Sempre attuale

Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

28 febbraio 2012

Cupio dissolvi

Dal dialogo sorto nel thread dallo stesso titolo su"Il Legno storto", trascrivo due mie risposte, a Corona di Ferro, sperando che desideri riportare i suoi commenti e approfondirlo con altre sue acute osservazione su questo mio blog. Il tema trattato origina da un articolo di Magdi C. Allan pubblicato su "Il Giornale" del 20/02/2012a pag. 14, dal titolo "Criticare l’islam è proibito. Difendere l’Europa pure".

Torno - Villa pliniana
- Nessuna società nasce e cresce se, all'origine, non c'è una credenza condivisa; in altre parole, un'idea comune per condurre l'esistenza. Kant, che ben sapeva queste cose, amava la buona tavola e usava complimentarsi con le signore per ottenerne il favore, sentì l'obbligo d'inventarsi, a copertura dei vizi borghesi, l'imperativo categorico, fonte dell'ipocrisia moderna culminata col puritanesimo. Per me, la dissoluzione non va indirizzata all'islamismo che sta avvicinandosi dolorosamente anche per noi, alla società moderna, ma a questa nostra società che pone il valore solo là dove c'è il piacere che vanifica la nostra coscienza alla perenne ricerca di una misura esistenziale. Formulo la proposta di ripartire dall’umanesimo proprio per percorrere una via che non cancella l’universalità delle conoscenze acquisite in questi ultimi secoli, ma conduce a gestirle consapevolmente riconsiderando l'essenzialità dello spirito che muove ogni azione umana. La religione (Dio), la morale (il bene) e l’estetica (il bello) sono l’essenza stessa della nostra vita da escludere dall’eccessiva considerazione utilitaristica e venale che al riguardo oggi tendiamo a concepire.
Le condotte fuori dal campo di questi sentimenti, riducono l’uomo a esser bestia che depreda in ogni dove per procurarsi solo piacere, tra i quali, il peggiore: il cupio dissolvi.
Di Kant – pur considerandolo molto legato al suo tempo – ritengo valida in eterno la sua regola di vita:

« Due cose hanno soddisfatto la mia mente con nuova e crescente ammirazione e soggezione e hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. » (Epitaffio sulla tomba di Immanuel Kant dalla Critica della ragion pratica)


Ma la frase è spirituale è tale va considerata, perché nell’immanente vale solo la legge del divenire contrapposto all’essere, scandito dal tempo e dal manifestarsi dei fenomeni naturali, compreso quelli creati per causa della nostra stessa esistenza.

II - … e così trasferiamo il bene e il bello in sé, in una forma di compiacimento carnale. L’opera dell’uomo che ricrea la natura attraverso il movimento, la luce e il suono ci permette di apprezzare la nostra fisicità senza trascurare, anzi, coltivando lo spirito, risolve il problema del bene considerato nella singolarità della persona. Questa, pur sempre, dovrà mediare la propria libertà per sostenere il peso della socialità, a meno che non desideri vivere in solitudine come suggerisce la filosofia orientale che tende a qualificarsi, attraverso la metempsicosi, come religione della rinascita. Col ripartire dallo umanesimo desidero appunto significare che occorre aprirsi verso un altro orizzonte: l’equilibrio psicologico e sociale che si consegue attraverso la propagazione della consapevolezza del nostro vivere insieme. Non si tratta né di religione, né di filosofia, ma di uno sforzo collettivo perché si dispongano le risorse per il benessere di ognuno e per la felicità che ognuno pensa di realizzare per se stesso.
Il liberalismo appaga l’individuo; il socialismo appaga la collettività! Il livello raggiunto dalle nostre conoscenze naturali, ci consente - finalmente e senza fronzoli ideologici - di immaginare una società libera di persone come habitat dei cittadini di tutto il mondo?
Essere più buoni, meno leggi e solo codici etici!


III - La verità è sottintesa ed è unica perché non sarebbe verità. Si parla di fede in qualcosa che si possiede; in qualcosa di comune a tutti, spinti a formare un'idea per il progetto da condividere. Trattasi di idea che non necessita di ragione: diventa verità dal momento della sua condivisione, ovvero quando tutti agiscono secondo comunanza d’intenti.
Ma come si enuncia una verità? Ne occorrerebbe una sola dalla quale dedurre tutte le altre, procedendo con lo spulciare il vello dal quale trarre tutto ciò che non sia pelo. 
In concreto, occorre separare dalla sfera del diritto i grandi temi ontologici della religione dell'esoterismo e della filosofia  per  ricomprenderli  nell'articolazione delle libertà positive che si realizzano in quelle di espressione secondo riti, manifestazioni ed eventi propri del paradigma culturale storicamente vissuto e delle libertà negative da individuarsi tra quelle che si oppongono al disagio per consentire di progettare la propria esistenza sul percorso delle opportunità condivise tra i membri della comunità umana nella consapevolezza che alla base della dignità individuale stanno i bisogni primari di cibo, casa, scuola, occupazione e di tempo libero. 

18 febbraio 2012

Babele



Concordia: parola in disuso!


Ecco una grossa complicazione che corrisponde al rovescio di quanto capitò agli uomini che lasciarono incompiuta la torre di Babele.

Scambio di doni tra Roma e Italia
Sabato 11 novembre 2006, Romano Prodi, allora Presidente del Consiglio dei Ministri del Governo italiano, dichiarò:
“Qui ormai siamo in un paese impazzito, che non pensa più al domani”!
Dopo una mia prima reazione di stizza seguita da una stretta allo stomaco mi venne spontaneo lo stimolo di urlare: “Senti chi parla”!
Dovetti ricredermi perché non disse che io, cittadino italiano, ero impazzito; né potevo avere argomenti per sostenere che Romano Prodi fosse pazzo.
Infatti, Prodi non si riferiva a persone o gruppi di una qualsiasi parte, ma all’intero paese abitato da persone disorientate che mostravano di non saper più comunicare né immaginare qualche certezza per il futuro.

10 febbraio 2012

Etica senza ontologia

BOZZA

Un complesso di principi morali che consentano il costituirsi di una società in cui la Libertà sia creduta il bene supremo.


Etica = morale ?
Suppongo di formulare un’Etica che consideri l’esistenza immanente dell’uomo conforme ai principi sovrannaturali scaturenti dalle fonti religiose monoteistiche e teologiche più antiche e diffuse.
Si tratta di riscoprire un’etica senza ontologia superando l’attuale principio di laicità che esclude dal sociale la spiritualità che si porta appresso attività materialmente non utile.
Sembra che la concezione materialistica del mondo consideri la Spiritualità come fatto di opinione del tutto trascurabile se priva del corrispettivo di utilità pratica. Così è per la religione, per la filosofia, per l’arte, per la musica, e per quanto altro derivi da queste attività se non producono valori monetizzabili. Infatti, a nulla vale finanziarli, se questi non suscitano interesse economico.

06 febbraio 2012

Due ideologie per un’idea


Carlo Rosselli
Qui non dichiaro verità trascendentali da ascrivere all’empireo delle idee pure, ma desidero esporre fenomeni concreti e stabili legati alla natura stessa delle cose.
Associo il Gruppo sociale alla fisicità degli elementi che lo costituiscono che sono l’insieme d’individui che camminano in piazza, tra i quali, nessuno fa mostra di sé e, disgiuntamente, l’uno dall’altro, tutti non mostrano di avere cognizione logica di ciò che fanno.
Sezionare i Gruppi in base al modo di apparire significa costruire mostruose falsità che conducono a processi di scomposizione e di compattamento che conducono a enunciare quelle teorie fondate su fatti deformati, tanto disprezzate da Pareto.
L’uomo in società è il contenuto della Piazza, una realtà immutabile che si mantiene indivisa e si ricompone continuamente per effetto degli sconquassi causati dalle Follie.