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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

03 ottobre 2018

12. Agire tra indipendenza, autonomia e gradi di libertà

Aforismario
La libertà di scelta e l’autonomia operativa nei percorsi esistenziali, sono i principi in base ai quali le nazioni, ognuna col proprio retaggio storico,  possano mantenersi indipendenti e ottenere, in regime di autonomia degli stati, delle regioni, e delle comunità che le tiene unite, la consapevolezza dei cittadini di esistere per un mondo migliore. 
Nelle azioni delle persone possiamo attribuire sei caratteri distintivi:
1. Modo, 2. Mezzo, 3. Rischio, 4. Movente, 5. Portata, 6. Effetto.

12.1   Il Modo.

Il modo è come si fa. Gli imperativi di Kant non tengono conto di ciò che Goethe intendeva valorizzare: l'importanza del modo in cui i fenomeni si presentano ai nostri sensi, respingendo l'approccio di chi presume di valutarli in maniera oggettiva tramite strumenti in grado di misurarli.
Goethe non mirava a definire i fatti, riconducendoli al rapporto di causa-effetto, ma ad aprirsi allo spirito e all’anima che sono lo sfondo sul quale poggia la sensibilità del corpo umano. Pertanto, se tutti agissero in modo d'esser soddisfatti come “tu fossi una qualsiasi delle persone coinvolte nella tua azione”, va corretto nel senso che i fatti conseguenti all’azione debbano essere ricondotti ad aprirsi allo spirito e all’anima dove tutti appaiono nello scenario per essere “sé stessi”.
Così si abbattono ideologie e modelli ideati per creare uomini adatti alle cose, mentre si valorizza la fenomenologia umana che interagisce tra sé e con la natura quale appare connessa all’evoluzione storica.
L’Uomo moderno non è l’uomo di Kant, né quello di Hobbes né quello di Rousseau, come ho scritto da altre parti!
Il mio amico Pj Dik mi ha ricorda, in un suo post, che l’uomo di oggi ha sei cappelli come quelli che figurano in uno sketch di Dario Fo, nella sigla di Canzonissima di RAI 1 del 1962, dove un costruttore edile si rifiuta di dotare di misure di sicurezza la propria azienda e lo supplicano: 1. Lo psicologo, 2. L’economista, 3. Il sociologo, 4. Il mediatore, 5. Il Giurista, sotto lo sguardo attento della 6. Signora Dignità.
A questo punto, ritengo opportuno riscoprire i principi basilari della morale che, per i cristiani, formano la giustificazione degli atti umani.
Le virtù teologali sono tre: fede, speranza e carità. La carità diventa amore, la chiave di volta della fede e la molla della speranza.
Se l'Amore comprende l’altro è bene, se comprende solo sé stesso è Male.

12.2   Il Mezzo.

Il Mezzo è con cosa si fa; operazioni elementari sulle cose da combinare per usare le mani o uno strumento. La distinzione tra modo e mezzo è essenziale per intendere il comportamento della persona giacché, per ottenere un fine buono, il senso morale comune non consente la messa in opera di azioni cattive.
Due sono gli istinti: quello di combinare le cose tra loro per ottenerne altre e quello di mantenerle tali perché il loro uso risponde pienamente alle necessità contingenti.

12.3   Il Rischio.

Il Rischio rappresenta il grado di sicurezza per conseguire il successo. Considerare l’azione con i soli caratteri di mezzo e fine, nel senso che Machiavelli ha voluto dare a questi termini, è definire troppo vagamente l’agire umano: perché il fine è riferito al progetto e non all’azione. ma alla sequenza dei fatti, soppesando la ragione in rapporto ai rischi sopportati.
La storia propone l'attenzione sugli atti militari e politici, sottacendo quelli che hanno coinvolto direttamente le persone, molte delle quali hanno subito più danno che beneficio.
La terribilità delle guerre e delle rivoluzioni e le carestie che ne derivano sono spesso frutto della passione insita nell'agire, piuttosto che la ragione nel considerare tutti i fattori che concorrono a lenirne gli effetti. Le tattiche prodotte su strategie sbagliate portano all'annientamento.

12.4.  Il Movente.

Il Movente riguarda la ragione dell'azione in operazioni necessarie allo sviluppo del progetto. Qui si contrappone, in senso drammatico, la forza o la debolezza della Persona singola che progetta il proprio percorso di vita col credere e sperare di raggiungere liberamente la meta immaginata.
Sul movente s’impronta il discorso più difficile per riportare alla ragionevolezza l’agire comune degli uomini.
Il movente di Robin Hood (Il nobile Robin, dopo aver combattuto con Riccardo Cuor di Leone, diventa un fuorilegge, per difendere il proprio paese dalle prepotenze dello sceriffo di Nottingham), di Ghino di Tacco[1] (Quiv’era l’Aretin che dà le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte - Purgatorio VI, vv. 13-14) o del Passator cortese (Portavoce degli scontenti, riuscì per anni a tenere in scacco i governanti pontifici nei territori delle Legazioni), non era economico, ma politico. Lo stesso può dirsi di Garibaldi (Ritentò l’impresa dei Mille per la conquista di Roma, ma sull’Aspromonte fu bloccato dall’esercito regio e arrestato. Liberato in seguito ad un’amnistia, trascorse alcuni anni a Caprera ...) e delle brigate rosse o nere, perdenti o vincenti, alle quali vorrei tranquillamente aggiungere quelle che si vanno formando tra i no global ovvero tutti quelli che usano la violenza per opporsi o per ottenere il cambiamento[2].
Inizio col considerare che il movente per Kant è l’imperativo secondo il quale si può agire solo secondo la massima che potere e volere, al tempo stesso, è una legge universale.
Per Voltaire l’imperativo diventa agire in modo da considerare, l'umanità in sé stessa e nella persona di ogni altro, sempre come fine e mai come mezzo e, Rawls, giunge ad operare nel modo che, se tutti agissero così in quella situazione, e tu fossi una qualsiasi delle persone coinvolte nella tua azione, saresti comunque soddisfatto.
Sin qui il movente come ancora oggi sembra inteso dai decisori politici. Costoro creano modelli secondo una ispirazione ideologica, lo applicano immedesimandosi nei panni di chi opera e si dichiarano “comunque” soddisfatti per gli effetti che ne scaturiscono. Oggi la soddisfazione si misura col parametro del prodotto interno lordo (PIL) che si manifesta col duplice volto di rappresentare la domanda globale dei prodotti e quello dell’offerta complessiva degli stessi prodotti cosicché domanda ed offerta risultino drogate dal vizio compulsivo di produrre per consumare, da una parte e dall’altra produrre per ricavar profitti dal lavoro e dagli investimenti, dall’altra. Dal movente PIL, ben poco c’è per ricavare benefici dalle azioni qualificabili tra gli effetti menzionati al punto 6.
Si vedrà in seguito quanto poco possano essere valutati in termini di “soddisfazione” i consumi dei lavoratori, come classe di individui risparmiatori, prodotti da imprenditori alla mercé delle banche e dei fondi di gestione degli investimenti.
La nostra civiltà occidentale, ormai estesa a tutti gli esseri umani, è oggi fondata sull’idea che il benessere si misuri in termini di cose da usare e consumare creando l’illusione che siano le cose stesse a creare il benessere secondo la formula che prevede il consumo in continuo aumento.

12.5.  La Portata.

La portata può individuarsi nel vantaggio o svantaggio del beneficiario che si individua in queste cerchie:
a.   Primo tipo: per sé stesso;
b.   Secondo tipo: per le persone della famiglia tipo: per persone    con cui s’intrattengono rapporti sociali ed economici diretti;
c.   Terzo tipo; per persone con cui s’intrattengono rapporti       sociali ed economici diretti;
d.   Quarto tipo: per persone del proprio clan e di altre cerchie NON legate da uno specifico rapporto.
Credo che nessuna parte religiosa o ideologia possa muovere osservazioni su queste doti che sono paradigmatiche negli entourage che agiscono entro i confini della Portata di Terzo tipo, ma potrebbero essere condivise dall'umanità intera solo che si potesse trasformare ogni forma sindacale o corporativa in associazione volontaria togliendo le barriere che s’issano per coprire gli interessi di parte. L’interesse è il principale ostacolo perché si costituisca una coscienza consapevole che porti ad agire amorevolmente in 12.5.- Portata, senza distinzione tra a) o b).
Bello è amarsi, bello è l’amore in famiglia, bello è volersi bene tra i conoscenti, ma, meraviglioso sarebbe se la barriera di sospetto che ci divide, si spezzasse per formare una coscienza universale focalizzata sulla consapevole fiducia nell’altro senza conoscerlo.
°°°
Ma amarsi ed essere caritatevoli non risolve il conflitto d’interesse che nasce dall’autonomia operativa dell’agente. Le affermazioni di Kant, Voltaire e Ralws, erano e sono tutt’ora valide a giustificare la violenza che lo scienziato compie sulla natura e sull’l’uomo stesso, per aumentare la conoscenza e l’abilità tecnica che si rivela necessaria per la sua stessa esistenza.
Talché, oggi, si pongono seri problemi per delimitare l’indipendenza non solo dei singoli soggetti ma anche delle quella delle stesse istituzioni nel raggiungere le mission statutarie.
Inoltre, l’agente non sempre opera nel sistema umano per implementare il sistema stesso considerando la singola Persona come soggetto, ma opera fuori dal sistema considerando l’intero sistema umano come oggetto.
Ciò scritto nasce da un duplice conflitto: quello della persona oggetto che vuol essere riconosciuta soggetto e quello della società cui la persona appartiene per riconquistare la sua autonomia per non farsi manipolare dal Leviatano.
Non si tratta di questioni di sovranità ma di circostanze conflittuali d’interesse che non trovano soluzioni con le leggi ordinarie, né con quelle costituzionali e né statutarie, ma di un ordine superiore che solo un grande risveglio potrebbe rendere evidente a tutti che stiamo sulla strada sbagliata.
Il conflitto nasce in noi stessi: inizia quando intendiamo fare una cosa e indugiamo sull’opportunità di farla subito o dopo. La coscienza è oberata nel trovare la giustificazione tra quella indotta dalla ragione e quella sospinta dal desiderio e dalla passione.
Il percorso di vita è caratterizzato dalla Passione dominata dal contrasto tra virtù e vizi che accompagnano la nostra esistenza: le virtù sono la giustizia, la fortezza, la prudenza e la temperanza; i vizi che inducono al peccato sono l'accidia, l'ira, la superbia, la gola, l'avarizia, l'invidia e la lussuria. Questo è il primo assioma che porta ad essere vera la necessità che tutti seguano una morale condivisa. Non c’è quiete in una comunità quando nessuno segue la stessa regola nel determinarsi pigro o iperattivo.

12.6   L’Effetto.

L’effetto rappresenta l’esito dell’Azione in termini di fattori psicologici, economici e sociali. Effetti fuori campo di queste discipline, non interessano se non coinvolgono il movente per cui l’azione è eseguita.
Credo che nessuna parte religiosa o ideologia possa muovere osservazioni su queste doti che sono paradigmatiche negli entourage che agiscono entro i confini della portata di terzo tipo, ma potrebbero essere condivise dall'umanità intera solo che si potesse trasformare ogni forma sindacale o corporativa in associazione volontaria togliendo le barriere che s’issano per coprire gli interessi di parte. L’interesse è il principale ostacolo perché si costituisca una coscienza consapevole che porti ad agire amorevolmente in 5. Portata, senza distinzione tra a) o b).




[1] Bettino Craxi firmava con lo pseudonimo Ghino di Tacco i suoi articoli e i suoi editoriali di analisi politica pubblicati dal giornale l'Avanti!, organo del Partito Socialista Italiano (PSI) e arrivò a scriverne una biografia. Lo pseudonimo venne preso come risposta adottando l'epiteto con il quale il direttore de La Repubblica Eugenio Scalfari aveva spregiativamente accostato la sua "rendita di posizione", nel quadro politico italiano, a quella del celebre bandito medievale che, dalla rocca di Radicofani, calava sui viandanti della via Francigena, allora unica via di comunicazione tra Firenze e Roma (Wikipedia).
[2]  L’ISIS è un fenomeno a sé e va valutato tra quei raggruppamenti che, come secoli fa, hanno formato i Califfati, con la sostanziale differenza che Colombo non aveva ancora scoperto l’America. 

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