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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

2. Il Corso storico: Follie

(In corso di ulteriore revisione)
Revisione del 5 aprile 2016


Follia? Un Fatto ci coinvolge per un attimo, si annienta nel

presente e ci porta a vivere Eventi futuri.

Il vaso di Pandora
Ognuno ha una sua personale visione del tempo. Si è soliti pensare che la felicità duri un attimo e il dolore, un’eternità. E' vero solo quando il tempo così percepito sia inteso come un valore soggettivo. Oggettivamente questo tempo non esiste perché mancano riferimenti sui quali fondare un pensiero. L'emozione non ha una dimensione temporale perché è costituita da una miscela confusa di sentimenti in ebollizione, in cui, nello stesso istante, deflagrano con tanta intensità sensazioni contrastanti. Oltre questo confine, si ride e si piange provando insieme felicità e dolore.
Nella memoria, affiora un attimo di felicità: ecco spuntano i ricordi che permettono di porre qualche paletto.
Tuffarsi nel passato significa svelare contorni e dimensioni di fatti e circostanze che lentamente prendono corpo; gli avvenimenti sono rivissuti e si succedono formando una serie temporale sulla quale il presente e l'immediato futuro si trasformano in riferimenti logici: i momenti nella memoria diventano attimi di vita presente con una dimensione emotiva che coinvolge la propria persona con l’ambiente esterno e con chi sta vicino o lontano.
Fatti, avvenimenti, eventi sono il succo che la cronaca trasferisce nella storia. Se tra un fatto antecedente e un fatto susseguente esiste un nesso logico di causa ed effetto, significa che il primo è predittivo rispetto il secondo e, in conformità a questo principio, è possibile regolare i comportamenti perché ognuno possa accordare le azioni con quelle che si credono indispensabili per conseguire un successo dal proprio agire.
Non tutti i fatti sono integrabili in un progetto. I più non sono legati da rapporti di causalità e d’interdipendenza.
Se un progetto riguarda un certo percorso in cui dovranno essere portati a termine determinati atti, le singole azioni saranno commesse secondo un certo ordine logico in cui si prevede che a ogni Fatto accaduto consegua un Fatto atteso di accadimento quasi certo.
La certezza del buon fine di un’azione, riguarda la minima parte dei fatti che l’uomo desidera avere sotto controllo. La maggior parte delle azioni umane sono aleatorie e, soprattutto, l’esito è condizionato dall’abilità strategica di chi le compie; oppure sono determinate da Eventi imprevedibili che sconvolgono l’avverarsi della previsione.
Gli eventi mutano la vita, i progetti e le abitudini; spesso è indispensabile modificare il percorso prescelto, perché la via è divenuta impraticabile. Succede ogniqualvolta che un Fatto diventa Storia; un fatto, che, in un istante, scatena le potenzialità accumulate nel passato e si attuano in un presente preparatore dell’avvenire.
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Tra le definizioni della storia (ne riferisco altre in appendice) preferisco quella di Kierkegaard che fu il primo a riconoscere, nella storia, la categoria della possibilità. La trascrivo:
“Il passato non è necessario al momento in cui diviene; non è diventato necessario divenendo (che sarebbe una contraddizione); e lo diviene ancora meno attraverso l’intelligenza: guadagnerebbe ciò che l’intelligenza perderebbe giacché allora quest’ultima intenderebbe una cosa diversa e sarebbe una cattiva intelligenza.”
Tutto ciò che è in divenire, se non per divinazione, è inaccessibile alla mente e, quindi, è incerto ma possibile.
In realtà, penso che il dilemma tra Necessità e Possibilità sia un falso problema, perché, ove tra il fatto passato e quello futuro esiste un nesso, pare che non si producano particolari problemi per riconoscere che il passato è necessario. Quando questo nesso viene a mancare, la proposizione di Kierkegaard diventa vera, perché il fatto nuovo, l’Evento, interrompe la continuità del concatenamento dei fatti così come elaborati dall’intelletto. Il nesso ha una duplice caratteristica: è Causale perché il fatto futuro è conseguenza logica diretta del fatto passato; è Casuale perché l’accadimento dipende dalla probabilità del suo verificarsi, o extra ordinario, o unico come sembra essere il big bang o la nascita di Gesù. Che i fatti extra ordinari, o unici siano realmente tali non è dato sapere se non al loro ripetersi, nè importa che siano veri o falsi; importante, invece, è che la storia li registri per tali e non li confonda con i fatti di cronaca.

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Penso che, nella storia, i Cambiamenti abbiano alcune volte segnato i passi più importanti della crescita umana: sono le scoperte geografiche e scientifiche, le invenzioni con i conseguenti progressi tecnologici, i conflitti bellici, sociali ed economici, e le catastrofi naturali.
Le scoperte, e con esse le invenzioni, sono la più importante fonte di cambiamento e la causa di rotture negli equilibri sociali che hanno provocato stati di grave disagio per l’impatto sulle abitudini di vita. Gli strascichi di obsolescenza e le riconversioni sociali hanno costretto popolazioni intere a migrare dalla campagna alla città e da un continente all’altro.
Le guerre, pur con i loro connotati di terribilità tali da apportare gravi sciagure, non favoriscono l’adattamento e recano danno indistintamente a vincitori e vinti. Infatti, a fronte dei danni materiali sia pure ingenti, i conflitti non sembrano ridurre le etnie perseguitate al disfacimento. Dopo le guerre, gli indici demografici segnalano una notevole diminuzione dell’età media accompagnata, peraltro, da un grande aumento della popolazione. I conflitti che hanno lo scopo di razzia, di conquista e di genocidio non generano crescita sotto il profilo umano e sono del tutto inutili per chi li mette in atto. Cessata la belligeranza, vincitori e vinti tornano al normale svolgimento delle loro occupazioni e succede anche che i vinti traggano maggior vantaggio rispetto ai vincitori. Giappone, Germania e Italia, perdenti alla seconda guerra mondiale, sono oggi ai vertici dell’economia mondiale, mentre i vincitori stentano a mantenere il primato nel mantenimento dell’equilibrio politico mondiale.
Le catastrofi naturali danno scossoni rilevanti alla nostra esistenza: le grandi epidemie, i terremoti e gli tsunami, pur funesti in termini di vite umane, determinano cambiamenti poco apprezzabili per i superstiti che, a danni accertati, proseguono nel percorso dopo aver progettato ripari più efficaci contro le avversità naturali.
I mutamenti climatici si sviluppano in tempi sufficientemente lunghi per essere assimilabili senza recare rilevanti danni sociali per una società evoluta come la nostra; è peraltro una sciagura per le popolazioni nomadi del Sahara che dalla pastorizia non riescono a stabilizzarsi per mancanza d’acqua e per assenza di capacità nell’uso di tecnologie moderne.
Ecco quindi che posso affermare che, alla base dello sviluppo della civiltà, i maggiori stimoli derivano dalle scoperte geografiche, scientifiche e tecnologiche: per il resto, l’Umanità, come da sempre, è solo nelle mani di Dio.
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Considero il Corso storico come un susseguirsi di Fatti intercorrenti tra Eventi esogeni mutanti e controllati dalla Volontà umana, che chiamo Follie.
Fatti ed eventi storici seguono un andamento ciclico la cui durata è caratterizzata dagli effetti prodotti da follie che agiscono in cicli di breve, media e lunga durata, classificabili secondo l'esemplificazione che segue:


  • Corso contingente, comprende tutto ciò che succede tra un fatto e la trasformazione o la cessazione dei suoi effetti: la moda; le correnti artistiche. 
  • Corso generazionale, un movimento sociale o politico, come i beat degli anni 60, tutte le ideologie politiche, anche quelle che si estendono su più di una generazione;
  • Corso epocale, il tempo nel quale si estende l'effetto di un'intera civiltà caratterizzato da Fatti che determinano gli Eventi di grande clamore, come la nascita di Gesù, la distruzione degli idoli ammassati nel tempio della Ka'ba operata da Maometto nel 630, il viaggio di Colombo nel 1492; le scoperte scientifiche, la macchina di Touring ecc.
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In ciascun Corso storico (CS); sono individuabili alcuni parametri che caratterizzano il succedersi dei Fatti. A tal fine, è determinante l’Agire umano da considerare come Forza che esercita Deviazioni nel Processo storico che, appunto è formato dalla sequela di Eventi esogeni mutanti (EVE) controllati dalla Volontà umana che si scatena attraverso la dinamica delle Follie (FOL).[1]
E’ bene chiarire che il processo storico, non va confuso con quello della civilizzazione che riguarda singolarmente le etnie e i popoli secondo il paradigma che la storia ha disegnato per questi grandi raggruppamenti umani. Infatti, non penso possibile definire il contorno antropologico della civiltà quando questa rimane avvolta in confini ideologici, confusi, capaci solo a dar forma alle funeste utopie che si sono susseguite in questi ultimi secoli.
La civiltà si mostra per quel che è, e va considerata come categoria immanente che nasce negli eventi formati dal succedersi dei fatti e dal modo secondo il quale i gruppi umani si adattano ed evolvono.
La realtà è oggi contenuta in un modello evolutivo che tende a unire tutte le nazioni in un sistema socio economico globale.
A che punto del corso di questo processo ci troviamo e quando ha avuto inizio? 
Entelechia

Entelechia è il modo con cui una Civiltà tende a realizzare sé stessa secondo leggi proprie, orientando le sue potenzialità nel disporre i mezzi per esercitare il pieno dominio sulle risorse necessarie al proprio sviluppo.
Più sopra ho scritto che, nel lungo periodo, la Storia mostra una continua evoluzione costituita dal fatto che il Benessere dipende sempre meno dalla fungibilità dei beni materiali che si producono, ma dalle peculiari Risorse che si impiegano nel soddisfacimento di Bisogni immateriali. 
Addietro ho anche rilevato che, quando la continuità del succedersi dei Fatti è impedita da Perturbazioni - che sono un flusso di eventi che rompono la ricorrenza del Corso storico - gli accadimenti assumono un carattere di imprevedibilità e generano non più fatti derivanti dal concatenamento di cause ed effetti attesi con certezza ma eventi generanti una dinamica che sfocia in un nuovo Corso storico il cui sviluppo non è determinabile, ma sicuramente diretto a creare un nuovo modello esistenziale consono al contesto fisico e ambientale modificati.
Ora si tratta di completare il ragionamento e considerare cosa succeda osservando la successione di cicli storici.
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Il termine Entelechia è stato coniato da Aristotele per designare la sua particolare concezione filosofica di una realtà che ha iscritta in sé stessa la meta finale verso cui tende a evolversi.
Aristotele parlò di Entelechia in contrapposizione alla teoria platonica delle idee, per indicare come ogni ente si sviluppi da una causa formale interna a esso, e non da ragioni ideali esterne come affermava invece Platone che le situava nel cielo iperuranio.
Entelechia è quindi il modo con cui un organismo tende a realizzare sé stesso secondo leggi proprie, passando dalla potenza all'atto.
E noto come, secondo Aristotele, il Divenire si possa considerare pienamente spiegato quando se ne individuino le sue quattro cause: Causa MaterialeCausa FormaleCausa Efficiente Causa Finale. Per designare il compimento del fine Aristotele usò appunto il termine entelechia che indica lo stato di perfezione, di qualcosa che ha raggiunto il suo fine.
In Leibniz l'Entelechia è riferita alla qualità propria della monade di avere il compimento del proprio fine in sé stessa senza l'apporto di alcun principio esterno.
In economia, il termine di "Fatto entelechiano" è stato introdotto dall'economista Giovanni Demaria per rendere evidente i "fatti nuovi" ed esterni che rompono gli equilibri di un modello econometrico come, ad esempio, gli effetti della terribilità di una guerra sulla serie dei prezzi rilevati lungo la sua durata. Per i fini che intendo perseguire con queste mie note, entelechia è il modo con cui una Civiltà tende a realizzare sé stessa secondo leggi proprie, orientando le sue potenzialità nel disporre i mezzi per esercitare il pieno dominio sulle risorse necessarie al proprio sviluppo.
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Il concetto di entelechia applicato alla storia, conduce a impostare una teoria in base alla quale il succedersi delle civiltà determinano lenti, ma importanti cambiamenti che segnano il passo di continui miglioramenti del Benessere fisico che si consegue attraverso lo sfruttamento delle risorse naturali, energetiche e umane: queste ultime da considerare bivalenti nel senso che risultino sia dall’applicare la forza fisica oppure dall’esercizio di capacità intellettuali atte a surrogare la forza fisica.
Al riguardo osservo che è ragionevole considerare di elevato grado, una civiltà in cui l’esercizio fisico sia per la maggior parte applicata a scopo ludico o salutare, mentre la capacità intellettuale per ricomporre, in forma associata, le risorse che consumano sfruttando al meglio le tecnologie cosicché si possa dedicare la maggior parte del tempo in libere attività di carattere culturale.
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Il Grado di civiltà è lo sfondo insito in PAGINE di questo blog.
La Civiltà affiora dalla storia e accarezza tutti i Popoli. Come detto più sopra la Civiltà ha una vita a sé: ha una Memoria e una Ragione.
Civiltà è un concetto astratto che non sussiste senza la sua collocazione nella sfera della formazione culturale ricavabile appunto dalla Memoria e dalla Ragione sorgente da sé stessa.
La concretezza di un Popolo affiora dall’insieme di persone che lo compongono e la Civiltà ne esprime le sue peculiarità.
Anche Popolo è un concetto astratto e costruito artatamente, se, attraverso un connotato comune, non riesce dare una identità alle Persone che lo formano.

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Da "Oltre il Tempo - Uomo e Persona" pag.  67-71 e 33-36.
[1] In "5. Azioni degli uomini", e "7. Reattività sociale" si osserverà che la coesione sociale è in gran parte determinata dal controllo sugli istinti sollevati dai sensi, secondo una sequenza che si avvia al momento della percezione e che si conclude con la generazione dell’impulso ad agire.



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