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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

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26 settembre 2018

19.3 - La Diade Coscienza e Responsabilità

On the road
Tutti sentono l’esigenza di segnare il passo verso un traguardo comune dove l’integrazione dei popoli sia costituita della validità di una cultura radicata nei secoli, ma col rispetto della singolarità della persona umana nella famiglia.
Oggi, tutti i popoli corrono disordinatamente verso una direzione. C'è chi sta più avanti degli altri, ma si affretta verso una meta non chiaramente stabilita. Sembra di immaginare un film on the road dove tutti corrono con automezzi più o meno sgangherati, spericolatamente, ma ben attenti a non farsi troppo male.

C'è chi sta indietro e corre per superare chi gli sta davanti, ma nessuno sa ancora chi sia il primo perché il traguardo è lontano e confuso.
2 -I trenta caratteri del Processo decisionale
Peraltro, chi sta avanti allarga il dominio sui propri residui sorreggendo l’opera sua con derivazioni a prova di sperimentazioni compiute con ragionevolezza, seguendo passo - passo le fasi del progetto P9, come indicato sull’immagine qui ripetuta, in fig. 2 nel Capitolo 9 a pag. 155 del primo volume di Oltre il Tempo – Uomo e Persona. 
Vi si osservano ordini [1] che si frappongono nel susseguirsi delle cinque fasi:
La sequenza [P3 - P7] forma la diade [6. Coscienza Responsabilità] della tessera nella sottostante Tavola delle Diadi, dei Principi e delle Istituzioni tra lo [5. Scambio] e la [7. Equità] che risolve il rapporto tra utilità e ofelimità dei risultati attesi dalle occupazioni umane.

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La gente comune manifesta bisogni assai caotici e misurabili non sulla scala della utilità, ma su quella della ofelimità.
Più avanti esaminerò se, con riferimento ai tempi di oggi, la società ha assimilato in misura sufficiente i cambiamenti originati dal progresso scientifico e tecnologico, compreso quello conseguito nelle applicazioni sociali derivate dalle scienze umane. Quando l’assimilazione sarà attuata, nel senso che ognuno sarà sé stesso e non come vuole l’altro, la società umana si avvierà verso l’integrazione nel pieno rispetto della persona singola nell'Abito che gli è proprio. In breve, i residui complessivi espressi attraverso le azioni saranno tali da ridurre le tensioni prodotte dai cambiamenti e da consentire l’avvio di una di una durevole fase di pace,  solidarietà e consapevolezza.
Per avverare quest’assunto, occorre che si realizzi quel modello di società che assimili il progresso e tutte le potenzialità che le moderne tecnologie offrono per utilizzarle in un progetto in cui le persone si scambino reciprocamente i vantaggi complessivi che ne deriveranno.
Mi rendo conto che quest’argomentazione è troppo generica: facilmente si verrebbero a semplificare le relazioni di interdipendenza considerando le costanti come le variabili e confondendo i risultati da conseguire che sono i prodotti offerti e richiesti per soddisfare bisogni e desideri con l'impiego  di risorse umane e materiali rientranti nell'arco delle disponibilità.

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Perché si formi questo tipo di società, secondo me, occorre che il progetto si costituisca sui modelli esistenti: analizzarli, stabilirne i punti di debolezza e portarli a termine con un programma in cui sono individuate le aree di sviluppo e le aree di consolidamento per raggiungere una finalità che collima con il pacifico e oculato impiego dei fattori produttivi. Questo modello, oggi, è quello al quale si conformavano liberali e socialisti, ognuno dei quali dovrebbe, ora, alternarsi nella conduzione politica muovendo le loro azioni ora stimolando Residui di I Classe ricadenti nell’istinto delle combinazioni e ora quelli di II Classe ricadenti nella persistenza degli aggregati[2] 
Ma qual è il modello migliore?
A mio parere, non è possibile la coesistenza di due modelli contrapposti. Un modello sociale non può che essere unico e riferirsi a un'unica idea.
Il bipolarismo radicato sulle idee non crea un equilibrio sociale; crea una forma di classismo che tende a portarsi verso il Centralismo democratico che genera una catena inestricabile di compromessi. Oggi, lo Stato italiano con i suoi ordini e le sue strutture politiche, come altri, vive nel caos politico, sociale, giudiziario e burocratico all'insegna dell'incoscienza e della irresponsabilità che si consuma nelle corporazioni, nei sindacati non registrati pur soggetti a quest'obbligo costituzionale, nelle scatole cinesi societarie che portano i profitti anonimi all'estero e in un sistema cooperativo che mescola i profitti propri con i risparmi dei soci.
Diverso è il caso del bipolarismo radicato sui fatti e orientato su un’unica idea (non si tratta di ideologia).
Il centralismo politico come quello a cui assistiamo nel negoziato continuo tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio ha ragione di esistere solo per creare lo spazio di cristallizzazione nel quale cresceranno le gemme di più progetti. Essi saranno orientati al miglioramento della qualità della vita di tutti e non quello di discutere su quale sia la qualità della vita, specie sotto gli aspetti immateriali.
Pensare al centralismo come prassi politica è corretto per formare un progetto condiviso, ma praticarlo per rinnovare i giochi elettorali per mediare i termini dei colori giallo verde o verde giallo è folle, perché occorre, pur sempre, temperare il colore condiviso col rosso di Grasso o col blu della Meloni. Salvini e Di Maio stanno insieme uniti per raccogliere indicazioni per formulare il Progetto del terzo millennio. 
Il Mondo intero si agita e continuerà ad agitarsi intorno a loro … sino a quando tutti ritroveranno la famosa “quadra di Bossi”, peraltro sospinta non più a ricreare tra i moderati l'unità delle destre, ma a realizzare un sinergia di valori:


  • tra chi aspira di appartenere a una società fondata sulla libertà di esistere e dove, sul diritto, possa gravare solo il peso di un’etica condivisa 
  • e chi, già provato dall’eccessivo peso di rinunce nel dipendere da un’unica fonte di reddito attraverso il lavoro, desidera appartenere a una società dove la libertà consiste nell’esistere in una società dove le leggi coniugano la libertà attraverso l’equità e la giustizia.

Gli orientamenti politici che ancora disorientano gli elettori con fole autocratiche liberiste o collettivistiche,  devono evolvere verso gli anzidetti due schieramenti che potranno concludersi quando Salvini e Di Maio rientreranno nei rispettivi ranghi di popolari e di democratici!




[1] Come in figura 2, ogni Progetto (P9) si articola in una sequenza di orientamenti da intendere come Ordine di Processo. Per i fini che sono loro propri, le fasi sono sei e sono caratterizzate dalla:
·  SensibilitàC3) nel percepire i Bisogni(A8) da soddisfare riguardo alle aspirazioni dello Spirito(A3) sommosso dal Sentimento che è base della Qualità di VitaC10) prospettata sulla traccia dell’idea di Benessere(A10).
·  Volontà(C4) di procurarsi le Risorse(P2) seguendo Principi etici condivisi(A4).
·  Determinazione(C5) nell’applicare le proprie capacità in coscienza dell'adeguatezza delle attitudini per conseguire risultati coerenti con la Morale(A4) e con l’Estetica(A5).
·  Decisione(C6) nel predisporre con la dovuta Passione(A7) le azioni previste dal Progetto (P9).
·  Creatività(A6) nell’agire d’Impulso(C7).
·  Verifica dell'efficacia d’ogni singola fase e l'effetto di ognuna di queste, sull’Impresa(P10).
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