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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

14 giugno 2008

Il Popolo d'Irlanda, ha restituito la libertà ai Popoli Europei

Europa ai tempi di Carlo Magno
Hanno chiamato Costituzione il trattato multilaterale stipulato a Roma e modificato a Nizza e a Lisbona tra i 27 Paesi Europei , rappresentati dai rispettivi Capi di Stato o di Governo.
Laddove è stato sottoposto a referendum, è stato bocciato!
L'Unione Europea continua a non avere una costituzione. Gli Stati l'hanno firmata, ma i Popoli sovrani la bocciano.
Barroso dice: "Andiamo avanti lo stesso" .
No, non è possibile: questo trattato è nullo, perché una Costituzione deve avere un consenso popolare democraticamente ottenuto.
Sarebbe un insulto ai popoli d'Europa accettare una proposta del genere per tre motivi: 
  1. Il trattato prevede che questo debba essere approvato all'unanimità da tutti i Parlamenti degli Stati aderenti;
  2. Il trattato non può essere valido per gli argomenti che esulano dalla competenza dei parlamenti che non lo possono approvare (Irlanda, in particolare);
  3. Escludere l’Irlanda dall’Unione, comporterebbe una procedura, che porterebbe altri paesi a ritirarsi per creare trattati multilaterali dannosi per tutti. 
  4. Il trattato di Lisbona non è stato sufficiente ed ulteriori smagrimenti lo renderebbero del tutto inutile.
Manterrebbe lo statu quo di una Commissione pletorica che guida un apparato burocratico che più nessuno vuole. Questa Unione Europea è stata accettata dai paesi in virtù dei contributi che sono stati elargiti in misura da favorire lo sviluppo economico nelle regioni più bisognose.
L'Irlanda è stata privilegiata e proprie lei - divenuta ricca - ora si ritira. 
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A questo punto c’è da chiedersi che cosa sia auspicabile.
Io penso che gli Irlandesi abbiano voluto dare una solenne lezione di buon senso agli Europeisti più sviscerati, in particolare quelli che pascolano tra Bruxelles e Strasburgo.
L’Europa, nella prospettiva del Trattato di Roma, deve costituirsi come federazione di Stati, nelle Nazioni e non come Stati-Nazione. Non è proponibile al popolo un trattato per un unione di Stati.
Infatti, Unione Europea è tuttora una Comunità di Nazioni che seguono una politica economica unitaria, assente del tutto dal contesto della geopolitica. In sessanta anni si è allargata da sei a ventisette Stati-Nazione, ma solo di questo si può occupare.
Punto.
Andare oltre significa barattare la sovranità dello stato con la sovranità di popolo nella Nazione tramite lo Stato di appartenenza. Un popolo si può affiancare ad un’altra bandiera ma non la può sentire integrata in un‘altra adottando lingua e cultura di un'altra Nazione.
°°° 
Non occorre che nasca un Popolo europeo da 27 stati, con la previsione di allargarsi ulteriormente.
A mio parere, l'unione politica sarà ottenuta solo dopo la Proclamazione delle libertà dei Popoli d'Europa nel cui inizio sarà scritto:
Noi Popoli d’Europa, ognuno nella proprio Stato di appartenenza, proclamiamo le nostre libertà in forma comunitaria, per consolidarle e unirle come italiani a quelle di tutte le Nazioni del Mondo”
I partiti politici che confluiscono nel parlamento Europeo potrebbero farsi promotore dell’iniziativa di un plebiscito, in occasione delle prossime elezioni per il parlamento d’Europa.
La Federazione potrà essere formata successivamente secondo le modalità che saranno stabilite dopo il plebliscito.
Cosa ne pensate?
Potete dire che sono matto, ma prima di affermarlo, ditemi perché.
La democrazia parte dal basso ed io, stando nel basso, cerco di rendermi utile, esprimendo questa modesta idea, sicuro di aver ben poco da aggiungere a quanto propongo.

Qualcuno prepari una bozza del proclama. Qualcun altro che sta all’estero lo dica ai suoi amici invitandoli a darsi da fare.

Come giustamente dice Fausto Carioti, gli elettori europei - quelli che hanno la fortuna di potersi esprimere - rigettano quello che le élite europee propinano come il migliore dei mondi possibili, ma - personalmente - sono sicuro, che gli stessi elettori, nel cuor loro, desiderano ardentemente di appartenere, oltre alla propria Nazione, anche a quella più grande dell'’Europa: quella del Mondo organizzato nell'ONU riformata.
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Revisione del 15 novembre 2018

09 giugno 2008

Viviamo nel panico?

Lio Site
In un thread su “Il legno storto”, il mio amico Sirro, a proposito di “Idee per la gestione del cambiamento”(*) commentava:
“ Ieri un esempio tipico "Il popolo deve restare imperniato attorno a ricordi che al potere conviene". Al potere fa comodo sbattere in faccia che "O noi, oppure loro appesi capovolti a Piazzale Loreto". Accidenti quanto appaiono simpatici i nuovi predatori, vero?”
Ai ricordi del passato ne aggiungiamo altri che ricaviamo dalle notizie che la televisione e i giornali diffondono; ricordi che si ingigantiscono nella nostra immaginazione, sollevando nel nostro animo di cittadini, stupore e profondo disagio che spesso provoca un preoccupante senso di panico.