedeltà italiana al Patto atlantico espresso da Conte, poco dopo al suo insediamento alla  Presidenza del Consiglio dei Ministri, appare chiaro che le nostre Elette circolanti sono quelle che si sono succedute dalla Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America[2] del 4 luglio 1776 e quelle nuove, sono invece quelle che s’aspetta di veder sorgere, da ora, come il sole all’aurora.

Gli Autori del passato, in grado di immaginare lo scenario di oggi, furono gli attori degli eventi che causarono le follie, tra i quali: Gian Battista Vico (1668-1744) con la sua Teoria dei corsi e dei ricorsi; Giammaria Ortes (1713-1790) secondo il quale il valore secondo opinione sarebbe la media tra la sommatoria dei diversi oneri di ricchezza (a, possesso; b, acquisto; c, potere a disposizione) e i loro detentori n; ossia (a + b + c )/n significa che se tutti gli uomini sono uguali, gli uni rispetto agli altri in termini di ricchezza, nell'insieme tutti valgono zero; Cesare Beccaria (1738-1794) giurista ed ecomomista citato da Adamo Smith nella sua formulazione dell'economia che oggi viene ancora definita classica;  Gaetano Filangeri (1752-1781) inventore del Diritto alla Felicità; e lo stesso Vilfredo Pareto (1848-1923), appunto con la Teoria della circolazione delle elette e tanti altri che di tutto hanno argomentato sulla felicità come benessere, ricchezza, bellezza e amore, ma nessuno, oltre a quelli citati, seppe dare al diritto alla felicità un contorno tale da contenerlo nell'ambito delle libertà strettamente personali gestite in osservanza di paradigma esistenziale estraneo a conflitti di interesse politici e sindacali rilevanti.

A questi grandi Autori occorre aggiungere:
  • Benedetto Croce (1866-1952) che dichiarò che ognuno deve imparare a vivere nei tempi suoi, senza insistere negli errori del passato: … il filosofo, voglia o non voglia, non può saltar fuori dalle condizioni storiche in cui vive, o fare che ciò ch'è avvenuto prima di lui non sia avvenuto.
  •  Antonio Gramsci  (1891-1937) Gramsci intese la prassi come funzione dell'egemonia delle classi dominanti che impongono i propri valori politici, intellettuali e morali a tutta la società, con l'obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso da tutte le classi sociali, comprese quelle subalterne.
  • Ludwig Wittgenstein (1889- 1951) alle radici della felicità che si scoprono imputando solo all'uomo la prima proposizione del suo Tractatus logico-philosophicus da "Il mondo è tutto ciò che accade" a "Il mondo è tutto ciò che accade all'uomo nella natura"
·          
  • Giovanni Demaria (1889-1998) nella sua opera monumentale essenzialmente costituita:
o   dai Materiali per una logica del movimento economico:
§  Vol. I, Molfasi, Milano 1953;
§  Vol. II, Gli Entelechiani, La Goliardica, Milano 1955;
§  Vol. III, Le basi stocastiche dell'induzione economica, La Goliardica, Milano 1956;Vol.
§  IV, I Propagatori, La Goliardica, Milano 1957; Vol.
§  V, Le Teorie dello Sviluppo economico dai classici ad oggi, La Goliardica, Milano 1958.
o   Dal Trattato di logica economica;
§  Vol. I, La Catallattica, 1962;
§  Vol. II, Il sistema produttivo, 1966;
§  Vol. III, L'esogenicità, 1974

Sino al secolo scorso le follie erano scarsamente visibili ed erano confuse tra il naturale succedersi di cause ed effetti dissociati tra economia, politica e società.
Ora, invece, s’inizia a percepire che la fenomenologia socioeconomica risente di molti fattori di discontinuità, ma ancora in pochi accettano di considerare economia e socialità sono interdipendenti e sensibili al manifestarsi delle discontinuità, cesure e biforcazioni che originano le deviazioni che nascano da diramazioni storiche non sopite.
Il disagio dell’obsolescenza è il male del primo ventennio del nuovo millennio. Sino al secolo scorso, gli effetti furono contenuti a livello Paese attraverso l’emancipazione delle maestranze ottenuta nell’ambito della stessa impresa (clamoroso fu il caso della nazionalizzazione di un migliaio di piccole e medie imprese elettriche italiane confluite nell’Enel nel 1963 e la sua privatizzazione nel 1992 con quotazione delle azioni alla Borsa di New York).
La prima generazione di questo millennio ha di fronte a sé uno scenario completamente diverso assimilare il progresso tecnologico nella condizione di analfabeta funzionale in un ambito sociale che vive ancora nel regime di lotta di classe, laddove la classe media diventa povera e i ricchi hanno molto ma non possiedono nulla.

Oscillazioni

Ricopio alcuni paragrafi del capitolo XII della Teoria generale della società, dove Pareto espone alcune sue importanti considerazioni.
C’è solo da premettere che il testo tratta delle oscillazioni tra residui[3]determinanti di classe prima (Istinto delle combinazioni) e classe seconda (Persistenza degli aggregati) pensati, i primi come Forze d’impulso, e i secondi come Forze neutralizzanti, osservati in diverse epoche storiche. E’ interessante notare come queste sue osservazioni fossero influenzate dal pensiero del tempo e quindi considera di prima classe residui non propriamente tali nel nostro tempo. Tra gli altri riportati, Pareto vede:
(…) la Rivoluzione Francese trasformarsi da democratica e umanitaria a patriottica e guerriera sotto Napoleone, e cattolica sotto Luigi XVIII. Il punto più alto della curva tra i residui della classe II e i residui di classe I si era raggiunto in Europa, poco dopo il 1815; e la veste era quasi dappertutto cristiana (§2386).
(…) Ma tali movimenti sono essenzialmente ondosi, quindi si ebbe da capo un movimento della scesa della curva. Esso fu celere, perché corrispondeva ad una nuova onda rapida e potente di prosperità economica: la produzione economica si trasformava, nascevano e prosperavano la grande industria, i larghi commerci, la finanza internazionale. I residui della classe prima tornano a poco a poco padroneggiare ed i positivisti, i liberi pensatori, gli intellettuali del secolo XIX, tornano all’usata opera di sgretolare l’edifizio dei “pregiudizi”, dimostrandosi eredi dei filosofi del secolo XVIII; non combattono in nome del paganesimo, come combattevano gli umanisti, né in nome del senso comune, come facevano i filosofi del secolo XVIII, ma alzano i vessillo di santa scienza. (§2387)

(…) Non è per niente dimostrato che tali oscillazioni seguano intorno ad una linea a b corrispondente ad una proporzione costante tra i residui della classe II e quelli della classe I, e non piuttosto intorno ad una linea m p che indica che tale proporzione va scemando; all'opposto, moltissimi fatti ci inducono a credere che quest'ultima linea m p indichi l'andamento generale e medio del fenomeno. Abbiamo veduto che le classi dei residui mutano lentamente ma che non sono costanti, e quindi l'andamento indicato dalla linea m p non è per nulla contrario alle proprietà dei residui.
D'altra parte, se si paragona lo stato delle società nostre a quello delle società greco-romane, appare subito manifesto che, in molti rami dell'umana attività, come sarebbero le arti, le scienze, la produzione economica, i residui della classe I e le deduzioni della scienza logico-sperimentale hanno certamente cacciato indietro i residui della classe II. Nell'attività politica e sociale, ciò appare meno chiaro, e forse tale effetto è molto debole; ma questa è solo parte dell'attività umana, e considerando tale attività nel suo complesso, si può concludere sicuramente che i residui della classe I e le deduzioni della scienza logico-sperimentale hanno accresciuto il campo [in cui dominano;] e che anzi, a ciò è in gran parte dovuta la diversità dei caratteri delle società nostre, paragonate a quelle antiche della Grecia e di Roma. (§2392)

Enzo Rutigliano, in Teorie sociologiche classiche (Bollati Boringhieri - ISBN 88-339-5655-5 - 2001), al capitolo VII dedicato a Vilfredo Pareto, riferendosi a questo illustre sociologo in ordine ai residui che rappresentano le costanti immutabili che si riscontrano in tutte le società, sostiene che si "potrebbe pensare che il sistema sociale sia statico, che non muti".
E invece, per cause in parte note e in parte sconosciute, ma di cui alcune sembrano appartenere alla natura psicologica dell'uomo, il movimento morale e religioso è ritmico, così come il movimento economico.
Il ritmo di quest'ultimo movimento dà luogo alle crisi economiche, che ai tempi nostri sono state studiate con cura e sono assai ben conosciute. Il ritmo del primo movimento, al contrario, è spesso passato inosservato; tuttavia, basta percorrere la storia per riconoscerlo molto distintamente (V.Pareto - I sistemi socialisti - UTET Torino; pag. 148 sg.)
Rutigliano continua nel rilevare che ciò accade perché a un tipo di società in cui prevale l'istinto delle combinazioni succede una società in cui prevale la persistenza degli aggregati. Questo movimento è poco appariscente. Visibile ed appariscente è ciò che appare più visibile con manifestazioni eclatanti: sono quelle che intervengono nei ragionamenti, nelle teorie, nelle religioni, nelle giustificazioni e nelle spiegazioni dei nostri atti e delle nostre prese di posizione; in una parola, nelle derivazioni[4].

Dunque, nell sistema sociale, le società evolvono e mutano a due velocità: lentissima e quasi impercettibile per i residui, veloce per le derivazioni (E. Rutigliano Ibid - pag. 246).
Premesso quanto sopra, osservo che la società si evolve in cicli: nei cicli temporali (contingente, generazionale ed epocale), il cambiamento è sempre operante e crea una dinamica alterna che porta gli uomini ad espandersi seguendo l'Istinto delle combinazioni o a racchiudersi a riccio sulle proprie conquiste tutelandosi con Residui della persistenza degli aggregati che, al loro volta, possono generare altri Residui dell’Istinto delle combinazioni.

Questa dinamica si muove all'interno di spazi temporali e ritengo che si possa affermare che una società è tanto più evoluta quanto più le azioni prodotte perseguano un fine ragionevole nel senso che ho più volte rappresentato in questo libro.
Insomma, occorre che il comportamento di una società derivi le proprie azioni da ragionamenti coerenti con la logica e cerchi di minimizzare l'afflusso del non logico nel generatore di forze (Gf). Un tale scenario Pareto tenta di rappresentare riferendosi ad episodi della storia della Grecia classica ed io richiamando Babele, in un mio post. Si tratta di manifestazioni che nascono in tutte le società, all'apice del loro splendore, ovvero all'inizio della loro decadenza.
Un evento può scatenare la Follia che da inizio ad un nuovo ciclo generando quel Residuo più o meno efficiente che sollecita la reattività sociale. Tanto più è eclatante l'effetto follia, tanto più questo istinto si scatena per creare nuovi equilibri; ma anche si scatena l'istinto di conservazione per salvare il salvabile. Ad ogni rivoluzione è seguita una restaurazione. Ciò è vero, ma è anche vero che le condizioni di inizio sono state sempre diverse ed in massima parte l’Equilibrio sociale Es si è sempre riformato su basi logiche più solide.
Nella storia, abbiamo tantiesempi di inizio di civiltà ed abbiamo anche l'esempio della loro fine quando si sono estinte o quando, mutando, si sono integrate in altre.
E' vincente quella civiltà che lega i propri atti alle azioni ragionevoli: azioni che possono ritenersi volte a soddisfare sia l'Istinto delle combinazioni e sia quello della Persistenza degli aggregati, perché la logica dice che, quando occorre, è necessario il cambiamento, ma quando questo cambiamento non occorre è necessario resistere per non tornare a compiere Azioni errate o inefficaci. E per esser ragionevoli le Azioni devono essere sempre fondate su una base di conoscenza dinamicamente competitiva e sufficientemente ampia rispetto alle Risorse che l'uomo sfrutta con le tecnologie disponibili.

Diagramma di reattività sociale

Per rappresentare visivamente questo fenomeno, in figura .... appare una spirale che si svolge sulla superficie di un cono.
Per l'uso che intendo fare di questa immagine, penso possa denominarsi Diagramma di reattività sociale.
Ne seguo il percorso dall'alto verso in basso nella direzione irreversibile del tempo to-tn. La linea del percorso rappresenta l'evoluzione del com-plesso della civiltà umana nella storia dal tempo t0 al tempo tn
Ad ogni tx corrisponde un x che rappresenta il grado di reattività in termini di coerenza del comporta-mento sociale, dove Rx rappresenta l’evoluzione nel tempo del Residuo Istinto delle combinazioni ed R rappresenta la costante dei residui di persistenza degli aggragati nonché gli altri di Interazione e di Integrità. Nella costruzione del diagramma di un gruppo o di una classe sociale, occorre prevedere l’uso di un fattore correttivo per separare il grado di emancipazione dal fattore culturale acquisito storicamente dalle generazioni che precedono.
Pareto ci ha insegnato che i residui più importanti sono.
Qui ricordo che, lungo la linea del tempo to-tn, i residui si allargano in misura R+Rn, dove - come sostiene Rutigliano a pag. 247 del libro che ho già citato, R è quel residuo aleatorio meno efficace, ma indispensabile per porre in essere l'azione ed Rn è quello stesso residuo meno aleatorio e più efficace che si ottiene con l'uso della ragionevolezza.

Assimilazione del Cambiamento

A differenza della circolarità, la forma a spirale avvolta intorno al cono nello spazio e nel tempo, rappresenta, in modo più convincente, questa forma evolutiva: in questo spazio, l'uomo si aggira, con la sua peculiare attitudine a ragionare, per valutare le circostanze esterne, per assumere le decisioni appropriate sulla base di conoscenze acquisite con l'esperienza e per agire in conseguenza; il tutto secondo un andamento oscillante attorno all'asse del tempo, in un crescendo continuo verso la qualità delle prestazioni e, in senso generale, per seguire convenientemente l'esistenza terrena usufruendo di tecnologie sempre più efficienti nel controllo delle fonti energetiche essenziali per portare a compimento i progetti.
Ai tempi di Vico - che confondeva la natura dell'uomo con l'uomo stesso e riteneva che non cambiasse mai come Pinocchio che ripeteva sempre gli stessi errori - questo andamento non era molto riconoscibile (allora l'aratro era ancora trascinato dai buoi); oggi, invece, le cose cambiano con l'aver scoperto che l'uomo, pur rimanendo da sempre il medesimo, non ha mai smesso di migliorare l’efficienza delle proprie azioni che hanno trovato concretezza coinvolgendo, in misura sempre più diffusa, la globalità umana nell'assimilazione del cambiamento .
Il Consenso, motore della socialità
Qui mi soffermo solo su questi pochi concetti. Per gli altri ad essi attinenti rinvio al Capitolo sui Capisaldi del mio sapere nel primo volume, dove tratto del dilemma sorto ai tempi di Parmenide ed Eraclito.

Riprendendo in esame le formule, si può osservare che, considerato un certo percorso t1->t2 lungo la spirale, l'equilibrio sociale Es2, rispetto a Es1 si attesterà in un punto tanto più distante dall'asse to->tn, quanto più il processo sociale Ps si appoggerà su un generatore forze Gf efficiente; che, come si è visto, agisce su variabili quantitative misurabili che si estrinsecano sotto forma di forze d'impulso (Fi) e forze neutralizzanti (Fn). Questo fenomeno risulta anche da quanto ho scritto a pag. 63 parlando delle azioni logiche come fattore di emancipazione umana.

Se si immagina che i Residui determinanti di cui alla tabella a pag. 98 corrispondano alle azioni di Classe I (zone rosa carico c7) e di Classe II-Genere 4° (zone da color oro d6, crema pelle d2 e salmone e3), allora è possibile argomentare che tali azioni sono comprese nell’Istinto delle combinazioni mentre le azioni di Classe II, 1°, 2° e 3° genere sono comprese tra i Residui di Persistenza degli aggregati in corrispondenza delle azioni di 1°,2°, e 3° Genere (zone giallo a5).
Queste forze sono esercitate dalle Elette (così come Pareto denomina i gruppi di potere che si alternano) e si possono classificare in progressive (Fi), i cui residui sono prevalentemente di Classe I - Istinto delle combinazioni,  e conservatrici (Fn), i cui residui sono prevalentemente di Classe II - Persistenza degli aggregati; perciò si valutano in relazione alle azioni complessivamente svolte sulla base dei programmi nel loro aspetto di efficacia e di coerenza con le idee che ne costituiscono la ragione. Questo metodo esprime la forma dell'equilibrio sociale Es propria ad ogni epoca. Idee e ragione sono, quindi, i veri ed autentici elementi per valutare, in ragione storica, i fondamenti di qualsiasi azione politica e non la semplice rappresentazione della dinamica dei fatti articolati nei loro rapporti di causa ed effetto, come le guerre, i colpi di stato, le rivoluzioni e le calamità naturali.
Quanto precede sembra semplice e lo è veramente quando le idee sono poche e riferite a poche cose i cui costituenti sono legati dall’interdipendenza; il tutto si complica quando le idee si intrecciano in un complicato sistema di rapporti nei quali i legami si sfilacciano per l'intervento di un eccessivo numero di fattori imponderabili.

E, in verità, la vita sociale umana è molto complessa: a tal punto che, dal secolo scorso, e ancora oggi, oligarchie tiranniche insidiano gli ordinamenti democratici, semplificando il funzionamento del generatore di forze Gf. A tal fine, architettano progetti utopici che risultano fallaci rispetto agli obiettivi proposti perché portano alla formazione di classi di individui socialmente deboli inducendoli ad esprimere, carpendo il consenso con false promesse prodotte dall'ideologia (derivazioni), residui di bassa qualità e alla privazione della libertà. Prima fra tutte, quella di parola.
E' vero che, nelle nostre attuali democrazie occidentali, queste eccessive semplificazioni sono difficilmente attuabili; ma è pur vero che possono essere contenute nei limiti in cui i singoli individui componenti la società sono disposti ad attuarle con una parziale perdita di libertà, purché compensata dal rispetto dell'identità individuale propria a ciascuno. E questa rinuncia è accettata tanto più intensamente quanto più le idee guida sono accolte con la forma di contratto collettivo o individuale in un contesto associativo, per l'appartenenza ad organismi di tipo economico produttivo in cui il consenso è espresso con il voto, come nel caso di organismi politici che producono costi per soli benefici godibili socialmente.


Reattività sociale

La Reattività sociale (Es), nasce dall'azione di Forze di Impulso (Fi) e di Forze neutralizzanti (Fn). Le Forze neutralizzanti (Fn) attutiscono gli effetti delle Forze d’impulso (Fi). Le Forze d'impulso (Fi) sono quelle deputate alla creazione del Benessere. Le Forze neutralizzanti (Fn) agiscono sul mantenimento dell'equilibrio sociale, il tutto perché la ricchezza sia mantenuta in forma diffusa e tale che i Fattori di produzione (Propagatori istituzionali[1], Terra, Lavoro, Imprese e Capitale) siano remunerati in modo compatibile col valore prodotto da ciascuno di essi.
Ecco la chiave di volta sulla quale si posano Le azioni degli uomini, le stesse - non logiche - operanti nel campo sociale analizzate da Pareto e che richiamo nel capitolo 12.
E sono appunto queste forze che intendo considerare per operare una traslazione di quanto ha osservato il grande economista e sociologo in ordine alle componenti delle azioni degli uomini che si manifestano nel circuito sociale. Ciò consentirà di osservare compiutamente le forme politiche esistenti e di progettarne altre al fine di conseguire un nuovo equilibrio esistenziale più aderente ai principi di libertà rispetto a quelli proposti dalle passate ideologie.
L’Equilibrio sociale può essere rappresentato dall’espressione (Es) come risultante del concatenamento degli effetti nascenti dal contesto storico (Cs), sullo sviluppo delle forze (Ps) attivante il generatore d’impulsi (Gf).
Es -> Ps -> Gf [2]

Contesto Storico (Cs)

In sintesi, la dinamica sociale si articola su tre ordini interdipendenti e precisamente sul Contesto storico (Cs) che si manifesta nei suoi Corsi temporali (contingente, generazionale ed epocale) con il succedersi di Follie FOL che seguono allo sciame di Eventi EVE:

Cs -> [EVE<->FOL]

Generatore d’Impulsi (Ps) 
Si manifesta anche sulla dinamica del Processo sociale (Ps) costituito dalla reattività che la società manifesta nel contesto storico (Cs) individuata strutturalmente nelle Derivate paretiane DER che risultano dalle cerniere che si formano tra Residui RES e Derivazioni DRZ:

Ps -> [RES<->DRZ->DER]

Generatore di Forze (Gf
Infine, sul generatore di forze (Gf) che agiscono sull'intero sistema sociale:

Gf -> [Fn<->Fi]

(Fn) e (Fi) agiscono orientate a mantenere l’equilibrio, in modo coatto, indotto, volontario o consapevole, come si legge in riga 2 della Tab. B.
Ora, sta tutto a stabilire in che forma e quale sia l’elemento di equilibrio da conseguire. Quando l’elemento non sia condiviso come nel caso della linea di separazione tra salario e profitto succede che la Propensione divenga opponente (Fo) e l’equilibrio si raggiunga attraverso accordi bilaterali individuali o collettivi.

(Es) è solo un metodo per separare, in un particolare contesto storico, l'insieme dei vari aspetti che le azioni degli uomini assumono come componente delle forze (Gf), da quanto sfugge al controllo umano che si concretizza in (Cs) per effetto delle manifestazioni sorrette da atti, credenze, tradizioni, ideologie ecc. così come Pareto ci ha insegnato a individuarle nella sfera della logica sperimentale e in quella non sperimentale (Ps).
Diverso è il trattamento dell'ordine relativo al Generatore di forze (Gf). Ritengo che il Generatore di forze (Gf), agisca solo sull'economia del sistema e coinvolga esclusivamente il bisogno materiale di vivenza per il conseguimento del benessere utilitaristicamente inteso. Cosicché, trattando solo i quattro fattori economici di produzione (terra, capitale, lavoro e impresa e le rispettive remunerazioni: rendita, interesse, salario, profitto), aggiungo anche il fattore di Propagazione istituzionale, la cui compensazione può essere, già da oggi, individuata nel costo della pubblica amministrazione. La materia costituisce, nel suo insieme, il regno dell'analisi quantitativa e statistica facendo rientrare nella Logica la maggior parte delle Azioni che ancor oggi sono trattate nel campo della NON logica. Il Generatore di Forze trarrà origine dalle tessere della “Tavola delle diadi e dei principi regolanti le istituzioni politiche” che esposta alla fine del capitolo 16. 

°°°

Distinguere la dinamica sociale in tre ordini è particolarmente importante per ricondurre sul giusto binario il comportamento delle Persone nel loro contesto sociale. Valga solo questo esempio per accennare al problema, con riserva di chiarirlo meglio nel prosieguo.
Nelle città di tutto il mondo si sviluppano quartieri multietnici dove le Persone vivono fianco a fianco con la popolazione autoctona. Chi fa preghiera il venerdì, il sabato o la domenica; chi non mangia carne di maiale e chi quella bovina. Chi può ripudiare la sposa e praticare la poligamia. Esistono grumi sociali ingestibili, soprattutto perché profondamente radicati alle rispettive religioni d’origine. Il disagio sociale, in questi casi, non è causato dall’indisponibilità di beni, né da una situazione generalizzata di povertà, ma dall’assurdo legame che ognuno tiene con le tradizioni costituenti, attraverso la copertura religiosa, un obbligo morale anacronistico e nocivo.
Ora c’è da chiedersi se sia ragionevole ammettere che nella nostra civiltà – nella quale sono inseriti i grumi sociali appena accennati – possa sussistere autorevolezza nella conservazione di questo stato di cose quando l’ordinamento civile, già da sé, offre tutele adeguate di carattere etico, igienico e sanitario? Ragionevolezza dice che la materia ricade nell’ordine Generatore di Forze (Gf) che già contiene soluzioni di profilo quali - quantitativo, e che è assurdo di considerarle ancora operanti in quello del Generatore d’Impulsi (Gs) derivandoli dai testi sacri del tutto inidonei all’attuale Situazione Storico (Cs).


[1] In via provvisoria, considero questo fattore, rilevato dagli studi di Giovanni Demaria, come produttivo. In realtà dovrebbe essere considerato tale, per quel tanto che costa la politica. In prima approssimazione, il costo di questo fattore dovrebbe essere ottenuto separando dalle tasse, il costo dei servizi.
[2]  Seguire le formule con lo sguardo sulla Tabella B/1.
“<->” = interattività;
à” = sequenza irreversibile
[3] Il generatore di forze nasce da un’idea di Ignazio Alborè che me la propose per il mio post Follie e reattività sociale che pubblicai su http://www.pibond.it/argomenti/index.htm il 30 aprile 2007.
 

Il Consenso, motore della socialità

Qui mi soffermo solo su questi pochi concetti. Per gli altri ad essi attinenti rinvio al Capitolo sui Capisaldi del mio sapere nel primo volume, dove tratto del dilemma sorto ai tempi di Parmenide ed Eraclito.
Riprendendo in esame le formule, si può osservare che, considerato un certo percorso t1->t2 lungo la spirale, l'equilibrio sociale Es2, rispetto a Es1 si attesterà in un punto tanto più distante dall'asse to->tn, quanto più il processo sociale Ps si appoggerà su un generatore forze Gf efficiente; che, come si è visto, agisce su variabili quantitative misurabili che si estrinsecano sotto forma di forze d'impulso (Fi) e forze neutralizzanti (Fn). Questo fenomeno risulta anche da quanto ho scritto a pag. 63 parlando delle azioni logiche come fattore di emancipazione umana.
Se si immagina che i Residui determinanti di cui alla tabella a pag. 98 corrispondano alle azioni di Classe I (zone rosa carico c7) e di Classe II-Genere 4° (zone da color oro d6, crema pelle d2 e salmone e3), allora è possibile argomentare che tali azioni sono comprese nell’Istinto delle combinazioni mentre le azioni di Classe II, 1°, 2° e 3° genere sono comprese tra i Residui di Persistenza degli aggregati in corrispondenza delle azioni di 1°,2°, e 3° Genere (zone giallo a5).
Queste forze sono esercitate dalle Elette (così come Pareto denomina i gruppi di potere che si alternano) e si possono classificare in progressive (Fi), i cui residui sono prevalentemente di Classe I - Istinto delle combinazioni,  e conservatrici (Fn), i cui residui sono prevalentemente di Classe II - Persistenza degli aggregati; perciò si valutano in relazione alle azioni complessivamente svolte sulla base dei programmi nel loro aspetto di efficacia e di coerenza con le idee che ne costituiscono la ragione. Questo metodo esprime la forma dell'equilibrio sociale Es propria ad ogni epoca. Idee e ragione sono, quindi, i veri ed autentici elementi per valutare, in ragione storica, i fondamenti di qualsiasi azione politica e non la semplice rappresentazione della dinamica dei fatti articolati nei loro rapporti di causa ed effetto, come le guerre, i colpi di stato, le rivoluzioni e le calamità naturali.
Quanto precede sembra semplice e lo è veramente quando le idee sono poche e riferite a poche cose i cui costituenti sono legati dall’interdipendenza; il tutto si complica quando le idee si intrecciano in un complicato sistema di rapporti nei quali i legami si sfilacciano per l'intervento di un eccessivo numero di fattori imponderabili.
E, in verità, la vita sociale umana è molto complessa: a tal punto che, dal secolo scorso, e ancora oggi, oligarchie tiranniche insidiano gli ordinamenti democratici, semplificando il funzionamento del generatore di forze Gf. A tal fine, architettano progetti utopici che risultano fallaci rispetto agli obiettivi proposti perché portano alla formazione di classi di individui socialmente deboli inducendoli ad esprimere, carpendo il consenso con false promesse prodotte dall'ideologia (derivazioni), residui di bassa qualità e alla privazione della libertà. Prima fra tutte, quella di parola.
E' vero che, nelle nostre attuali democrazie occidentali, queste eccessive semplificazioni sono difficilmente attuabili; ma è pur vero che possono essere contenute nei limiti in cui i singoli individui componenti la società sono disposti ad attuarle con una parziale perdita di libertà, purché compensata dal rispetto dell'identità individuale propria a ciascuno. E questa rinuncia è accettata tanto più intensamente quanto più le idee guida sono accolte con la forma di contratto collettivo o individuale in un contesto associativo, per l'appartenenza ad organismi di tipo economico produttivo in cui il consenso è espresso con il voto, come nel caso di organismi politici che producono costi per soli benefici godibili socialmente.
 



[1] Vilfredo Pareto sostituì il concetto di “lotta di classe” con quello di Circolazione delle elette e con ciò risolse, sotto l'aspetto scientifico, il suo problema; ma non indicò quale bandiera avrebbe dovuto essere seguita per stare col vincente per i successivi dieci lustri considerando questo periodo pari alla speranza media di vita di un adulto, né per i successivi due, quando morì. Dallo stato totalitario ideato da Hobbes che è degenerato in quello concepito da Marx, si decade al “Non Stato immaginato da Rousseau”. Il primo ha trovato conferma del suo esistere nelle numerose dittature che sono sorte ovunque nel mondo e tutt’ora nascono con svariate configurazioni ideologiche: dalle loro macerie non si produce una Circolazione delle Elette ma solo un ciclo di rivoluzioni e di effimere tirannie che riconducono i cittadini ad essere sudditi. Il “Non Stato”, invece, è rimasto sospeso nel mondo della distopia dove abita il fantomatico Buon selvaggio che fu l’antesignano dei Figli dei Fiori.

[2] Con la Dichiarazione d’Indipendenza, il 4 luglio del 1776 nacquero gli Stati Uniti. Oggi l’Independence Day viene festeggiato da tutti gli americani, ma non tutti sanno che il principio ispiratore della dichiarazione – il diritto alla felicità di ogni individuo – fu immaginato dal filosofo partenopeo Gaetano Filangieri che ne scrisse in un carteggio con Benjamin Franklin, padre fondatore degli USA.  Continua su: https://www.fanpage.it/cultura/4-luglio-1776-giorno-dellindipendenza-il-diritto-alla-felicita-nella-dichiarazione-americana-è-nato-a-Napoli/
http://www.fanpage.it/

[3] I Residui rappresentano la processualità dell'agire. I Residui costituiscono un insieme di molti fatti che sono classificati secondo le analogie che vi si trovano. Pareto individua sei classi ognuna delle quali suddivisa in più sottoclassi o generi.  I Residui sono gli elementi essenziali che interagiscono nelle dinamiche che si manifestano nel costituirsi degli equilibri sociali. La coppia Classe I - Istinto delle combinazioni e Classe II - Persistenza degli Aggregati, la più importante, e le sottoclassi che vi sono contenute, sono quelle che si ripetono nei Residui delle altre classi e che costituiscono altri due raggruppamenti ciascuno: Tra i Residui d’iterazione: Classe III - Bisogno di manifestare con atti esterni i sentimenti; Classe IV - Residui in relazione colla socialità. Tra i Residui d’integrità: Classe V - Integrità dell’individuo e delle sue dipendenze; Classe VI Residuo sessuale. 

[4] Le Derivazioni sono teorie o argomentazioni che gli uomini sentono necessario esprimere nell'interagire tra loro per dare una motivazione ai loro atti.
Al riguardo Pareto dispone le teorie secondo l'indole delle loro dimostrazioni, separandole in due tipi:
    nel primo, contraddistinto con le lettere A, B,C, il nesso consta solo di conseguenze logiche dei fatti,
    nel secondo, contraddistinto con lettere a,b,c, vi si aggiunge qualcosa che trascende dall'esperienza, un qualche concetto di necessario, di doveroso, o altro simile.
Infine, occorre considerare le proposizioni in cui il nesso logico è ridotto a poco o nulla che sono semplici descrizioni o narrazioni. Le teorie sono quindi costituite da tre generi di proposizioni (§ 523).

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