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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

04 maggio 2012

Silvio in stand bye.

Da un ventennio, la politica è ingessata sull’immobilità: buone intenzioni, finalità commendevoli ma il paese rifiuta i mezzi e i dispositivi pasticciati e contraddittori, che, sistematicamente, concretizzano un effetto contrario a quello sperato dagli stessi personaggi che li hanno messi in atto. 


Il progetto? Fine del percorso
Speravo che Mario Monti, col grande carisma che gode attraverso le cariche rivestite nel campo dell’economia e della finanza, potesse finalmente dare l’avvio al programma proposto reiteratamente da Berlusconi in diciotto anni di storia repubblicana, sempre avversato sul nascere dall’opposizione e da personaggi anche del suo stesso partito, senza che fossero raggiunti gli obiettivi prefissati. Non merita citare gli oppositori perché a nessuno verrà mai in mente di dedicar loro un vicolo o un cantone, anche se, ancora oggi, il loro nome invade il mondo dei media. Cosa intendesse fare e cosa immagina fare oggi Berlusconi non sembra più importante, ma essenziale ritengo ricordare i fondamenti della sua visione politica:
1. Restituire al cittadino la dignità della persona.
2. Compensare lo squilibrio divenuto intollerabile nel privilegiare il fattore lavoro rispetto all’impresa, attraverso tutele assistenziali e sindacali che, nel sovraccaricarla di oneri impropri, svuotano l’opera dell’imprenditore dai contenuti di merito e di responsabilità.
3. Abrogare migliaia di leggi che si sono accumulate nel tempo costituendo privilegi e protezioni ad esclusivo vantaggio di organi corporativi.
4. Diffondere la sussidiarietà attraverso il decentramento amministrativo e l’attuazione del federalismo fiscale riportando la gestione di ogni attività sotto la guida delle persone che si assumono la piena responsabilità di ciò che fanno senza la copertura impropria delle strutture burocratiche.

Ora, come allora, la politica dovrebbe ancora seguire lo stesso percorso di programma secondo quanto promesso all’ultima tornata elettorale. Invece con Monti sembra si siano scatenate sulla testa degli italiani le stesse menate prodotte dagli operai della Fabbrica del Programma di Romano Prodi, in via dei Cerchi. 
Da un ventennio, la politica è ingessata sull’immobilità: buone intenzioni, finalità commendevoli ma il paese rifiuta i mezzi e i dispositivi pasticciati e contraddittori che sistematicamente concretizzano un effetto contrario a quello sperato dagli stessi che li hanno messi in atto. Le speranze dei socialisti, già si sono disciolte per effetto dello stato assistenziale; il sogno comunista di collettivizzare l’intera società umana vive ancora nella nostra Costituzione che protegge solo il lavoro dipendente e privilegia la proprietà pubblica rispetto a quella privata: il tutto è retto da un organismo enfatico e accentratore le cui funzioni si esplicano attraverso rapporti non trasparenti i cui sostegni convergono al Quirinale dove una massa oscura di personaggi, uno dei quali è noto per aver depredato indiscriminatamente i conti bancari degli italiani. 
Smentisco e mi pento di aver scritto sul forum 2 di  il Legno Storto , in Similia similibus curentur, la frase di cui al punto 1., mentre lascio inalterato il contenuto dei punti 2. e 3. che qui di seguito trscrivo:
Ora, con Silvio in stand bye, l’aver conferito in modo bipartisan il potere ai professori e agli specialisti in materia di economia finanziaria è tranquillizzante per due motivi, ma preoccupante per un terzo.
1. Monti, come Prodi, è quanto di meglio è sulla piazza per far fronte alle agenzie di rating.
2. In tutto il mondo, è necessario restituire all'economia reale, l'afflusso del risparmio rilevando che, tra finanza ed economia, la variabile è la prima, peraltro governabile solo a livello globale;
3. Premesso quanto scritto ai punti 1. e 2., riusciranno i nostri eroi, pro tempore, ad agire sull’economia che rappresenta la costante da comporre in modo che ogni persona, in questo nostro mondo, abbia l’opportunità di realizzare un proprio progetto esistenziale? Oppure continueranno a percorrere l'idea, ormai secolare, che porta in grembo l’idea di Stato come ente di provvidenza che culla il cittadino da prima della nascita a dopo la morte?
Signori miei, così scrissi in un thread sul Il Legno storto il 27 gennaio 2012, alle ore 18, minuti 19:
Lo Stato si occupi solo dei vivi e si riformino i legami tra i principi universali di Dio, Patria, Famiglia e Persona, che sono e saranno in eterno, i pilastri dell’evoluzione umana.

E, mo’, che succederà? Perché Casini non torna all’ovile? Di chi si deve ripulire? Possibile che nell'UDC siano solo rose e viola, per cui il suo Segretario, ad ogni piè sospinto, reciti che Monti va benissimo e approvi tutto ciò ce dice e fa?
C’è un fatto positivo. I sindaci d'Italia cominciano a mostrare i denti.
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