Oggettivamente questo tempo non esiste perché mancano
riferimenti sui quali fondare un pensiero. L'emozione non ha una dimensione
temporale perché è costituita da una miscela confusa di sentimenti in
ebollizione, in cui, nello stesso istante, deflagrano con tanta intensità
sensazioni contrastanti. Oltre questo confine, si ride e si piange provando
insieme felicità e dolore.
Nella memoria, affiora un attimo di felicità: ecco
spuntano i ricordi che permettono di porre qualche paletto.
Tuffarsi nel passato significa svelare contorni e
dimensioni di fatti e circostanze che lentamente prendono corpo; gli
avvenimenti sono rivissuti e si succedono formando una serie temporale sulla
quale il presente e l'immediato futuro si trasformano in riferimenti logici: i
momenti nella memoria diventano attimi di vita presente con una dimensione
emotiva che coinvolge la propria persona con l’ambiente esterno e con chi sta
vicino o lontano.
Fatti, avvenimenti, eventi sono il succo che la cronaca
trasferisce nella storia. Se tra un fatto antecedente e un fatto susseguente
c’é un nesso logico di causa ed effetto, vuol dire anche che il primo è
predittivo rispetto il secondo e, in conformità a questo principio, è possibile
regolare i comportamenti perché ognuno possa accordare le azioni con quelle che
si credono indispensabili per conseguire un successo dal proprio agire.
Non tutti i fatti sono integrabili in un progetto. I più
non sono legati da rapporti di causalità e d’interdipendenza.
Se un progetto riguarda un certo percorso in cui dovranno
essere portati a termine determinati atti, le singole azioni saranno commesse
secondo un certo ordine logico in cui si prevede che a ogni Fatto accaduto consegua un Fatto atteso di accadimento quasi certo.
La certezza del buon fine di un’azione, riguarda la minima
parte dei fatti che l’uomo desidera avere sotto controllo. La maggior parte
delle azioni umane sono aleatorie e, soprattutto, l’esito è condizionato
dall’abilità strategica di chi le compie; oppure sono determinate da Eventi imprevedibili che sconvolgono
l’avverarsi della previsione.
Gli eventi mutano la vita, i progetti e le abitudini;
spesso è indispensabile modificare il percorso prescelto, perché la via è
divenuta impraticabile. Succede ogniqualvolta che un Fatto diventa Storia; un
fatto, che, in un istante, scatena le potenzialità accumulate nel passato e si attuano
in un presente preparatore dell’avvenire.
°°°
Tra le definizioni della storia privilegio quella di Kierkegaard che fu il primo a riconoscere,
nella storia, la categoria della
possibilità. La trascrivo:
“Il
passato non è necessario al momento in cui diviene; non è diventato necessario
divenendo (che sarebbe una contraddizione); e lo diviene ancora meno attraverso
l’intelligenza: guadagnerebbe ciò che l’intelligenza perderebbe giacché allora
quest’ultima intenderebbe una cosa diversa e sarebbe una cattiva intelligenza.”
Tutto ciò che è in divenire, se non per divinazione, è
inaccessibile alla mente e, quindi, è incerto ma possibile.
In realtà, penso che il dilemma tra Necessità e Possibilità[1] sia un falso problema, perché, ove tra il fatto passato e quello futuro esiste un nesso, pare che non si producano particolari
problemi per riconoscere che il
passato è necessario. Quando questo nesso viene a mancare, la proposizione di
Kierkegaard diventa vera, perché il fatto nuovo, l’Evento, interrompe
la continuità del concatenamento dei fatti
così come elaborati dall’intelletto. Il nesso ha una duplice caratteristica: è Causale perché il fatto futuro è conseguenza logica diretta del fatto passato; è Casuale perché l’accadimento dipende dalla probabilità del suo
verificarsi.
°°°
Penso che, nella storia, i Cambiamenti abbiano alcune volte segnato i passi più importanti della
crescita umana: sono le scoperte
geografiche e scientifiche, le invenzioni con i conseguenti progressi tecnologici, i conflitti bellici, sociali ed economici, e le catastrofi naturali.
Le scoperte, e con esse le invenzioni, sono la più
importante fonte di cambiamento e la causa di rotture negli equilibri sociali che
hanno provocato stati di grave disagio per
l’impatto sulle abitudini di vita.
Gli strascichi di obsolescenza e le riconversioni sociali hanno
costretto popolazioni intere a migrare dalla
campagna alla città e da un continente all’altro.
Le guerre, pur con i loro connotati di terribilità tali da
apportare gravi sciagure, non favoriscono l’adattamento
e recano danno indistintamente a vincitori e vinti. Infatti, a fronte dei danni
materiali sia pure ingenti, i conflitti non sembrano ridurre le etnie perseguitate
al disfacimento. Dopo le guerre, gli indici demografici segnalano una notevole
diminuzione dell’età media accompagnata, peraltro, da un grande aumento della
popolazione. I conflitti che hanno lo scopo di razzia, di conquista e di
genocidio non generano crescita sotto il
profilo umano e sono del tutto inutili per chi li mette in atto. Cessata
la belligeranza, vincitori e vinti tornano al
normale svolgimento delle loro occupazioni e succede anche che i vinti traggano
maggior vantaggio rispetto ai vincitori. Giappone, Germania e Italia, perdenti
alla seconda guerra mondiale, sono oggi ai vertici dell’economia mondiale,
mentre i vincitori stentano a mantenere il primato nel mantenimento
dell’equilibrio politico mondiale.
Le catastrofi naturali danno scossoni rilevanti alla
nostra esistenza: le grandi epidemie, i terremoti e gli tsunami, pur funesti in
termini di vite umane, determinano cambiamenti poco apprezzabili per i superstiti che, a danni accertati, proseguono nel
percorso dopo aver progettato ripari
più efficaci contro le avversità naturali.
I mutamenti climatici si
sviluppano in tempi sufficientemente lunghi per essere assimilabili senza recare rilevanti danni sociali per una
società evoluta come la nostra; è peraltro una sciagura per le popolazioni nomadi
del Sahara che dalla pastorizia non riescono a stabilizzarsi per mancanza
d’acqua e per assenza di capacità nell’uso di tecnologie moderne.
Ecco quindi che posso affermare che, alla base dello
sviluppo della civiltà, i maggiori stimoli
derivano dalle scoperte geografiche, scientifiche e tecnologiche: per il
resto, l’Umanità, come da sempre, è solo
nelle mani di Dio.
°°°
Considero il Processo storico come un susseguirsi di
Fatti intercorrenti tra Eventi
esogeni mutanti e controllati dalla Volontà
umana, che chiamo Follie.
Fatti ed eventi storici seguono un andamento ciclico la
cui durata è caratterizzata dagli effetti
prodotti da follie che agiscono in cicli di breve, media e lunga durata, classificabili secondo l'esemplificazione che
segue:
- Corso contingente, comprende tutto ciò che succede tra un fatto e la trasformazione o la cessazione dei suoi effetti: la moda; le correnti artistiche.
- Corso generazionale, un movimento sociale o politico, come i beat degli anni 60, tutte le ideologie politiche, anche quelle che si estendono su più di una generazione;
- Corso epocale, il tempo nel quale si estende l'effetto di un'intera civiltà caratterizzato da Fatti che determinano gli Eventi di grande clamore, come la nascita di Gesù, la distruzione degli idoli ammassati nel tempio della Ka'ba operata da Maometto nel 630, il viaggio di Colombo nel 1492; le scoperte scientifiche, la macchina di Touring ecc.
°°°
In ciascun Contesto
storico (CS); sono individuabili alcuni parametri che caratterizzano il succedersi
dei Fatti. A tal fine, è determinante
l’Agire umano da considerare come Forza che esercita Deviazioni nel Processo storico
che, appunto è formato dalla sequela di Eventi
esogeni mutanti (EVE) controllati
dalla Volontà umana che si scatena attraverso
la dinamica delle Follie (FOL).[2]
E’ bene chiarire che il processo storico, non va confuso
con quello della civilizzazione che riguarda singolarmente le etnie e i popoli secondo il paradigma che la storia ha disegnato
per questi grandi raggruppamenti
umani. Infatti, non penso possibile definire il contorno antropologico della civiltà quando questa rimane avvolta in
confini ideologici, confusi, capaci solo a dar forma alle funeste utopie che si sono susseguite in questi ultimi
secoli.
La civiltà si mostra per quel che è, e va considerata come
categoria immanente che nasce negli eventi formati dal succedersi dei fatti e dal modo secondo il quale i gruppi umani si
adattano ed evolvono.
La realtà è oggi contenuta in un modello evolutivo che
tende a unire tutte le nazioni in un sistema
socio economico globale.
A che punto del corso di questo processo ci troviamo e
quando ha avuto inizio?
[1] Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità del fenomeno termodinamico individua la comparsa di un ordine stabile (fatto entelechiano) che segna una biforcazione segnata dalla Fig. 1.
Nella Fig. 2, invece, segna l'ordine irreversibile delle fluttuazioni dei percorsi che nel processo storico si individua nel corso della cronaca.
[2] Al capitolo 14, si osserverà che la coesione sociale è in gran parte determinata dal controllo sugli istinti sollevati dai sensi, secondo una sequenza che si avvia al momento della percezione e che si conclude con la generazione dell’impulso ad agire.
(Le figure1 e 2 sono tratte in appendice del libro "Il Futuro è determinato" di Ilya Progogine.)
[2] Al capitolo 14, si osserverà che la coesione sociale è in gran parte determinata dal controllo sugli istinti sollevati dai sensi, secondo una sequenza che si avvia al momento della percezione e che si conclude con la generazione dell’impulso ad agire.
E sono appunto queste forze che intendo considerare per
operare una traslazione di quanto ha osservato il grande economista e sociologo (Vilfredo Pareto) in ordine alle componenti delle azioni degli uomini che si manifestano nel
circuito sociale. Ciò consentirà di osservare compiutamente le forme politiche
esistenti e di progettarne altre al fine di conseguire un nuovo equilibrio esistenziale più aderente ai principi di
libertà rispetto a quelli proposti dalle passate ideologie.
L’Equilibrio sociale
può essere rappresentato dall’espressione (Es)
come risultante del concatenamento degli effetti nascenti dal
contesto storico (Cs), sullo sviluppo delle forze (Ps) attivante il generatore d’impulsi (Gf).
In sintesi, la dinamica sociale si articola su tre ordini
interdipendenti e precisamente sul Contesto
storico (Cs) che si manifesta nei suoi Corsi
temporali (contingente, generazionale ed epocale) con il
succedersi di Follie FOL che seguono allo
sciame di Eventi EVE:
Generatore
d’Impulsi (Ps)
Si manifesta anche sulla dinamica del Processo sociale (Ps) costituito dalla reattività che la società
manifesta nel contesto storico (Cs) individuata
strutturalmente nelle Derivate
paretiane DER che risultano dalle cerniere che si formano tra Residui RES e Derivazioni
DRZ:
Generatore
di Forze (Gf)[2]
Infine, sul generatore di forze (Gf)
che agiscono sull'intero sistema sociale nell'alternarsi di Forze d'impulso (Fi) e Forze neutralizzanti (Fn):
Gf @ [Fi < - > Fn]
(Fn) e (Fi) agiscono orientate a
mantenere l’equilibrio, in modo coatto,
indotto, volontario o consapevole, come si legge in riga 2 della Tab. B.
Ora sta
tutto a stabilire in che forma e quale sia l’elemento di equilibrio da
conseguire. Quando l’elemento non sia condiviso come nel caso della linea di
separazione tra salario e profitto succede che la Propensione divenga opponente
(Fo) e l’equilibrio si raggiunga
attraverso accordi bilaterali individuali o collettivi.
(Es) è solo un
metodo per separare, in un particolare contesto storico, l'insieme dei vari
aspetti che le azioni degli uomini assumono come componente delle forze (Gf), da quanto sfugge al controllo umano che si
concretizza in (Cs) per effetto delle
manifestazioni sorrette da atti, credenze, tradizioni, ideologie ecc. così come
Pareto ci ha insegnato a individuarle nella sfera della logica
sperimentale e in quella non
sperimentale (Ps).
Diverso è il trattamento dell'ordine relativo al Generatore di forze (Gf).
Ritengo che il Generatore di forze (Gf), agisca solo sull'economia del sistema e
coinvolga esclusivamente il bisogno materiale di vivenza per il conseguimento
del benessere utilitaristicamente inteso. Cosicché, trattando solo i quattro
fattori economici di produzione (terra, capitale, lavoro e
impresa e le rispettive remunerazioni: rendita,
interesse, salario, profitto), aggiungo anche il fattore di Propagazione istituzionale, la cui compensazione può
essere, già da oggi, individuata nel costo della pubblica amministrazione. La
materia costituisce, nel suo insieme, il regno dell'analisi quantitativa e
statistica facendo rientrare nella Logica
la maggior parte delle Azioni che
ancor oggi sono trattate nel campo della NON
logica. Il Generatore di Forze trarrà origine dalle tessere della
“Tavola delle diadi e dei principi regolanti le
istituzioni politiche” che esposta alla fine del capitolo 16.
°°°
Distinguere la dinamica sociale in tre ordini è
particolarmente importante per ricondurre sul giusto binario il comportamento
delle Persone nel loro contesto
sociale. Valga solo questo esempio per accennare al problema, con riserva di
chiarirlo meglio nel prosieguo.
Nelle città di tutto il mondo si sviluppano quartieri multietnici dove le Persone vivono fianco a fianco con la popolazione autoctona. Chi fa preghiera il venerdì, il sabato o la domenica; chi non mangia carne di maiale e chi quella bovina. Chi può ripudiare la sposa e praticare la poligamia. Esistono grumi sociali ingestibili, soprattutto perché profondamente radicati alle rispettive religioni d’origine. Il disagio sociale, in questi casi, non è causato dall’indisponibilità di beni, né da una situazione generalizzata di povertà, ma dall’assurdo legame che ognuno tiene con le tradizioni costituenti, attraverso la copertura religiosa, un obbligo morale anacronistico e nocivo.
Ora c’è da chiedersi se sia ragionevole ammettere che
nella nostra civiltà – nella quale sono inseriti i grumi sociali appena
accennati – possa sussistere autorevolezza nella conservazione di questo stato
di cose quando l’ordinamento civile, già da sé, offre tutele adeguate di
carattere etico, igienico e sanitario? Ragionevolezza dice che la materia
ricade nell’ordine Generatore di Forze
(Gf) che già contiene soluzioni
di profilo quali - quantitativo, e che è assurdo di considerarle ancora
operanti in quello del Generatore d’Impulsi
(Gs) derivandoli dai testi sacri
del tutto inidonei all’attuale Situazione Storico
(Cs).
[1] Seguire le formule con lo sguardo sulla
Tabella B.
“<->” = interattività; ->
“à” = sequenza irreversibile
[2] Il generatore di forze nasce da un’idea di Ignazio Alborè che me la propose per il mio post “Follie e reattività sociale” che pubblicai su http://www.pibond.it/argomenti/index.htm il 30 aprile 2007.
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