Se ogni cosa sulla terra fosse
razionale, non accadrebbe nulla. (Dostoevskij)
Matrioska congiunta |
La chiave di volta per raffigurare gli aspetti sociali dell’umanità
consiste nel percepire quali siano i ruoli della Matrioska e dei bambolotti che
uno nell’altro vi sono inseriti. Si tratta di soggetti che conducono
l’esistenza con un certo grado di certezza nel ritenere che il loro operare sia
coerente col modello residuale in cui la
libertà sia vincolata dagli adempimenti necessari per conseguire la massima utilità per
Sé stessi e per gli Altri.
In altre parole, nella Matrioska, i bambolotti sono Persone, che interagiscono tra loro
esprimendo una certa Reattività, cosicché
l’Equilibrio sociale Es si determina attraverso un generatore Gf costituito dall'apporto
di soggetti che considerano Vincoli alla
libertà solo gli Obblighi
assolti volontariamente. Il generatore stimola la propensione come atto
individuale, ma ha effetto solo se, dall'esterno, la vediamo come
personaggio unico ignorando se nella contingenza sia piena, mancante di qualche componente o vuota. Il comportamento complessivo di un gruppo associato,
contribuisce appunto a formare – anche se gli associati sono tra loro estranei o non si fanno riconoscere - l'Equilibrio sociale Es che si determina in coda al Processo generatore d'impulsi Ps.
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Mi si perdoni il richiamo a riferimenti matematici che saranno definiti tramite appositi collegamenti, ma, a parte questo ed il prossimo capoverso, i concetti che
espongo potranno essere compresi saltandoli e proseguendo oltre, salvo il fatto
di riconsiderarli successivamente ove fosse necessario un approfondimento.
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In ogni momento della storia, per ogni famiglia, tribù,
etnia, o popolazione, è possibile predisporre un modello residuale teorico che
tenda a rendere concreta l’anzidetta massima
utilità per ogni suo singolo componente e per l’intero corpo sociale. E,
senza dubbio, tale modello è ottenibile anche per le evenienze della nostra
epoca e per ogni popolazione che occupa la terra, sicché è possibile immaginare
una Grande Matrioska e tante altre Matrioske più piccole, quante sono le
Nazioni esistenti.
Se osserviamo la realtà sociale in modo globale, si
osserveranno scostamenti tra la Matrioska
teorica e quella reale; come anche si rileveranno differenze nel
confrontare quelle di ogni singola Nazione.
Ovviamente, non si tratta di costringere gli italiani ad essere
la Grande Matrioska, né quella degli
austriaci, russi o sloveni; ma di osservare se le popolazioni in Italia siano
sufficientemente omogenee tra loro per costituire un insieme da mettere a
confronto con la Grande Matrioska. Se, al momento, l'una è più o meno
efficiente non ha importanza, perché la reattività va valutata non tra le
singoli ma nel complesso riguardante la popolazione globalmente considerata.
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Prima di proporre come procedere, è necessario dire quanti
e quali sono i personaggi che compongono la Matrioska.
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Per spiegarmi ancora meglio, immagino che il contenitore
del modello residuale sia la Matrioska del mio scaffale. Utilizzo quattro dei
sei bambolotti ognuno dei quali esprime peculiari qualità residuali. Peraltro,
va tenuto presente che la Matrioska, in quanto può essere composta o scomposta,
assume il volto di quattro personaggi ognuno dei quali nei ruoli di visibile esterno
vuoto/pieno o non visibile interno vuoto/pieno qui elencati in ordine di
grandezza, il profilo di ognuno dei quali è il seguente:
1. la Matrioska quando racchiude in sé tutto il suo contenuto formato da individui
socialmente legati gli uni agli altri. Se in un Nazione si riscontrano gruppi
eterogenei, questi vanno trattati separatamente;
2. la Matrena
è la Matrioska svuotata dal suo contenuto. Peraltro, vuota o piena, è la
più brava nel saper fare presto e bene. La professionalità creativa dei
regatanti di America's Cup che
si fanno muovere dai capricci dei venti del mare la propongo come modello per
rappresentare la potenzialità dei pionieri, di coloro che smuovono la società
adeguandola ai cambiamenti producendo Residui di I Classe ricadenti nell' Istinto delle
combinazioni generanti in
ogni caso azioni non logiche comprese
nella Classe Seconda generi IVa e IVb (fini giustificati oggettivamente: si e
soggettivamente: sì rispettiva-mente accettati o non accettati
dal soggetto se li conoscesse);
3. il Fratello maggiore rappresenta la professionalità che si estrinseca in modo da non
lasciare nulla al caso. L’abilità dei piloti della pattuglia delle Frecce Tricolori e di tutti coloro
che sanno tenere in equilibrio tutte le componenti umane e materiali sulle
quali esercitano il loro controllo esprimono Residui di II Classe ricadenti nella Persistenza degli
aggregati generanti in ogni
caso Azioni logiche comprese nella
Classe Prima (fini giustificati oggettivamente:
si e soggettivamente:sì);
4. il Fratello minore rappresenta la confluenza di tutte le manifestazioni umane di
gruppo in un ordine sociale costituito come quelle espresse dalla Gente
comune, compreso quelle della Matrena
ed del Fratello maggiore. In
pratica rappresenta l’intero corpo elettorale della Nazione inteso come classe
unica; formano Residui di Classe III, IV, V e VI orientati a scopi di socialità generanti in ogni caso azioni comprese nella Classe Seconda genere II (fini giustificati oggettivamente: no e
soggettivamente: sì);
5. Il Fantolino intende esprimere la reattività sociale di quanto
resta di non logico e d’immaturo
nelle manifestazioni stimolate da bisogni primordiali che tutta questa umanità - che è la stessa
rappresentata dal Fratello minore cioè gente comune - esprime nel gestirsi
per il solo fatto di esistere. In pratica rappresenta la parte del corpo
elettorale che non vota o vota senza idee seguendo un percorso politico
conflittuale e non collaborativo. Formano Residui di Classe III, IV, V e VI generanti in ogni caso Azioni non
logiche di Classe Seconda genere I (fini
giustificati oggettivamente no e soggettivamente no) e genere III (fini giustificati
oggettivamente: no, e soggettivamente: sì).
°°°
Quando la Matrioska
è composta, ribadisco che ben si possa sostenere che rappresenti la reattività
sociale dell'intera società di una Nazione e che possa ricavarsi un modello sul
quale progettare, sulla base di un fantolino socialmente ben integrato, la
crescita del Fratello Minore
facendolo avvicinare, ove lo volesse e ne avesse le capacità, al Fratello Maggiore.
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Sinora ho rappresentato la civiltà come il succedersi di
fasi di rinnovamento alternate a fasi di decadenza: un fenomeno che, nel
complesso, si manifesta come cambiamento. Invece, ho trascurato il fatto che questo
fenomeno è comunemente inteso come progresso.
A mio avviso, confondere il cambiamento col progresso
costituisce una falsa rappresentazione della realtà. Infatti il progresso non
produce il cambiamento: è solo una faccia di esso e riguarda solo l'aspetto
tecnologico infuso nelle attività umane, cioè quell'elemento che considero come
unica variabile nella socialità della
Matrena e costante in quella di Fratello
Maggiore. Il progresso, strettamente congiunto ad altre Follie, getta le basi al cambiamento e,
quando è assimilato determina, nel Processo
storico, una fase ciclica: un' epoca, o per dirla con
gli storici, un evo.
Faccio questa precisazione perché l'errore è molto diffuso
ed è fonte di gravi distorsioni nella politica sociale perché si va
diffondendo, tra coloro che si denominano progressisti, la falsa idea che
l'evoluzione dell'uomo sia determinata dal progresso scientifico! No! L'uomo,
sotto questo profilo non evolve: in ogni tempo è capace di fare o incapace di
fare: fare cosa riguarda cosa possiede per fare, e come usa le cose per vivere.
Aumenta solo il suo potere di agire, sotto l'ombrello della razionalità su un
numero sempre maggiore di elementi regolatori della sua vivenza! Ma la qualità
della vivenza la determina sempre lui: l'uomo cosciente ed immutabile di sempre,
ovunque abiti!
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Quanta parte di razionalità c'è nell'evoluzione del modo
di vivere umano?
Fëdor Dostoevskij ci ha dato una grande lezione, come
figura anche nel sottotitolo del presente capitolo:
Se ogni cosa sulla Terra fosse razionale, non accadrebbe nulla.
Entropia, entro la quale l’unica cosa vera sarebbe la
morte!
E invece accade di tutto, e, se accade qualcosa per
muovere la socialità in modo
imprevedibile, vuol dire che ci sfugge un accadimento NON logico, NON sperimentabile
e NON ripetibile.
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Stalin e Hitler personificano ottimamente il Fantolino, invero, non nell’area logica
dell’Immanente, ma in quello
della Trascendenza dove gli accadimenti si svolgono come nell’interno
della Matrioska: i due tiranni – e poco importa che l'uno fosse nazista e
l'altro comunista - rimasero Fantolini
per tutta la vita senza aver mai seguito un regolare percorso di crescita:
Fantolino->Fratello minore->Fratello maggiore->Matrena
ma, al contrario, rimanendo immaturi nel pretendere di
impersonare caparbiamente tutti gli altri nel rubare la libertà a chi avesse
potuto essere loro di ostacolo ai loro mostruosi disegni, si appropriarono del
potere della Matrioska. Cosa ottennero? Niente per loro e miseria per gli
oppressi! Giocarono come bambini con giocattoli pericolosi per loro e funesti
per gli altri!!
Nessuno può arrogarsi il potere della Matrioska, ma
d'altra parte, tutti possono aspirare ad impersonare la Matrena.
Ancora oggi, alcuni ripetono lo stesso errore. Dotati di
scarsa cultura, iniziano con illudere i fantolini con false teorie (le fallaci
ideologie paretiane) e giungono a dominarli strappando loro la Libertà di coscienza senza farli
crescere a livello di Fratello minore.
Così creano sudditi che inducono a dover vivere nella Fattoria di animali immaginata nel 1944 da Orwell nel libro omonimo
la cui lettura, come il Pinocchio[1] di
Collodi, dovrebbe essere imposta in tutte le scuole del mondo.
Mi giunge il ricordo di questo testo perché, nel nostro tempo incerto durante il quale scrivo queste righe, osservare l'ascesa politica di certi personaggi, la cui cultura non credo superi la scuola di partito, mi ha fatto ricordare le stesse impressioni di quando, ai tempi di Stalin, lessi, da ragazzo, quei libri.
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Mi giunge il ricordo di questo testo perché, nel nostro tempo incerto durante il quale scrivo queste righe, osservare l'ascesa politica di certi personaggi, la cui cultura non credo superi la scuola di partito, mi ha fatto ricordare le stesse impressioni di quando, ai tempi di Stalin, lessi, da ragazzo, quei libri.
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