.... ho urgente bisogno dei tuoi consigli! Qui, sembra, che tutti i nodi vengano al pettine!
Dallo scorso anno, dal mese di luglio, accade di tutto e di più!
I tempi sono maturi perchè si manifesti quella famosa follia che tutte le persone - di buon senso e di sani principi - attendono: un de profundis corale in memoria di coloro che si professarono e che si professano ancora comunisti, accomunati anche a chi, per sola opportunità politica, si dichiara essere ancora loro amico.
Questi individui hanno perso il lume della ragione, la loro estinzione è lenta e dolorosa e per questo esplodono con manifestazioni di violento maleficio seminando, ovunque operino, il terrore con l'uso spudorato della menzogna e dando un'impronta demagogica ad una proposta politica che porta a sovvertire l'ordinamento dello stato, dell'economia e della finanza.
Una cosa sola serve! Che il Parlamento riprenda il suo potere e ne suggelli la morte politica!
Non ti dico altro! Mi rendo conto che siamo al bivio: questo è da me percepito, come da sempre sai, sin dalla fine degli anni 40 dello scorso secolo.
Ferrara, martedì 16 settembre 1947
All'ora prevista, mi recai sul posto. Con qualche ritardo e intrufolandomi nella ressa, riuscii ad avere una copia. Finalmente, dopo tanto parlare e tanto disputare portai a casa questa primizia.
Dopo cena, con Papà e mio fratello, si iniziò a leggere l'art. 1 della Costituzione.
L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro.(1)
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.(2)
Il testo risultava diverso da quello del progetto originario quale fu presentato dalla Commissione per la Costituzione alla Presidenza dell'Assemblea Costituente il 31 gennaio 1947 che recitava:
L'Italia è una Repubblica democratica.(1)
La Repubblica italiana ha per fondamento il lavoro e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all' organizzazione politica, economica e sociale del Paese.(2)
La sovranità emana dal popolo ed è esercitata nelle forme e nei limiti della Costituzione e delle leggi.(3)
Ne seguì una discussione dalla quale scaturì che da un testo dal quale figurava l'esclusione degli imprenditori, degli artigiani, dei commercianti e degli esercenti le libere professioni che, ovviamente, avrebbero dovuto rientrare tutti nella categoria dei lavoratori - pena la loro non partecipazione effettiva ... all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese - si era passati a fondare la Repubblica solo sul lavoro, spogliando il cittadino della sua propria personalità di lavoratore e valutandolo solo su ciò che produce in modo coatto sulla base di pianificazioni economiche e sociali.
La fondatezza di questa osservazione è avvalorata da quanto previsto dal Titolo I della Costituzione (artt. 13 - 28) dove i rapporti civili sono regolamentari non secondo il principio che consente al cittadino di esercitare la propria libertà laddove la legge non proibisce, ma secondo quello che lascia il cittadino sempre nel dubbio di commettere reati perchè l'azione che sta per compiere o non è specificatamente prevista dalla norma, oppure, se prevista, il caso suo presenta diversità che suscitano rischi preoccupanti nell'assunzione delle decisioni!
Queste sono considerazioni che oggi faccio ricordando che a Papà sembrava ridicola l'idea di una repubblica di tal fatta e che solo la demagogia comunista consociata alla nascente e già temuta omologazione a sinistra dei democristiani di Dossetti, poteva costruire.
Questo passaggio in peggio è documentato dal resoconto sommario della seduta della Commissione per la Costituzione di mercoledì 22 gennaio 1947 - Presidenza Tupini, dalla quale risulta che l'unica, logica e perfettissima formulazione dell'art.1 sarebbe stata quella di accettare la proposta di Togliatti:
L'Italia è una Repubblica democratica di lavoratori.(1)
La sua avrebbe portato l'Italia ed esprimere con più chiarezza la sua vocazione sovietica e ciò è dimostrato dal fatto che nello stesso anno 1947 URSS si era data una nuova costituzione riformando quella del 1936:
Articolo 1 - L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno stato socialista degli operai e dei contadini.
Articolo 2 - La base politica dell'U.R.S.S. è costituita dai Soviet dei deputati dei lavoratori, sviluppatisi e consolodatisi in seguito all'abattimento del potere dei proprietari fondiari e dei capitalisti e alla conquista della dittatura del proletariato.
Rileggendo gli articoli 41 e 42 della nostra Costituzione, in modo subdolo e col diffuso principio di esaltare l'unico fattore di produzione riconosciuto, quello del lavoro, sugli altri che non risultano nemmeno nominati (terra, capitale e impresa), si ha proprio la conferma che la proprietà non è libera, ma vincolata al punto che, legalmente e con atti parlamentari, lo Stato può, di fatto confiscarla ai privati (come lo dimostrano gli annosi e non ancora sopiti tentativi di trasferire rete TV-4 di Mediaset sul satellite).
Art. 41 L'iniziativa economica privata è libera.(1)
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.(2)
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.(3)
Art. 42 La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.(1)
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.(2)
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale.(3)
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità.(4)
Pietro Bondanini Roma 20 febbraio 2006
Forse la follia si sta proprio manifestando ..... Il Senatore Marcello Pera ha lanciato l'Appello per l'Occidente.
Siamo sotto elezioni politiche: nel centro destra stanno nascendo finalmente buone idee per riformare gli atti costitutivi degli stati al fine di riportare in primo piano la persona umana definendola come Cittadino che è soggetto di diritti e non oggetto dello stato!!!
Donchì! Dove sei? Fatti vivo, per favore!
Pietro Bondanini Roma 25 febbraio 2006
Rivisto e postato il 7 maggio 2006
Trasferito sul blog il 21 maggio 2006
- Sei anche tu convinto che il cittadino, come persona umana, sia un soggetto di diritti tutelati dallo Stato, anzichè un oggetto da usare per i provvedimenti relativi all''organizzazione politica, economica e sociale del Paese?
- Pensi che sia necessario riformare, per intero, la Costituzione Italiana?
- Sono maturi i tempi perchè ciò avvenga?
E' anche interessante affrontare il problema procedurale della riforma.
Secondo me l'unica modo possibile sarebbe quello che il Parlamento formuli una Dichiarazione Costitutiva che stabilisce i diritti fondamentali della persona nel quadro degli elementi organizzativi essenziali che lo Stato deve assumere a tal fine.
Tale Dichiarazione dovrà essere sottoposta a Referendum popolare con contestuale nomina di una nuova assemblea costituente.