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11 marzo 2008

Tempo e matematica in salsa di cucina

Intitolare un post “Tempo e matematica in salsa di cucina” vuol dire, come minimo, voler passare per un filosofo neo-pitagorico con contorni epicurei!
Niente di tutto questo: si tratta del mio amico Karagounis78, (Kara per gli amici) che ha combinato un pasticcio che mi pone in grave imbarazzo, ma che mi costringe di mettere un titolo assai equivoco a questo post!
Il pasticcio nasce così:


1. Lunedì 3 marzo 2008 Kara posta un testo che ha per titolo “Project” sul quale figura solo un mio commento;


2. Il 6 marzo 2008 Kara posta un testo che ha per titolo “Matematica” sul quale figurano sei commenti tre suoi e tre miei;


3. Il 9 marzo 2008 Kara posta un testo che ha per titolo “Tempo” sul quale invio un commento il giorno stesso.


Il guaio è che nel post del 6 marzo figurano anche le sue risposte ai miei commenti dei post del 3 e del 9 marzo. Il tutto per argomenti che apparentemente non hanno attinenza l’uno con l’altro. Il primo "Project" riguarda la progettazione e la realizzazione della sua cucina nella casa che ha recentemente acquistato; il secondo, una manifestazione, tra le tante che si fanno oggi, per la diffusione popolare della "Matematica" con tanto di corteo al quale, pare che non abbiano partecipato milioni di persone, il terzo "Tempo" sul fatto che il mio amico Kara ha scoperto solo in data 9 marzo 2008, all'età ...(lo dica lui) ... il "lato oscuro del tempo".

Credo che sia abbastanza chiaro che Pibond nella veste di Donchì, e Kara nella veste del figlio del vento non possono definirsi neopitagorici in tinta epicurea solo per questo.

Ed ora cerco di rimettere un po’ d’ordine nel pasticcio, non prima di chiedere al mio simpatico amico etereo e ventoso, che prima agisce e poi pensa - per sua espressa professione - di soffiare in poppa a Donchì per farlo tornare da dove non so dove è andato da oltre due anni.
°°°
Progetto cucina.
Dal post del 3 marzo si capisce che, in corso d’opera, si è prodotta un’opportunità non prevista dal capitolato di spesa e quindi non coperta dal piano finanziario.
Visto che questo interessante problema stava scritto in ambiente aperto al pubblico e offerto a chiunque volesse esprimere un’opinione al riguardo, mi sono sentito in dovere di rispondere perchè risultava chiaramente che la desiderava. Infatti aveva scritto: “Per questo qualche spesa extra, in un'ottica futura, ci sta anche. Tuttavia vorrei cercare di non farmi trascinare da questa perversa spirale (sforare il budjet di 200 euro). La partita è appena iniziata, purtroppo manca l'arbitro.”

Ed io forte dell’esperienza di 45 anni di matrimonio mi sono permesso di suggerire ai giovani futuri sposi: “Fate quello che vi pare. Non cercate l'arbitro e seguite un unico progetto: vivere insieme felici".

Tutto si sarebbe concluso così se non avessi avuto l'idea di unire al mio commento al post del 6 marzo, questa breve frase: “A che punto è la cucina?”
Qui viene il bello. Kara compendia un’unica risposta per i tre post ed ora mi tocca di dire che sono pienamente d’accordo con lui sugli argomenti dei post del 6 e del 9 marzo; ma che, considerata la risposta che ha dato complessivamente ai miei commenti relativi al post del 3 marzo, devo confezionare una risposta diversa - ma pur sempre complessiva - dove erigere qualche paletto agli accordi da me dichiarati sugli anzidetti post del 6 e del 9 marzo.

Questo stato di fatto nasce dalla risposta alla mia domanda “A che punto è la cucina?
Infatti ha scritto: “La cucina, ancora in alto mare. Devo riuscire ad imporre il mio punto di vista”. Sostiene: "Devo imporre il mio punto di vista"!
A mio parere si tratta di un caso degno di approfondita analisi e, sin d'ora desidero di mettere in guardia chiunque dall’azzardarsi di pronunciare una frase del genere. Io, persona interpellata di un possibile arbitraggio per dirimere una delicata questione privata che non coinvolge alcun mio interesse, non posso esimermi dall'intervenire per chiarire la portata delle mie risposte relative agli altri argmonenti trattati.

A questo punto potrei lasciar perdere perchè si sa che tra lui e lei non è opportuno mettere parola perchè prima o poi la spunterà lei, a meno che lui sia disposto a stare in cucina per tutta la vita a far da mangiare per tutti.
Ma non posso fermarmi qui.
La risposta sua coinvolge, come detto sopra, gli altri due post.
La dichiarazione "Devo riuscire ad imporre il mio punto di vista" è sconvolgente nel contesto di un discorso che tocca l'esistenza umana nell'universo mondo spazio-temporale, nonchè matematico per giunta!!
Alfieri pronunciò la frase "Volli e fortissimamente volli" coinvolgendo la propria persona per compiere un atto volontario su sé stesso; Kara impone su sé stesso il dovere indurre un'altra persona - che, tra l'altro, gli sarà compagna per tutta la vita - a soggiacere alla sua volontà.
A questo punto mi rimane solo da dimostrare perché la cucina di Paola e Flavio diventa importante ai fini degli altri due post dedicati a Matematica e Tempo.
°°°
Kara è una persona alla quale la sua formazione di ingegnere sta stretta. Non si contenta di approssimazioni da regolo calcolatore (è obsoleto ma il concetto di precisione insito nel nonio è largamente usato in ingegneria), ma vuole usarlo anche per la soluzione di qualsiasi altro problema di natura diversa dal tecnico applicativo. Ne so qualcosa io perchè, formato nella disciplina delle scienze economiche, ho vissuto tutta la mia vita tra gli ingegneri, ad iniziare da mio nonno Francesco che peraltro non ho mai conosciuto ma vive in me per i racconti di mia madre, da mio padre per finire con mio fratello e tutti i miei colleghi coi quali ho lavorato all'Enel per lunghi anni
Questo debbo precisare perchè altrimenti non meriterei quell'attenzione che solo l'autorevolezza di una testimonianza che il retaggio che mi contraddistingue può dare.
Prego di leggere post e relativi commenti direttamente sul link mentre, qui di seguito, li sintetizzo per lo stretto necessario per formulare una risposta complessiva al problema.
°°°
Matematica
Si svolge a Roma una certa manifestazione sulla matematica. Lo scopo è quello di rendere più accattivante questo argomento ostico ai più, togliendo quella patina di materia slegata dalla realtà, per pochi eccelsi. Kara sostiene: “Diciamola tutta fuori dai denti: non è necessario che tutti capiscano questa affascinante materia. Meglio pochi ma buoni, si suol dire. Chi dimostra il proprio disgusto, la propria malavoglia ad imparare, non è degno di essere indottrinato: che resti nella sua ignoranza e perda anche gli aspetti più giocosi e simpatici della matematica Io, nel mio piccolo, penso di potermi ritenere fortunato perché capisco ed apprezzo questa disciplina, dove è l'astrazione pura a farla da padrona.”.

Al post formulo un primo commento nel quale sostengo che dovrebbe spiegare all’organizzatore della manifestazione che si è fortunati perché si capisce ed apprezza la matematica, dove è l'astrazione pura a farla da padrona; ma si è intellettualmente disonesti quando si pretende di imporla al mondo intero. Da questo punto di vista, la matematica diventa la scienza degli asini e di tutti quelli che gli tengono dietro. Ergo gli do ragione perché la matematica serve solo a chi può e sa servirsene come lui ed è inutile e dannoso imporla.

Mi risponde dandomi ragione ed aggiunge che è lo stesso organizzatore della manifestazione ha scritto che le cose peggiori vengono da chi usa in modo sbagliato strumenti potenti che poco conosce.

In questa risposta, inoltre, chiede: "E se invece si volesse imporre la filosofia? Sarebbe ovviamente altrettanto dannoso, come dimostrano tanti casi storici. Questo perchè è la visione coerente del mondo che una persona dà dal suo punto di vista: non è detto che ci siano riscontri oggettivi sempre veri. Vale la mia quanto quella di chiunque altro. L'unico punto in comune con il discorso matematico è che non tutti sono in grado di fare filosofia o di capirla. Nuovamente occorre astrarre molto, il che forse accomuna matematici e filosofi".

A mia volta gli ho dato ancora ragione dicendo che non si può mai imporre una filosofia e che è peggio che imporre la matematica! Anche imporre una religione: E' un insulto alla libertà.

Ho ricordato il detto Voltaire in tema di libertà di pensiero: "Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere" ed ho sostento l'assurdità di dover sopportare dei tromboni magniloquenti che impongono le loro formulette persino ai sentimenti, come se dovessimo servircene anche per amare il prossimo. Infine ho manifestato il mio rispetto solo per le persone oneste con le quali sono disposto a ragionare; mentre le altre le ignoro. Conclusi questo intervento dicendo che presto avrebbe letto qualcosa in tema di onestà intellettuale sul mio blog e aggiungendo il mio ringraziamento per ispirarmelo. In fine di questa mia risposta, ho aggiunto quella incauta richiesta di cui tanto ho detto più sopra: “Avete deciso per la cucina?”
Al ché, Kara, inserisce due risposte: una riferita al post Tempi del 10 marzo di cui dirò in seguito: l’altra a questo relativo a Matematica. che qui trascrivo integralmente:

"Cucina, ancora in alto mare. Devo riuscire ad imporre il mio punto di vista. Le imposizioni solitamente non piacciono mai a nessuno, tuttavia io, ingenuamente, penso che se si potesse imporre un modo di pensare dettato dalla ragione, del tutto oggettivo, la gente non potrebbe che piegarsi. Con Voltaire non sono così d'accordo; a me piace molto discutere con chi ha idee diverse dalle mie, perchè solo così si ha crescita di pensiero. Però non lotterei mai per far esprimere idee con cui non concordo. Aspetto il tuo post. "

Tempo
Esprime un concetto bellissimo e desidero proprio ricopiarlo qui integralmente.

"Il tempo è sempre stato un ottimo alleato, finora. Rimanendo sempre ottimisti, avendo la giusta pazienza nell'attesa ogni cosa si è sempre risolta per il meglio e, spesso, al momento opportuno. Questo però, me ne accorgo solo ora, è solo una faccia della medaglia: il lato oscuro è che con il tempo ogni cosa viene stemperata, si dilavano le emozioni, restano gli scheletri delle c onsuetudini. Farsi trasportare dalla inesorabile corrente porta dunque verso il
grigiore, inteso come neutralità, scarico di aspetti positivi e negativi per l'effetto delle due facce del tempo. Cavalcare il flusso, viverlo sempre al limite, come non ci fosse un altro istante, quella sarebbe la strada; ma in questo modo ci si consumerebbe come una candela sempre accesa, bruciando le energie troppo in fretta, dopo di che si cadrebbe in completa balia del tempo, senza la minima forza di resistervi."

Non l’ho ancora commentato. Ho solo risposto ponendo il collegamento alla pagina del mio sito dal titolo L’ancora della memoria.

Non lo commento ancora perché non vorrei fare una mostruosa figuraccia iniziando il discorso sul secondo principio della termodinamica, oppure sulla teoria delle azioni non logiche di Pareto che tiene costantemente impegnato il mio pensiero.

4 commenti:

  1. Caspita che post complicato. Ci ho messo buoni cinque minuti e vari switch tra i link per capire come dirimere la matassa.
    Sembra quasi un post scritto per permettere a te stesso di mettere ordine tra le riflessioni incrociate degli ultimi tempi.
    Rileggendomi attraverso i tuoi sagaci commenti mi sembra di notare un lieve filone di incoerenza nelle mie affermazioni. In effetti a volte perdo la bussola, specie se scrivo di getto.

    Ora aspetto famelico il tuo commento sul Tempo.

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  2. Hai proprio ragione! Sto riordinando le riflessioni di questi ultimi tempi, attraverso il lieve filone di incoerenza nelle tue affermazioni.
    Ciò che mi tormenta è che riesci ad agire prima di pensare. Ed ha maledettamente ragione se sei tra i componenti della pattuglia delle Frecce Tricolori. Per il resto aspetta che mi si chiudano tutti i circuiti del ragionamento.
    A presto con un nuovo post

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  3. Perchè ti tormenta il fatto che riesca ad agire prima di pensare? Cosa che oltretutto dipende dal contesto: al lavoro sono molto riflessivo, perchè è importante fare le cose come si deve.
    Ma quando scrivo o gioco di ruolo allora mi scateno e libero la mia impulsività repressa.

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  4. Confermi perfettamente ciò che volevo dirti. Mi chiedo infatti cosa succederebbe se un pilota della pattuglia delle frecce tricolori dovesse pensare prima di eseguire un tonneau!

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