Sempre attuale

Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

14 gennaio 2013

Risolvere un Conflitto secolare

Ho generato la formula per valutare se l’offerta politica PDL e quella del PD sia in grado di superare il conflitto tra impresa e lavoro. L’offerta degli altri partiti non ha pregi per essere valutata, essendo prevalentemente orientata alle ideologie dei secoli scorsi nel conservare gli interessi di banche, imprese, corporazioni e sindacati.



08 gennaio 2013

La lettera

Speravo che Mario Monti, col grande carisma che gode attraverso le cariche rivestite nel campo della politica, dell’economia e della finanza, potesse finalmente dare l’avvio al programma proposto reiteratamente da Berlusconi in diciotto anni di storia repubblicana.

L'Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo.
Così, il 25 ottobre 2011, iniziava la lettera del Governo presieduto da Silvio Berlusconi all’UE. L’impegno era costituito nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita e, al riguardo fissava in otto mesi l’obiettivo da raggiungere nel nostro paese, operando su quattro direttrici:
Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;
Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;
Entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia;
Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.
A tal fine aveva previsto la creazione delle condizioni strutturali per la crescita dell’intero Paese dovesse inevitabilmente passare per la revisione delle politiche di:

  1. promozione e valorizzazione del capitale umano; 
  2. efficientamento del mercato del lavoro;
  3. apertura dei mercati in chiave concorrenziale;
  4. sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione;
  5. semplificazione normativa e amministrativa;
  6. modernizzazione della pubblica amministrazione;
  7. efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia;
  8. accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;
  9. riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.
Cosa è stato fatto da allora? Niente. Due mesi dopo Berlusconi deponeva le armi, non disponendo più della maggioranza in parlamento. Monti lo sostituiva ed emanava il decreto “Salva Italia” che ripeteva, a piè pari, gli impegni di Berlusconi. Cambiava il governo e, al contrario dello sviluppo, il cittadino, col nuovo, avrebbe percepito, come in effetti è successo, di essere sempre più oppresso con oneri impropri, e vessato da tasse che, anziché concretizzare espansione e tanto sospirato progresso, hanno ridotto in povertà famiglie che appena avevano raggiunto un accettabile tenore di vita: ora stiamo rivivendo un classismo anacronistico rispetto alla contingenza del nostro tempo.
Tra le otto politiche di revisione citate, la prima e più importante come quella costituita dalla promozione e valorizzazione del capitale umano, è stata del tutto ignorata.
Le cause dei nostri malanni sono armai note anche ai polli e, nonostante tutti le conoscano, l’azione politica ha occupato soltanto i soliti manovratori (impropriamente denominati tecnici) che continuano a sollazzarsi nella dialettica ideologica sul come, sul chi ha e sul chi non ha, che tangibilmente porta tassare la ricchezza di cittadini poveri, anziché quella dei ricchi, e conservare il patrimonio demaniale in stato di fatiscenza, anziché farlo produrre a vantaggio di tutti.
E’ successo perfino che, alla persona, continui ad essere negato, attraverso l’invadente intervento della burocrazia, il ruolo essenziale di promozione e sviluppo sociale ed economico per sé stesso e per l'altro; che gruppi d’individui seguitino ad alimentarsi attraverso il conflitto d’interessi disperdendo in privilegi cospicue risorse di lavoro e di capitale, e che, infine, ogni forma associativa prosegua nel vestire la forma di corporazione antidemocratica, venale e parassitaria ove lo scopo sociale consiste nel mero privilegio di appartenenza. Mi pare che, con la nuova stagione politica che inizia con la tornata elettorale del 24 e 25 febbraio prossimi, si debba comprendere che occorre porre in disarmo la molesta dialettica alimentata dalle ideologie arcaiche di destra e di sinistra che per troppo tempo hanno sostenuto la politica dello sfascio, per volgere l’attenzione solo ai fatti per costruire un nuovo percorso politico improntato al realismo per far conseguire - a tutti - i vantaggi di una qualità di vita compatibile con le conoscenze scientifiche e tecniche del nostro tempo.


Le fonti: -->
Lettera del Governo all'UE del 25 ottobre 2011
Decreto Salva Italia 
Manovra 2011