Essere, Ricevere, Dare e Avere
In questi giorni, siamo preoccupati del
prosciugamento che s’affonda nelle
nostre tasche per la perfida improntitudine di mascalzoni intrufolati nell’amministrazione
dello stato, nel governo e nella miriade di organismi corporativi dove scialano tra connivenze, intrallazzi e parentele, esercitando forti pressioni sul parlamento per ottenere che le leggi siano conformi ai loro interessi particolari. Costoro hanno la mente offuscata da un'immagine
di Stato falsa, ipocrita e classista e intaccano il patrimonio che
produce il nostro guadagno, anziché trarre dal reddito dei contribuenti lo stretto
necessario per la gestione dei beni e dei servizi da erogare secondo principi di efficienza. Regna ovunque grande la confusione nell'attribuire distinzioni
tra beni pubblici e privati, tra ricchezza e povertà: la sensazione più diffusa
è che chi, come noi che ne siamo fuori, ci sentiamo sempre più poveri e privi di mezzi per giungere alla
fine del mese. Il tessuto sociale si sfilaccia, mentre occorre riscoprire i
valori senza i quali diventa insopportabile la convivenza tra le persone.
A mio parere, questi
valori si ritrovano col coniugare con adeguata ragionevolezza i verbi segnati
nel sottotitolo di questo post: Essere, Ricevere, Dare e Avere.