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  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

19 marzo 2016

Ridare vigore all'anima

B O Z Z A
Non è mia intenzione, di elevare “Anima e Corpo” al vertice di una filosofia esistenziale. Tuttavia il mio sforzo - e credo di non peccare in presunzione – consiste nel ridare vigore all'anima che oggi si è dispersa in una società senza percorso, allo sbando.
Ridare vigore significa anche restituire ciò che lo Stato toglie per compiere atti di solidarietà che solo le Persone singole sono in grado di offrire con maggiore efficienza.  Fatto è che sempre meno appare giustificato che la società si divida secondo criteri di censo, cioè per classi di reddito, trascurando l'avviso che la democrazia regge solo quando, anche ad una sola persona, sia concesso di sopravvivere ma negato di esistere. Milioni di profughi che s'affacciano all'Europa sopravvivono per ritrovare l'esistenza. Noi, Europei, dobbiamo ritrovare l'anima coperta di ragnatele e le Nazioni debbono restituire ai rispettivi Cittadini le risorse che estorcono agli imprenditori e ai lavoratori per dissiparle negli sprechi, nelle guerre e nell'assistenza pubblica e privata ugualitaria inefficiente.  L'azione politica predominante contrasta ancora l'avvio di forme associative assicurative e previdenziali private complementari animate dall'amorevole volontà di tutti abbandonando gli interventi degli organi collettivistici agenti sotto ferma di cooperative. Ad ognuno il compito che gli è proprio: allo Stato assicurare libertà, dignità e sicurezza; al Cittadino quello di essere il motore che fa funzionare una società che mira ad una elevata qualità esistenziale.

Siamo in emergenza e dobbiamo chiederci: 
  • Dov’è l’anima se non avvertiamo quel minimo senso di solidarietà verso il nostro simile? 
  • Restano vani gli appelli di Papa Francesco come vani furono gli appelli di Pio XI e XII prevedendo il genocidio dell’olocausto che non fu solo quello degli ebrei? 
Restituire l’anima alle persone significa che tutti, indistintamente, abbiano l’opportunità di ideare un progetto che preveda, prima di affrancarsi dal bisogno e di migliorare la qualità di vita, il recupero della dignità che non sta solo nel rispetto dell’altro, ma nel sapere aiutare l’altro per liberarsi dalla paura: quella libertà proclamata il 5 gennaio 1941 dal Presidente Franklin Delano Roosevelt al Congresso degli Stati Uniti d'America;  Libertà di parola, Libertà di culto, Libertà dal bisogno, e non ultima, ma in primis, la Libertà dalla paura.
Ora, non si tratta più di Persone che soffrono ma di Popoli: Se ancora un solo popolo sulla terra, vivrà nella paura, nessun progetto potrà considerarsi come generatore di qualità di vita indispensabile perché abbia inizio il processo di liberalizzazione religiosa, culturale, sociale ed economica. 
L’anima è nascosta nella clandestinità!
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Il processo coinvolge un gran numero di coppie interattive di elementi antagonisti ognuna delle quali ha in sé un carattere trascendente e un carattere immanente come: Dio e Corpo; Anima e Ragione; Spirito e Sensibilità.

Fig. 2 - – I trenta caratteri del processo decisionale
In Fig.2 rappresento, in generale, il processo generatore di Azioni, nella sua articolazione su tre pilastri di dieci caratteri ciascuno:
  • Al centro, figura la Persona(P1) che opera utilizzando le Risorse(P2) disponibili nell’ambiente per conseguire, con l’uso dell’Intelletto(P3) attraverso l’Impresa(P10), Opportunità e Conoscenza.
  • A destra, figura l’Anima(A2) che aspira alla Felicità(A9), attiva l’intenzione(P7) volta a conseguire il Benessere(A10).
  • A sinistra, figura il Corpo(C1) che aspira alla Soddisfazione(C9) dei desideri, sfoga l’Istinto(P7) per conseguire la Qualità della vita(C10).
Anima(A2) e Ragione(C2) interagiscono rispettivamente con la Coscienza(P7), attraverso l’Intenzione(P7) coinvolgente il senso di Responsabilità(P7) ed entrambi, attraverso la Sensibilità(C3), muovono l’Impulso(C7) per attivare l’Istinto.
Nella parte centrale dello schema, si svolge il processo che porta l’Azione(P8) al suo compimento: Coscienza e Responsabilità fanno interagire due gruppi di quattro elementi che generano l’Impulso(C7) che, passando per l’Istinto, giunge al Progetto(P9) che fa funzionare l’Impresa(P10). Qui, per impresa, s’intende come la realizzazione di un progetto che non punta al profitto come sua unica finalità.
La Dinamica dei sentimenti che coinvolge il Processo decisionale produce rispettivamente Esperienza e Valori che si concretizzano con le Opportunità create dall’Impresa(P10) e con le Conoscenze acquisite al termine del Processo decisionale. In altre parole, l’Istinto(P7) produttivo di Azione(P8), interagendo, conduce il Progetto(P9) sul percorso lungo il quale il prodotto eccedente il Consumo(C8) per il Bisogno(A8) personale, rientra sotto forma di Opportunità, tra le Risorse(P2) necessarie per mantenere costante la Qualità di Vita(C10). La reale destinazione delle Risorse(P2) sarà argomento di esame nella quinta parte del libro. Qui, parlando di singola Persona(P1), ipotizzo che le Opportunità rientrino nella piena disponibilità della Persona(P1) che le ha create. Tra i risultati del Processo, si produce, a ogni ciclo, un accrescimento della Conoscenza che, interamente sarà rielaborata dall’intelletto sotto forma di Esperienza.
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A questo punto mi soffermo su alcune caratteristiche insite nel processo dell’agire della Persona che dai Sentimenti giunge all’Azione controllando gli Istinti.
Ogni Progetto si articola in una sequenza di fasi da intendere come Ordine di Processo. Per i fini che sono loro propri, le fasi sono sei e sono caratterizzate dalla:
  1. SensibilitàC3) nel percepire i Bisogni(A8) da soddisfare riguardo alle aspirazioni dello Spirito(A3) sommosso dal Sentimento che è base della Qualità di VitaC10) prospettata sulla traccia dell’idea di Benessere(A10).
  2. Volontà(C4) di procurarsi le Risorse(P2) seguendo Principi etici condivisi(A4). 
  3. Determinazione(C5) nell’applicare le proprie capacità in coscienza dell'adeguatezza delle attitudini per conseguire risultati coerenti con la Morale(A4) e con l’Estetica(A5).
  4. Decisione(C6) nel predisporre con la dovuta Passione(A7) le azioni previste dal Progetto (P9).
  5. Creatività(A6) nell’agire d’Impulso(C7).
  6. Verifica dell'efficacia d’ogni singola fase e l'effetto di ognuna di queste, sull’Impresa(P10).
Le prime tre fasi sono prevalentemente collocabili nell’area della Coscienza sotto il dominio dei Sentimenti, mentre la quarta e la quinta nell’area della Responsabilità sotto il dominio della Ragione. Il sesto è l'Elemento chiave che porta il Progetto al sicuro successo; ma il dilemma consiste nell’immaginare come e dove collocarlo.
La definizione univoca di Felicità in termini di Qualità di Vita, come fosse una formula scientifica, non esiste! 

La Felicità, variabile indefinibile e incommensurabile, non è materia che interessa l'ingegnere il quale, per ogni sua singola decisione, pone a capo della sua opera la verifica dei dati reali con un progetto che ignora i fenomeni trascendentali. Tuttavia, per tale ragione, non può essere trascurata, perché la Felicità (e11) è l'essenza della vita e costituisce il nocciolo delle aspirazioni umane. Il suo rilevamento avviene in corrispondenza della Soddisfazione (e3) che, nell’essere mirata alla Qualità di vita, assume il color Salmone (f4), formato dalla fusione dell’arancio (e3) col crema pelle (e5). Progetto e Impresa si colorano di Magenta (g4-g10) entrambi alimentati dall’efficienza sospinta dal Benessere (f10) che regge la Qualità della vita (f4).[1]

La tristezza non è una felicità negativa, perché è folle pensare che si possa progettare un percorso di vita con un obiettivo opposto alla felicità e, pertanto, i colori perdono la loro vivezza e si sporcano sino a congiungersi con la scala dei grigi[2], dal Bianco al Nero
E’ più facile pensare che la Persona (P1) riesca a mantenere un elevato profilo di Felicità (A9), pur riducendo il Consumo(C8) a livelli minimali e sopportando un maggior carico di Vincoli alla libertà, al fine di ottenere in futuro una più elevata Qualità di vita (C10). In tal caso il benessere è ottenuto attraverso consumi minimali in vista di accrescerli in un secondo tempo. La Felicità è sostenuta dalla certezza di ottenere i risultati sperati. Questo tempo dà l’idea dell’Orizzonte economico e sociale individuale della Persona.
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A questo punto, è necessario chiarire che nel processo costituito dalle anzidette sei fasi, la razionalità, intesa in senso cartesiano è presente in minima parte; in altre parole – per dir meglio – il processo è attivato dalla sola Ragione(C2) sostenuta dall’Anima(A2) sulla quale vale la pena fare qualche cenno e discuterne.
Pareto – da buon positivista – osservando che la maggior parte delle Azioni dell’Uomo sono NON logiche, pensò di costruire una teoria scorporando gli aspetti razionali da quelli che non riteneva tali; però, riconsiderandoli come esistenti nella natura umana. Insomma, come ho scritto in merito al capitolo 5. - Interdipendenza dei fenomeni e tra i fenomeni - ciò che ha ritenuto NON razionale, l’ha aggiunto, e non tolto, alle sue teorie.
Questa considerazione poteva provenire solo da una mente eccelsa perché, ancora oggi, la cultura scientifica predominante è orientata a trascurare del tutto le azioni NON logiche per farle rientrare forzosamente tra quelle logiche solo quando abbiano una qualche utilità economica, sociale o psicologica quantificabile; paradigmi spesso trasgressivi per il poco rispetto col quale è considerata la complessità della natura umana.
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In realtà, per ottenere il benessere che consiste in una sensazione esaustiva della felicità, occorre che le opportunità create siano tali da stimolare la disponibilità di fare qualcosa per ottenerla, disponibilità che sarà offerta in funzione della Libertà percepita nonostante i vincoli ambientali e sociali imposti dalla legge, dagli usi e dai costumi. E’ appunto la dinamica di questi insiemi che genera la soddisfazione generatrice del benessere suscitatore di un continuo ciclo di verifiche e di attività che porta a definire lo standard individuale della qualità di vita.
La valutazione dell’efficacia di ogni fase del progetto segnata dalla sesta fase del processo, segue lo stesso doppio circuito previsto per l’Azione, il primo del quale, coinvolgendo i Sentimenti, interseca il secondo che segna i Comportamenti stimolati dall’Istinto nel punto in cui la Coscienza cede il passo alla Responsabilità e dove la Responsabilità ritorna alla Coscienza.
In senso generale, ritengo che lo schema sia completo giacché ho ordinato e scorso tutte le parole per trattare la materia. E’ ora interessante osservare come, da questo schema generale, sia possibile trarre vari profili nell’orientamento di vita che scorre entro i confini estremi della corporalità e della spiritualità.
Nella processualità del Progetto ho individuato tre Profili derivati dallo schema generale mostrato in Fig. 3, nel quale l’Istinto mostrato in figura 2, tra la Coscienza e la Responsabilità, scompare nella terna Corpo(C1), RagioneC2) e Sensibilità(C3) per dominare sulla Volontà(C4).
Questa fusione denota la differenza in base alla quale s’intenda il Libero arbitrio, che dal considerarlo come scelta tra il fare solo il bene e dall’escludere il male, passa ad essere inteso come fare il bene o il male o, nell’operare, a non far differenze tra l’uno e l’altro, purché il progetto proceda. Similmente la terna Dio(A1), Anima(A2) e Spirito(A3), che insieme caratterizzano la capacità contemplativa della Persona, possono raggrupparsi sotto il termine di Spirito che sono  le religioni, le ideologie, le teorie, le credenze e le convinzioni che ci accompagnano in ogni momento anche nel compiere operazioni elementari sotto il controllo dei riflessi condizionati.

Fig. 3 bis - Schema dei Profili
Nelle Figure 4, 5 e 6 spiego la dinamica dagli otto generatori d’Impulsi, considerando come si svolge il processo quando questo si estende su entrambe le aree di Coscienza e Responsabilità, oppure solo su una delle due.
E’ il caso di affermare che lo schema dei Profili rappresentato, in figura 2, non si riferisce a singole Azioni, ma al Progetto che coinvolge la Scelta di Vita e non la Decisione(C6) che abitualmente viene assunta nelle attività di routine. Infatti nell’espletamento delle mansioni periodiche consistenti nella maggior parte di attività ripetitive di ruolo, il Processo decisionale segue il percorso breve dall’Intenzione(P7) all’Azione(P8) secondo un profilo che è tipico di ciascuna persona, tra Sentimenti e Comportamenti, in luogo dell’intreccio tra Coscienza e Responsabilità che si svolge nell’intimo di ogni Persona.

Colorare l'esistenza <- Ridare vigore all'Anima -> La dinamica dell'occupazione ...

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[1] Da questo punto l’uso del linguaggio dei colori cessa per riprendere quando saranno affrontati i temi dell’economia, della sociologia e della politica.
[2] I valori di R, G, e B tendono ad uguagliarsi da nero 0,0,0 (nero) 127,127,127 (grigio 50%); grigio 192,192,192 (grigio 25%); bianco 255,255,255 (colore bianco).


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