Sempre attuale

Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

9. La Società tra Istituzioni e Sovrastrutture

Ai gruppi di potere, alle lobby e ai partiti si sostituiscano le Associazioni nel governo dei rapporti tra Istituzioni e Sovrastrutture. La Politica si occupi solo di Strutture, considerate nel loro complesso, secondo l'ordinamento costituzionale dello Stato. (in corso di revisione).

1.     Il Profilo sociale

Come nel tracciato del Processo individuale in Fig. 1, centrando le Azioni che – come visto in precedenza, sono il risultato dell’operare della Coscienza sul senso di Responsabilità - ritengo possibile ricomporre uno schema che consenta di convertire in effetti sociali, gli elementi che ho usato nei Profili delle Figure 3, 4, e 5.
A tal fine. osservo che, da ogni elemento che nasce nell’intimo di ogni Persona, si distaccano gli effetti che trovano una precisa collocazione nel Processo sociale. Il fenomeno origina nell’area dei Sentimenti - Intenzioni, si alimenta nell’immaginazione di ognuno, e trova concretezza nelle Istituzioni ogni qualvolta le Sensazioni che ne derivino, si scontrino con lo sciame dei Fatti che seguono gli Eventi che impattano il percorso contingente della Storia.

Così, a fronte di Dio, c’è la Religione e a fronte del Senso estetico, la Cultura. Il Senso morale, si qualifica come Etica collocandosi direttamente come guida nella Struttura sociale tra le Passioni manifestate dai suoi componenti che sono le virtù ed i vizi accennati al capitolo dedicato a “Le Azioni degli Uomini”.
Ho già scritto che la Felicità sociale si realizza come insieme di Felicità individuali e cioè come fenomeno del tutto astratto, di contenuto eterogeneo, non quantificabile e dall’aspetto caotico.
Già da subito può essere ritenuto ragionevole questo enunciato:
In un Gruppo, quanto più le Persone si dichiarano felici, tanto più il progetto sociale è in via di compimento. Insomma la reattività tende a zero quando la gente sta buona, non va in piazza e tutto funziona a dovere.
In Fig. 7 ho tracciato un Profilo sociale ricalcandolo in parte dalla Fig. 1 che tratta del Progetto Individuale. Anche qui ci sono tre pilastri.
Fig. 7 - Profilo sociale contingente

In quello centrale, il Propagatore istituzionale presiede ai Bisogni Strumentali di Occupazione e Salute, mentre i Bisogni Spirituali e Materiali sono rispettivamente alla mercé delle Istituzioni che si attengono alle rispettive discipline (Religione, Cultura, Socialità, Bellezza (che è l’altro modo di esprimere l’estetica), e delle Infrastrutture rette secondo Leggi che nascono dall'insieme dei Residui prodotti dalla Politica (Nel prosieguo si parlerà di Sovrastrutture).
Tab D - Classificaione dei Bisogni

All’interno della figura 7 si ritrova il contenuto della Tabella D dei Bisogni così come in essa appare anche il circuito dei Sentimenti e degli Istinti che qui si trasformano in Propositi  rispecchianti la Coscienza ed il senso di Responsabilità di ognuno. La Figura mostra un sistema sociale in cui il Propagatore istituzionale non dovrebbe invadere l’area dei Bisogni Spirituali e Materiali, così come è nella maggior parte delle nostre democrazie, dove la Libertà di ognuno è garantita dalla Costituzione come un Diritto e i Beni immateriali sono tutelati come valori culturali.
Nello schema, volutamente, ho collocato la posizione del Decisore Politico, considerandolo dominante sul Propagatore Istituzionale. La ragione è che l’azione politica risulta oggi prevalere sulla pubblica amministrazione che non ha potere e competenza sufficiente per assumere un ruolo di Propagatore, peraltro tutto da inventare[1].
Nella zona del riquadro, delimitata con il bordo formato da una doppia riga rappresento il ciclo logico di funzionamento della reattività sociale con particolare riferimento al meccanismo di formazione dell’Etica di Gruppo e delle Leggi.
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La Società, nell’orientarsi verso il conseguimento di un Benessere che è Qualità di vita, è tanto più efficiente, quanto più i Residui si producano in Azioni di IV genere (fine logico, sia per il soggetto che per l’oggetto) i cui esiti siano supportati da valutazioni di Rischio preventivamente ottenute sul piano sperimentale, attraverso strumenti statistici.
Le Ideologie traggono origine dai discorsi in ordine alla Religione e alla Cultura nei termini di rendere gradevole l’esistenza. Dai discorsi nascono proposte concrete per agire e, per dare un senso compiuto alle cose da fare, occorre che gli attori si diano delle regole (Etica) per disattivare i conflitti e superare le contraddizioni.
A sostegno delle rispettive idee politiche, i Conservatori estrinsecano le loro tesi avvalendosi della Dialettica, mentre i Progressisti le rivestono con la Retorica: i primi esprimono Residui di Seconda Classe (istinto di Persistenza degli aggregati) e secondi di Prima Classe (istinto delle Combinazioni). L’interazione degli uni cogli altri si concretizza nella produzione di Derivate che generano azioni dirette o indirette attraverso i provvedimenti di Legge.
Il Profilo Sociale perfetto abbraccia l’intera Società che, attraverso il voto, esprime correttamente le sue aspirazioni  attraverso un percorso tracciato da Progetti specifici (Derivate) culturalmente adeguati per essere compresi e assimilati da tutti (Derivazioni). Quando i Politici, nel districarsi tra gli interessi in conflitto, trovano l’accordo nell’attivare un Progetto predisposto in ordine a fatti mutanti, si realizza un nuovo l’Equilibrio sociale conforme alle finalità precorse nella promessa elettorale.
 Un Profilo perfetto si traccia, non col lenire i disagi di questo o quel ceto, ma - proprio perché la diversificazione in ambito civico non è praticabile - nel considerare in modo complessivo l’interazione di tutti i fattori che si muovono all’interno del sistema socio economico.
A tal fine, è necessario che i Conservatori si astengono dal cavillare richiedendo Leggi garantiste con minuziosi regolamenti che ostacolano la libertà d’azione; e che i Progressisti, nel formulare i loro provvedimenti, non favoriscano questo o quel gruppo a discapito di altri.  Entrambi abbiano ben chiaro l’unico e fondamentale obiettivo: la Qualità di vita di tutti per costituire un autentico Benessere civico!
Si può quindi concludere che, un Profilo sociale perfetto, si muove tra la produzione di Beni e servizi e gli Apporti culturali che interagiscono accumulandosi tra le Risorse e i Valori culturali propri di una Società di Persone riunite in associazioni e famiglie, come si vedrà alla conclusione di questo libro.
Il Benessere è definito già come Qualità della vita e sta quindi posizionato al centro tra il PIL e gli apporti culturali e sociali.

2.     Regime collettivistico
Ancora sono troppe le comunità nelle quali la Persona non ha altra scelta che quella di usufruire di ciò che gli viene concesso.
Un Regime legato alla sola Ragione, senza che alcun peso sia dato ai Sentimenti delle Persone, ci riconduce al pensiero di Marx e alla forma di Stato totalitario governato da un partito o da un  dittatore. In Figura 8, rappresento lo schema ciclico del Regime Collettivistico dove le Risorse, sono conseguite attraverso il solo fattore Lavoro e tornano allo Stato, che si accaparra degli interessi sul Capitale e dei Profitti d’Impresa, trascurando del tutto la Rendita della Terra.
Fig. 8 - Regime collettivistico
Le Infrastrutture servono solo allo Stato che non può derogare dall’essere totalitario; alle Persone resta lo stretto necessario per sopravvivere seguendo supinamente le direttive per lavorare.
La Felicità dipende esclusivamente dal grado di Educazione imposto dal regime la cui accettazione, da parte della sudditanza, supera la sopportazione prodotta da soli Impulsi esterni per cui la Propensione al Consenso è da considerarsi Coatta, con la sola esclusione della Classe al potere (Tab. C.).
In tal caso il Progetto individuale viene a mancare perché si confonde e con quello imposto alla collettività, cosicché la Libertà è sopraffatta dalla Sopportazione dei vincoli. Il Benessere è conseguito dalla Soddisfazione tratta dal Consumo di ciò che il potere concede.
Spiritualità e Cultura troverebbero spazio solo nel Progetto educativo della collettività che, peraltro, è attuato attraverso l’Indottrinamento e da un veicolo culturale auto referenziato.
I Regimi totalitari, indipendentemente dalle ideologie alle quali si ispirino, portano le Persone a rivestire un comportamento Istintivo, secondo una matrice culturale Individualistica, nell’essere prevalentemente orientate al revanscismo, o al giustizialismo o allo anarco - insurrenzionalismo, e a cadere sotto il dominio dei Residui di Persistenza degli aggregati nonché nei residui in relazione alla socialità.
Dallo stato totalitario ideato da Hobbes, poi degenerato in quello concepito da Marx, si decade nel Non Stato immaginato da Rousseau. Il primo ha trovato conferma del suo esistere nelle numerose dittature che sono sorte ovunque nel mondo e tutt’ora nascono con svariate configurazioni ideologiche; dalle loro macerie non si produce una Circolazione delle Elette ma solo un ciclo di rivoluzioni e di effimere tirannie che riconducono i cittadini ad essere sudditi. Il Non Stato, invece, è rimasto sospeso nel mondo dell’utopia dove abita il fantomatico Buon selvaggio che forse ha voluto emularsi nei Figli dei Fiori.
Siamo ancora di fronte al dilemma proposto da Hobbes e da Rousseau. Quale sia la forma migliore di Stato, non so, e non mi ci soffermo oltre, ma, ma,nel prosieguo, desidero concentrarmi solo sulle forme di governo che effettivamente si sono succedute in questi ultimi secoli tra le quali le migliori stanno a metà strada tra le proposte di Hobbes e quelle formulate successivamente da Locke.

3.     Regimi democratici
La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora. (Winston Churchill)
Dopo le vicende, a volte tragiche, succedutesi nell’arco di poco più di quattro secoli, il mondo occidentale percorre ancora una strada che ha per meta lo Stato assoluto di Hobbes che è costruito per porre rimedio alla "guerra di tutti contro tutti" originata dal bisogno, innato in ogni individuo, di aver diritto a ogni cosa, e lo Stato contrattualistico di Locke concepito per costituire, secondo principi di utilità e di convenienza, un Governo articolato tra i poteri esecutivo, legislativo e giudiziario.
Mentre Hobbes formulava La teoria del contratto sociale che immaginava la società come una popolazione soggetta ad una autorità sovrana a cui tutti gli individui cedono i loro diritti naturali per motivi di protezione respingendo la dottrina della separazione dei poteri, Locke immaginava, invece, che nella natura umana, fosse insito un naturale diritto di difendere la vita, la salute e la proprietà per cui la società degli uomini dovesse costituirsi soltanto per conservare e accrescere i Beni civili.
I Beni civili sono formati dalla libertà di esistere, dall'integrità del corpo, dall’immunità dal dolore e dal possesso delle cose esterne (si tratta del dominio sui fattori di produzione) e furono accolti per la prima volta nella Dichiarazione d'Indipendenza americana sinteticamente come "vita, libertà al perseguimento della felicità".
Il 6 gennaio 1941, il Presidente Franklin Delano Roosevelt al Congresso degli Stati Uniti d'America, nell’annunciare la costituente dell’ONU (v. anche IV Follia a pag. 62) individuò questi Beni civili in quattro libertà (libertà di parola, libertà di culto, libertà dal bisogno, libertà dalla paura) che si tradussero nei Principi che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite riunita il 10 Dicembre 1948 definì fondamentali della Carta dell'ONU. Le Libertà furono sostituite dalle Obbligazioni degli Stati membri ognuna delle quali trovò un corrispondente dovere:
1.       salvaguardia della pace mondiale,
2.       tutela dei diritti dell'uomo,
3.       equiparazione giuridica di tutti i popoli,
4.       miglioramento del tenore di vita in tutto il mondo.
dove la supremazia dello Stato sopraffece la Persona specialmente per il mancato accenno alla Libertà e soprattutto lasciando per strada quella di parola.
Infine, il classismo marxista ed il corporativismo residuale nazionalistico fecero strame sia delle Libertà, sia delle Obbligazioni.
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Da allora, per effetto combinato delle due guerre mondiali combattute nel secolo scorso, per le crisi ricorrenti di mercato legate alla sovrapproduzione, per la politica monetaria che ha causato inflazioni a due cifre, per le relazioni industriali coltivate con criteri assistenzialistici anziché meritocratici, si manifestarono gravi disagi che tutt’ora sembrano non essere risolti.
Terminata la seconda guerra mondiale, e dopo le elezioni del 1945 che videro vincitore il suo avversario laburista Attlee, Winston Churchill dichiarò che la democrazia fosse la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si erano sperimentate sino allora.
Quando lo disse, avevo undici anni e la cosa mi impressionò: Winston Churchill, artefice della vittoria, scontento per aver subito un sfascio elettorale, sosteneva che la democrazia era l’unica forma di governo possibile per la nazione. E, infatti, è proprio questa la forma di governo che ben si adatta all'indole sociale della persona umana!
La nostra società è orientata a vivere coltivando ambizioni, correndo rischi nel gestire imprese e nel proclamare idee che ritiene giuste per la felicità di tutti. La sensazione di Benessere si realizza quando l’attività si svolge in modo più o meno efficiente dando l’impressione che, nel loro insieme, i risultati abbiano un senso compiuto per un Benessere diffuso e condiviso.
Tutto ciò indurrebbe a concludere che non necessitano formule per la Felicità, né per la Persona singola, né per Gruppi piccoli o grandi, ma la gente - quella che vota - vuol vedere che, dai modelli che sono loro mostrati, scaturiscano opportunità concrete per ottenere un reddito sufficiente per trascorrere l’esistenza entro elevati livelli qualitativi; cosicché, ad ogni tornata elettorale, ad ogni promessa di benefici, non seguano provvedimenti demagogici, costosi ed inutili.
Così, in Italia, sotto la voce di Categorie protette, si sono formati ceti elitari di persone: profughi, invalidi, vedove e orfani di guerra; persone diversamente abili, nei confronti dei quali, al posto di offrire loro nuove opportunità di produrre, si è posto in atto un complicato ed inefficiente sistema assistenziale. Protetti sono anche i residenti in zone dichiarate depresse per le quali ha funzionato per anni la Cassa del Mezzogiorno[2]. In 42 anni la Cassa ha finanziato iniziative industriali in Italia del sud ed in alcune altre zone del centro e del nord est, con lo scopo di colmare il divario con le regioni settentrionali, senza sollecitare gli investimenti strutturali necessari allo sviluppo sociale ed economico nel territorio.
Cattedrali nel deserto. Non si può nemmeno sottacere quanto ancora succede nei settori previdenziale, assicurativo e bancario, attorno ai quali l’inefficienza ha segnato il passo per anni, creando attorno un eccessivo numero di privilegiati protetti da potenti lobby che operano in perenne conflitto di interessi nell’estendere la loro influenza sino ad occupare le strutture pubbliche. Questa è la versione del welfare italiano.
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Il welfare è un sistema di norme con il quale lo Stato cerca di eliminare le diseguaglianze sociali ed economiche fra i cittadini, aiutando in particolar modo i ceti meno benestanti[3].
In realtà se il welfare è un sistema, non sembra che le norme per farlo funzionare siano state efficaci.
Si sa che il welfare funziona ancora in molti paesi, in alcuni meglio che da noi, ma, in tutti, si osserva che lo stato sociale è inefficiente in economia e pernicioso per la società.
Io mi occupo di strutture e constato che - laddove l’assistenza prevalga sul merito - la popolazione mostra scarsa reattività, e manifesta la tendenza a disgregasi in strutture indefinite ed instabili (centri sociali, famiglie allargate, comunità politiche, sette religiose) generate dell’abbandono dalla famiglia tradizionale.
Guardo ai fatti e lascio ad altri di cercare le cause di tanto danno, ove ve ne fossero altre. Nello Stato sociale la Felicità è confinata tra il Lavoro e lo Svago senza nessuno schema aggregativo se non quello costituito da Persone sole che si associano per attendere che succeda qualcosa (Fig. 9).
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Ritengo che, per avviare la società ad un funzionamento più efficiente, occorrerebbero precetti che consentono di mediare l’agire umano verso un paradigma confacente all'Istinto di libertà che costituisce il presupposto alla convivenza produttrice di Benessere compatibile con l'Idea che ognuno ha della propria Felicità.
Essere liberi di disporre di ciò che si ha e di ciò che si fa, è il motto che dovrebbe accompagnare il paradigma di una vera Società libera e democratica costruita attorno all’uomo.
Nelle aggregazioni ove la politica è orientata verso principi democratici diffusi, l’agire umano coinvolge un certo numero i Profili  che   ritengo   essere distinti    in quattro categorie[4], in cui 
Tab G - Gesione del progetto

Fattore di propagazione, trova un continuo miglioramento  quando i metodi sono aggiuntivi come ho scritto nel capitolo dedicato alla Interdipendenza dei Fenomeni e tra i Fenomeni  e non sostitutivi come nello “spoil system” praticato sin qui nella maggior parte delle democrazie moderne. In Tabella G sono rappresentati i requisiti di Socialità, di Creatività e Competenza propri dell’Agente, come esecutore e degli specialisti che formano e collaborano al Progetto.
I.         Progettisti. Sono persone il cui contributo - prevalentemente spirituale e creativo - richiede in minima parte l'apporto di relazioni interpersonali. Il risultato della loro opera consiste nel soddisfacimento di una domanda o nella formulazione di offerte entrambe di natura pubblica o privata correlative ai Bisogni spirituali: Religioso (b/1), Filosofo (b/.2/) e Artista (b/3).
II.       Artefici. Sono persone che - riunite in società - agiscono secondo protocolli specifici, per la realizzazione del progetto con obiettivi di massima efficienza col fine di soddisfare Bisogni materiali: Scienziato (b/4); Artefice (b/5); Imprenditore (b/6) e Commerciante (b/7).
III.     Mediatori. Sono persone – singole o associate - che curano i rapporti interpersonali per condurne altre ad agire secondo fini stabiliti dal progetto col fine di soddisfare Bisogni strumentali: Comunicatore (b/8), Docente (b/9); Politico (b/10); Mediatore (b/11).
IV.     Agenti. Formano una Categoria unica (b12). Sono gli Esecutori che, in autonomia o in gruppo, eseguono la parti del progetto loro affidato e condiviso, secondo le specifiche limitate e rigide competenze assegnata dal protocollo operativo. In questa categoria, sono inclusi gli Emancipanti (chi segue corsi educativi di formazione e di aggiornamento).
Si osserverà che, ad ogni contributo, corrisponde un bisogno e un tipo di libertà, sicché, nel progetto non succeda che un prete professi la religione come il commerciante vende un prodotto, e che un politico tragga il suo programma elettorale dal manuale del ferroviere. Inoltre, si noterà che tutti gli specialisti debbano godere di Libertà positive nel proprio campo di azione e di Libertà negative quando sono agenti in veste di  Esecutore e/o di Consumatore (a/10).
La massima efficienza si raggiunge quando i Profili ricadenti nelle prime tre categorie operano in Regime di Propensione volontaria e quelli della quarta in Regime di Propensione indotta.
In un Regime democratico, le Persone non operano in Regime coatto, eccezion fatta nei casi di inadempienze o di violazioni delle norme statutarie proprie di ogni associazione di appartenenza.

4.     Regime democratico sociale
Per rilevare quali siano gli scostamenti tra gli ordinamenti più sopra rappresentati ed i corrispondenti regimi che si sono instaurati, nelle figure 9 e 10 rappresento gli schemi ciclici che danno luogo al loro reale funzionamento.

Fig. 9 Regime democratico sociale

Fig. 9 - Regime Democratico sociale

In Fig. 9, rappresento lo schema ciclico del Regime Democratico Sociale dove il Prodotto del Lavoro e dell’Impresa compartecipata torna allo Stato sociale che non può derogare dal ridistribuirlo in base ai canoni di giustizia sociale. In questo caso le Infrastrutture sono gestite dallo Stato in regime di monopolio (statale o privatistico) e le Persone ne hanno beneficio come utenti di servizi esclusivi (energia, trasporti, comunicazioni ecc.). La Felicità dipende da un circuito culturale estremamente aperto alla tutela dei diritti, ma appena tollerante nei riguardi delle Libertà positive, sicché le Persone sono portate a rivestire una Propensione indotta mirata alla Socialità prevalentemente orientata alla Solidarietà, sotto il dominio dei Residui di Classe II: Persistenza degli aggregati, di Classe III Manifestare i sentimenti con atti esterni (scioperi e proteste di natura sindacale), di Classe III: Residui in relazione alla socialità e IV Residui di Integrità personale e delle sue dipendenze.
E’ interessante notare la posizione dell’Occupazione che è posta tra le Istituzioni nell’area della Coscienza delle Persone. A differenza dello Stato collettivistico, dove all’Occupazione non corrisponde alcuna Istituzione, nello Stato sociale, l’Istituzione esiste in quanto è garantita come diritto al lavoro e in misura più modesta come facoltà di esercire una modesta Impresa.
Concludo quindi col dire che nello Stato sociale, il cittadino ha diritto ad essere assistito indipendentemente dal lavoro che fa; ha il diritto ad avere una posizione di lavoro; può esercire un’Impresa in regime di concessione. La Felicità è ricavabile solo dallo svago sotto forma di ferie e riposi che sono diritti irrinunciabili. Nel Regime democratico sociale, la Libertà è concepita come Diritto/Dovere

5.     Regime democratico liberale
In Fig. 10, rappresento lo schema ciclico del Regime Democratico liberale dove il benessere è costituito dalla produzione di Beni Materiali che, a differenza di quanto accade nel Regime sociale, tornano alle Persone e non allo Stato che tiene per sé solo quello che serve per le sue funzioni. In questo caso le Infrastrutture sono gestite dal Decisore politico solo per i casi (ormai in via di scomparsa) di produzioni in regime di monopolio naturale e le Persone ne hanno beneficio in qualità di utenti di servizi esclusivi (energia, trasporti, telecomunicazioni ecc.), in condizioni analoghe a quelle offerte in Regime democratico sociale.
Fig. 10 - Regime democratico liberale
Per i liberali, la Felicità delle Persone non è affare di Stato. I Valori spirituali prodotti dal Benessere tornano alle Persone così come le vogliono accettare. Lo Stato liberale indirizza le leggi concedendo in prevalenza Libertà positive, limitando la diffusione di quelle negative solo nello svolgimento degli affari politici di sicurezza interna ed esterna e per far osservare le norme di comportamento civile (esempio: norme per la circolazione stradale).
Anche in questo caso la posizione dell’Occupazione è posta tra le Istituzioni nell’area della Coscienza delle Persone. A differenza dello Stato sociale, dove all’Occupazione corrispondono Istituzioni, nello Stato liberale, il lavoro è percepito come un Dovere dal quale sorge un Diritto valutabile in termini di efficienza e di merito, cosicché l’assistenza venga prevalentemente erogata da organismi di natura volontaria.
Le Persone sono stimolate nel rivestire una Propensione volontaria mirata ad una Solidarietà di tipo paternalistico orientata a conseguire la Libertà dal bisogno attraverso il successo dell’Impresa. Poiché il Regime liberistico è prevalentemente volto a far conseguire cose utili per le quali si compiono azioni logiche, non ci dovrebbero essere particolari motivi perché si costituiscano Derivate formate, sia pure in parte, da Residui. Ma non è così perché, per esser vero, occorrerebbe che i mercati fossero trasparenti, che tutte le Persone fossero oneste e che un’etica comune condivisa si sostituisse alla Legge.
E’ un’utopia, oppure potrebbe essere una realtà?

6.     Regime della consapevolezza
Quali risultati hanno conseguito i politici nel condurre le Persone a vivere secondo l’idea che ognuno ha della propria Felicità?
Non voglio dilungarmi sull’attuale progetto politico, fondato sul patto infame, che considera diritto ogni desiderio. Così si distrugge la vita con l’aborto, la famiglia col divorzio, la scuola con lo svuotamento della sua autorevolezza, e noi stessi alla mercé degli sbandati che occupano una società che si dissolve.
Di contro, dovrebbero essere d’uso stimoli morali essenziali nei rapporti interpersonali, stimoli che portino le Famiglie ed i Gruppi sociali a completarsi in una cornice di Benessere che è Qualità di vita e Concordia d’intenti.
Oggi, non è più il caso di considerare soddisfacenti organismi sociali raccolti in tribù, nel feudo o nella città murata, sistemi nei quali l'equilibrio si forma attorno a Persone che si muovono in uno spazio territoriale circoscritto con un’economia orientata prevalentemente alla depredazione.
In passato, la rottura dell'Equilibrio sociale avveniva per cause esterne (carestie, cataclismi, guerre) a seguito delle quali la società,  come più volte ho scritto, si ricomponeva secondo strutture analoghe a quelle preesistenti; oggi, invece, per effetto della globalizzazione politico-sociale, l'esistenza delle Persone tende a ricomporsi non più in classi in un  territorio ristretto, ma come gruppi che dovranno amalgamarsi nel consorzio umano interetnico.
A tal fine, è necessario ideare una nuova forma di coesione sociale legata all'adozione condivisa di principi etici che portino tutti a condurre l‘esistenza secondo un progetto associativo ispirato al reciproco rispetto e alla pacifica convivenza.
Secondo me, la Religione è lo stimolo essenziale per creare un nuovo paradigma legato alla solidarietà nel coltivare interessi comuni condivisi, all’opposto della multiculturalità che regge malferma con la tolleranza.
Ma è compatibile questo quadro con la progettazione politica globale deve la persona è oggi un atomo vagante e la famiglia una molecola instabile?
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Per quanto abbia trattato dell’argomento anche altrove, non posso sottacere un approccio sulla laicità dello Stato. Al riguardo ritengo che la Religione sia considerata come la radice dalla quale la Società trae la sua linfa per crescere. Trascurare il Senso religioso è uccidere la Libertà delle Persone. Appunto per questo la Religione deve eccellere sulle comuni opinioni della gente e non va confusa con le sette o i movimenti non radicati che storicamente nascono per motivi contingenti.
Hanno quindi importanza solo i quattro grandi movimenti filosofico  religiosi monoteisti oggi esistenti, ognuno dei quali è caratterizzato da un propria matrice di rapporti interpersonali che ritengo compatibili con l’ordine sociale modernamente inteso.
Nella vita civile, non si tratta di conoscere quali siano le Verità trascendentali che ci legano a questo mondo, ma d’essere coscienti che quattro dottrine storicamente radicate e sempre vincenti affermino verità universalmente compatibili per la conservazione e lo sviluppo della specie umana. Tutte quattro, pur nelle diversità rituali delle loro manifestazioni, hanno in comune la repulsione verso i vizi capitali e presentano notevoli somiglianze nei loro canoni etici che consigliano comportamenti ragionevoli, moderati e prudenti.
Non si tratta di scoprire nuovi vizi o peccati, ma di rimettere in fase le Due Tavole[5] dei Comandamenti che Dio diede a Mosè, con quanto avviene nel nostro complicato modo di esistere.
Le peculiarità comuni alla religione dovrebbero indurre a trasferire questi stessi valori delle Tavole (perché solo d’immanenza si tratta), in quelli civili e farli accrescere in modo autonomo, cosicché, a tutti, sia data l’opportunità di continuare il proprio cammino religioso senza che gli uni interferiscano con gli altri. Sotto questo aspetto è importante sottolineare che il rispetto dell’altro trova sostanza solo nel modo come venga reciprocamente inteso il Sentimento di Libertà e non sul fatto che preghi o non preghi il buon Dio.
Il sentimento religioso è atavico, e trova le sue radici nella storia. Dalla creazione dell’uomo o dal suo mutare da bestia, l’Istinto ha dovuto essere sorretto dalla deontologia: il che vuol dire che, nell’agire, un fine non può essere che il risultato dell'utilizzo di giusti mezzi. Non ha senso parlare di morale in organismi che si alimentano solo per figliare; è corretto, invece, un organismo siffatto si sottoponga a regole quando abbia la facoltà di derogare alla regola della sopravvivenza con un atto di egoismo cosciente.
Così riconosciamo che la crescita dell’umanità nasce dall’altruismo e trascina con sé quella religiosa sia pure con ritmi molto rallentati.
Nel politeismo induista, Buddha ha concepito la felicità come cessazione del desiderio per abbattere il dolore; il taoismo ha implementato il principio col canone del non fare (non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te)  ed infine il Vangelo che s’innesta nell’Antico testamento, conclude indicando la Via della Salvezza attraverso il canone del fare (fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te) attuabile con lo scambio d’amore.  In buona sostanza la deontologia si completa in queste tre verità e non è mai successo che l’una escludesse l’altra.
Si rileva tuttavia che gli istinti sovrastino la ragione e l’amore non nasca spontaneamente nella società. Nelle fasi di cambiamento la società tende a dividersi, l’amore vien meno, e nasce l’esigenza che la classe dominante, obnubilando la coscienza dei dominati, limiti con vincoli la libertà.
Se Dio ha parlato solo ai Profeti come credono gli ebrei e i musulmani, per i cristiani il rapporto diventa personale condividendolo come unico attraverso la Chiesa: Chiesa retta da uomini e non dal Dio che abita nella coscienza di tutti.
Solo l’Islam concepisce l’uomo come essere che persegue un progetto che Dio rende per ciascuno necessario.  Mentre il cristiano condivide con l’ebreo di dover operare secondo coscienza che è amore per tutti,  l’islamico opera secondo le indicazioni del Corano osservando volontariamente i canoni costituiti dai cinque pilastri[6], svincolandolo da ogni altro obbligo spirituale.
In breve, non considerando gli aspetti teologici, queste sono le rispettive filosofie esistenziali che formano il contenuto delle quattro Religioni:
·         Buddismo (stoicismo) - La vita è dolore (filosofia della cessazione del desiderio che provoca il dolore).
·         Taoismo - Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te (filosofia del non fare).
·         Islam: - Il progetto segue il percorso di vita che è scritto per ognuno (filosofia della necessità).
·         Dottrine cristiane (nate dal giudaismo)- Fai agli altri ciò che vorresti che fosse fatto a te (filosofia della libertà).
In ogni caso, l’essere umano è libero di formare un Progetto che trae origine dal fondamento di esistere secondo un ordine guida indipendente dal modo come se ne sia progettato il percorso.
Questo ordine è implicito ed equivalente in tutte le religioni e non c'è ragione di cercarne uno diverso tra le quattro proposte che ho menzionato.
Le divergenze nascono a valle di quest’ordine fondamentale, laddove il modo di vita imponga un corpo legislativo dal quale nascano regole volte a mantenere saldo l'equilibrio economico e sociale.
Il diritto naturale è una forma di diritto non scritto, ma connaturato dalla nascita. Si nasce liberi di avere per sé tutto ciò che serve per crescere. Questa libertà è vincolata alle risorse che non sono illimitate, specie, quando la complessità esistenziale cresce per effetto di un'estensione diffusa di benessere.
Allora, le scarne regole comportamentali imposte dal diritto naturale sono corrotte dalle istituzioni con l'imposizione di diritti e doveri che limitano la Libertà della Persona oltre quella specifica negativa che nasce dalla materialità delle cose; e la stessa Libertà inizia così a scomparire rivestendosi con ideologie propugnanti la formazione di classi sociali esclusive che conducono un'esistenza contrastante con gli anzidetti principi altruistici.
Per questa ragione, le Leggi ordinarie non devono distorcere i Valori universali, ma riferirsi a questi ultimi; nella redazione degli atti costitutivi, negli statuti, nei trattati e in qualsiasi altro atto tra persone devono esistere riferimenti a questi valori.
Le Costituzioni nazionali fanno discendere il diritto dalla sovranità che, indipendentemente dall’essere concesse dal re o autoproclamate dal popolo, obnubilano l'ordine originario al quale più sopra accennavo: vale a dire che insidiano la conservazione della dignità umana intesa come insieme di singoli esseri memori, coscienti e pensanti.
E' quindi necessario realizzare un modus vivendi, fondato su solidi Principi etici che pervada in tutte le forme organizzative e che consenta al consorzio umano di cogliere, per ognuno dei suoi membri, le migliori opportunità nel coltivare un progetto di vita compatibile con il benessere concepito come Felicità che ognuno è capace di trarre dal proprio operare.
Insomma, il Progetto di vita si svolge nel contesto di un'etica adeguata all'ambiente nel quale i singoli trascorrono l'esistenza interagendo con i fatti esterni accidentali che, in parte interni, originano dal sistema di funzionamento del Gruppo d’appartenenza e, in parte esterni, sono causati dagli eventi naturali non dovuti alla volontà umana.
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In Fig. 12, rappresento lo schema del Regime di Consapevolezza dove il Benessere non è più un aspetto sociale perché si fonde nel ciclo di produzione di Beni Materiali e servizi che, come nel Regime democratico liberale, tornano alle Associazioni, alle Famiglie e alle Persone. Lo Stato è mosso dall'organo costitutivo Decisore che segue la scia del Propagatore Istituzionale che vive con gli Apporti culturali e sociali generati dalla Qualità della vita.
Fig. 12 - Regime della Consapevolezza
In questo caso il Decisore sovraintende e coordina, avvalendosi delle Associazioni, delle Famiglie e delle Persone. Le Infrastrutture qui prendono il posto delle Strutture di base dello Stato e prendono il nome di Sovrastrutture gestite dalle Istituzioni attraverso organi privati di tipo associativo datati di piena facoltà d'uso dei fattori di produzione: Terra, Lavoro, Capitale, Impresa.
Le Libertà positive, sono quelle che abitano in ogni atto compiuto dai soggetti partecipanti nelle Istituzioni le quali emanano disposizioni che diventano cogenti per loro stessi, secondo i principi di un Codice Etico prescelto e compatibile con le Strutture dello Stato. La Legge, tradizionalmente intesa, continuerà a sussistere per gli aspetti costitutivi dello Stato.
Così, l’Occupazione diventa centrale tra Residui e Derivazioni, mentre, negli altri regimi,   lo spazio dell'Occupazione è coperto dalle Derivate prodotte dalla Reattività sociale figurante tra lo Stato etico e la Politica del regime nel Regime Collettivistico, tra Utilità sociale e la Politica, nel Regime democratico sociale; tra l'Utilità economica e la Politica nel Regime  democratico liberale. L’Occupazione, in quanto corrisponde ad un Bisogno strumentale che copre le aree degli Istinti e dei Sentimenti tra le Istituzioni e le Sovrasstrutture, ha sotto di sé il pieno domino della Reattività Sociale attraverso il controllo delle Derivate.
Nel Regime di Consapevolezza non sussisterà la necessità di mantenere una distinzione tra Svago e Lavoro in quanto lo svago è esso stesso il tempo che resta dopo l’Occupazione ed il riposo fisiologico. All’opposto: 


La Salute, non è più un Bisogno strumentale, ma va ad aggiungersi ai Bisogni materiali primari come Personalità.

Il Regime della consapevolezza è prevalentemente volto a mettere in atto Azioni logiche di tipo ragionevole. Quelle Non logiche riguarderebbero quelle interessanti i Bisogni immateriali e deriverebbero, come è logico[7], solo dall’area dei Sentimenti. Per le cose utili, che coprono i Bisogni materiali, per le quali si compiono Azioni logiche,  non ci dovrebbero essere particolari motivi di produrre Derivate formate, sia pure in parte, da Residui.
°°°
Come concludere un discorso sulla felicità?
Basta la buona volontà nel discernere i Bisogni materiali e  da quelli che scaturiscono dalla trascendenza. Insomma la buona regola di sempre:
Esser buoni, onesti, e tener separati
gli affetti dagli affari.
Vivere è sotto il dominio della Fede e della Ragione; Fare è sotto il dominio della Consapevolezza. Questa non è utopia: ma realtà!
  FINE


[1] Il ruolo ed il successo della Protezione civile in Italia, potrebbe essere un buon esempio per rappresentare la figura di un efficiente Propagatore istituzionale. Con la riforma sanitaria attuata da Obama negli Stati Uniti che prevalentemente interessa il sistema assicurativo privato, è auspicabile che, con l’occasione, siano avviati efficienti  propagatori appoggiati alla solidarietà sociale.
[2] Nata nel 1950 dalla mente dell’economista Pasquale Saraceno, ha cessato di esistere nel 1992 sotto il nome di Agensud. Ha erogato in media circa 3,2 miliardi di euro all’anno.
[3]  Da Wikipedia
[4] Il Gioco di Pibond – illustrato in Appendice - è predisposto sulla base dei principi della Tab G .
[5] La suddivisione dei Dieci Comandamenti nelle Due Tavole è dovuta alla simbologia corrispondente del Cielo e della Terra, dello sposo e della sposa e della Torah scritta rispetto alla Torah Orale.
[6] I cinque pilastri dell’Islam:
·         Shahada: è la professione di fede: “Non c’è Dio tranne Iddio e Maometto è il Messaggero di Dio”.
·         Salat: le cinque fasi al giorno per l’invito alla preghiera.
·         Sawm: il digiuno osservato nel mese del Ramadam. I musulmani usano un calendario che comprende dodici mesi lunari. L’anno risulta essere di 354 giorni.
·         Zakat: l’elemosina che è una tassa volontaria sui guadagni annuali del 25%
·         Hajj: il pellegrinaggio alla Mecca nel dodicesimo mese islamico, dove è eretta la Ka’ba.
[7] Non è un paradosso, ma una tautologia, figura logica appartenente al mondo della trascendenza.

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