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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

27 febbraio 2018

Italia nell'ONU, gli Stati regione in una federazione europea


La concezione della Nazione come totalità ontologica fu la guida per la generazione degli Stati Nazionali nel corso di questi ultimi tre secoli. Il processo iniziò coi Trattati di Westfalia e proseguì sino alla fine del secondo millennio da quando iniziò a prender corpo la globalizzazione fondata sul presupposto che ogni singola Nazione sia in effetti un insieme irriducibile di individui da gestire secondo standard di efficienza per mantenere in vita solo chi è in grado di produrre più di quanto consuma. 
Il tasso di accrescimento del PIL, ottenuto attraverso il contenimento del debito e il pareggio di bilancio segna l'idoneità dello Stato per competere sul mercato globale tanto per  aumentare lo squilibrio tra regimi economici in espansione ed altri in recessione, e tento per livellare tutti i popoli ad uno stesso tenore di vita col lo scopo di farli confluire, in stato entropico, in un mondo di stati senza cultura e connotati nazionali. 
L'ONU doveva essere l'Organizzazioni delle Nazioni nate appunto dai trattati di Westfalia e invece, oggi, le Nazioni Unite sono un'accozzaglia di regni, ducati, repubbliche, confederazioni, federazioni, unioni e stati uniti in lite gli uni con gli altri. 
La guerra mondiale a macchie di leopardo!

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Secondo me le Nazioni non dovrebbero superare la ventina. All'ONU sono in numero dieci volte maggiore del necessario. L'Italia dovrebbe essere presente in rappresentanza di venti e più Stati Regione, magari una, anche come monarchia.
La Catalogna dovrebbe essere inclusa nella Nazione iberica, Dovrebbero formarsi gli Stati Uniti dell'America del Sud. Il Belgio e l'Olanda, dalla storia, dovrebbero ridisegnare i confini delle antiche Provincie, per unirsi alla Francia e alla Germania che a loro volta ricostituiranno la divisione del territorio in Stati regione che assumeranno gli Stessi nomi storici precedenti alla Rivoluzione francese. 

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Chi sono io per scrivere queste cose? 
Nessuno. 
Vox Populi, vox Dei.
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L'Unione Europea, mantenendo in carica il parlamento eletto, dovrebbe deliberare la sua trasformazione con un referendum per istituire la Confederazione o Federazione o Comunità degli Stati d'Europa, ognuno dei quali manterrà la sua autonomia, nell'ambito della Nazione di appartenenza. Ogni Nazione confluirà nell'ONU mantenendo la propria indipendenza.

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Scrivo come tra i decani del Movimento Federalista Europeo nel quale ho rinnovato la mia iscrizione lo scorso anno presso la Sezione di Roma.
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Marco Guzzi, poeta e filosofo, già protagonista u  
Byoblu del primo Web Talk e di una intervista su “come restare umani in un mondo di zombie“, parla delle origini dell’Europa e del nostro senso di appartenenza identitario, tracciando un percorso che ci porterà verso una destinazione che era già chiara da secoli, in cui l’Italia avrà – ed inizia già ad avere – un ruolo da protagonista.

Questa la registrazione del suo intervento all’incontro “Parole guerriere“, lunedì 25 giugno 2018, alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico, del senatore Alberto Bagnai e del deputato Dalila Nesci.
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25 febbraio 2018

Il "bon prix" dei grani.

Mi è appena giunto il libro di Marco Minerbi “La cultura politica nell’età dei lumi – da Rousseau a Sismondi e mi affretto ad aprirlo a pagina 138 dove leggo che i fisiocratici avevano propugnato il “bon prix” dei grani. Costoro, nello scambio tra “classe sterile” e classe produttiva, avevano individuato uno dei momenti essenziali dell’intero processo dell’economia. Ludovico Anton Muratori era portavoce di tale prassi che fu tradizionalmente seguita dai vari Stati italiani nel XVIII secolo come trattatistica generale del Principe sul governo.