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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

09 giugno 2008

Viviamo nel panico?

Lio Site
In un thread su “Il legno storto”, il mio amico Sirro, a proposito di “Idee per la gestione del cambiamento”(*) commentava:
“ Ieri un esempio tipico "Il popolo deve restare imperniato attorno a ricordi che al potere conviene". Al potere fa comodo sbattere in faccia che "O noi, oppure loro appesi capovolti a Piazzale Loreto". Accidenti quanto appaiono simpatici i nuovi predatori, vero?”
Ai ricordi del passato ne aggiungiamo altri che ricaviamo dalle notizie che la televisione e i giornali diffondono; ricordi che si ingigantiscono nella nostra immaginazione, sollevando nel nostro animo di cittadini, stupore e profondo disagio che spesso provoca un preoccupante senso di panico.

Quali i rimedi? 
  1. La rivoluzione?
  2. Il giustizialismo?
  3. L'armonizzazione del nostro paese alla politica sociale occidentale fondata sulla democrazia e sulla libertà?
Quale scelta?
  1. La sinistra risollevando il simbolo della falce e martello ci vuole portare in piazza per fare la rivoluzione;
  2. Di Pietro porterebbe in galera Veltroni, dopo aver messo ancora alla gogna Berlusconi.;
  3. Proporre l'armonizzazione del nostro paese alla politica sociale occidentale fondata sulla democrazia e sulla libertà è la scelta che mi pare leggere nei programmi del PD e del PdL.
    Dimentichiamo il passato e guardiamo al futuro.
Al ché proponevo a Sirro di sostituire l'articolo 1 della Costituzione che recita "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro." in "L'Italia è una Repubblica democratica per un Popolo Libero." Non sono un costituzionalista, ma a me piacerebbe leggere questa cosa per immaginare l’Italia politica di oggi.
°°°
Se si vuole dare un significato all'art. 1 della Costituzione così come sopra modificato occorre stabilire e decidere il contenuto della libertà e la sua rilevanza nei rapporti della Democrazia, perchè la politica serva a salvaguardare e diffondere libertà e democrazia insieme.
Una democrazia senza libertà è un fantoccio tirannico. La libertà che si trasforma in anarchia uccide la democrazia. Il gioco politico sta nel mantenere in equilibrio questo rapporto.
A tal fine, vorrei ricordare che già esistono i presupposti politici per attuare pienamente questo equilibrio che va ricercato nell'evento memorabile che dette inizio alla fondazione dell’ONU.
L'evento si manifestò il 6 gennaio 1941 con la Proclamazione delle quattro libertà da parte del Presidente Franklin Delano Roosvelt al Congresso degli Stati Uniti d'America:
  1. libertà di parola
  2. libertà di culto
  3. libertà dal bisogno
  4. libertà dalla paura
ed ebbe termine Il 26 giugno 1945, a conclusione della Conferenza di S. Francisco con la costituzione, al posto della Società delle Nazioni, dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), alla quale fecero parte inizialmente 51 nazioni.
Stalin, per l'adesione dell'URSS, durante la Conferenza di Jalta (4.11.1945), pretese la divisione della Germania in quattro Zone e che le decisioni fondamentali fossero prese ad unanimità dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, rappresentanti rispettivamente l'Unione Sovietica, la Francia, la Gran Bretagna, il Canada e gli Stati Uniti d'America.
Dal contenuto della Proclamazione del 6 gennaio 1941 a quello della Dichiarazione dei Principi fondamentali della Carta dell'ONU si rileva una differenza abissale principalmente costituita dalla supremazia dello "Stato" sulla "Persona" ed il mancato accenno alla libertà tralasciando persino quella della parola.
La Proclamazione di Roosvelt riguardava l'uomo singolo, i Principi fondamentali, invece:
  1. la salvaguardia della pace mondiale
  2. la tutela dei diritti dell'uomo
  3. l'equiparazione giuridica di tutti i popoli
  4. il miglioramento del tenore di vita in tutto il mondo
Questi quattro principi: salvaguardia della pace, tutela dei diritti, equiparazione giuridica e miglioramento del tenore di vita, sono tuttora prerogative inderogabili degli stati membri che possono porre in opera, senza che gli organi dell'ONU possano in alcun modo intervenire, politiche sia liberali che pianificate ed ancor peggio imporre la tirannia continuando ad imbastire programmi utopici coercitivi nei confronti della popolazione.
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N.B. Il brano riportato in carattere corsivo è tratto questa pagina:
http://www.pibond.it/argomenti/eventi_di_ieri_visti_oggi/tsunami.htm
Tornerò ancora a trattare l'argometo nei prossimi post sotto l'etichetta "Idee per la gestione del cambiamento" perchè ho fondato motivo di pensare che, nel nostro paese, con il consolidarsi del bipolarismo non potranno più avere spazio le idee balzane nate dalle ideologie che si sono costruite intorno all'illuminismo ed all'idealismo dal quale derivò anche il materialismo.
Proclamare ancora idee del genere, non solo è di ostacolo al cambiamento, ma è dannoso per la formazione delle persone nel percepire la coscienza della propria libertà che non vuol dire libertarismo, né licenziosità, né tolleranza, né abbandono di qualsiasi freno alle passioni come sembra avvenire nel nostro mondo dove la cultura si è omologata ad uno sfrenato individualismo consumistico.
Il relativismo è tutto questo e genera maleficio e paura di fronte allo scatenarsi di bande che si esaltano senza alcun freno inibitorio e senza il rispetto dei più elementari criteri di buona creanza.
La letteratura, il cinema e la televisione sembrano compiacersi in passioni insane rappresentando il peggio di questa società e, anziché esecrarla, la corona di giustificazioni buoniste. Colpevolizzare la società, anziché le persone che trasgrediscono è il paradigma etico della giustizia di oggi.
Costruire una teoria giudiziaria attorno ad una mamma che uccide il proprio piccolo, è la missione che l’accusatore deve compiere nel sostenere la propria tesi di colpevolezza anche in assenza di movente ed anche in caso di mancato rinvenimento dell’arma del delitto.

Nessuno si chiede se una coppia che mette al mondo un figlio, assume un obbligo tale da non consentirgli di costituire altri nuclei familiari.
Il senso di responsabilità è abolito. Invece, se uno sbaglia deve pagare perchè è un asociale.
La tolleranza rispetto all'asocialità genera la paura.
Dobbiamo tutti riconquistare la "Libertà dalla paura", e soprattutto capire perchè abbiamo paura.
(*) http://www.legnostorto.com/index.php?option=com_joomlaboard&id=381468&catid=15&func=sb_pdf

5 commenti:

  1. 29 aprile 2017 - A quasi 9 anni da quando ho scritto questo post, poco o nulla è cambiato. Quasi tutti gli attori sono gli stessi, tranne Sirro con cui non corrispondo più da allora e Legno Storto, serrato da una ignobile sentenza giudiziaria. http://blog.ilgiornale.it/foa/2010/07/03/il-legno-storto-ucciso-dalle-querele-io-protesto/
    Al riguardo riprenderò questo post e quanto parimente ho scritto a pag. 43 di Oltre il tempo - Uomo e persona, per rilevare che la quattro libertà, così come furono proclamate nel 1941, oggi, appaiono inappropriate nell'ordine e nella loro definizione. La libertà di culto ammette il culto di qualsiasi religione o setta, massonica in testa, e quindi la libertà ha da essere religiosa e solo quella delle tre religioni storiche (ebraica, cristiana e islamica). La libertà di parola consente a qualsiasi idiota di dire la sua (e ... si sa, nelle élite gli idioti pullulano) e siccome oltre alla voce, l'uomo ha le orecchie, il naso e gli occhi per parola la libertà deve intendersi "di espressione".

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    1. La risposta alla domanda è, a mio giudizio, già contenuta nella descrizione che viene fatta della società odierna nelle ultime righe del testo di cui sopra.
      Certamente le 4 libertà enunciate da Roosevelt costituiscono una di quelle 'pietre miliari' o 'angolari' che dir si voglia, che danno inizio a una nuova epoca storica, in questo caso con ogni evidenza associata all'idea di democrazia come la migliore delle forme di governo e di convivenza sociale possibili; affermate in un un momento particolarmente gravido di minacce per il futuro dell'umanità.
      Se nessuna di queste 4 libertà irrinunciabili si è potuta realizzare, e in particolare la libertà dalla paura, che oggi è un potente veleno che intossica i rapporti a ogni livello, sia privato che pubblico e politico-economico, la ragione è da ricercarsi nel fatto che il concetto di libertà per essere realizzabile, deve essere coniugato a quello di RESPONSABILITA'. Si tratta di un binomio inscindibile che alcuni filosofi e pensatori avevano ben compreso (penso a Kant e Mazzini per citare due 'giganti'). Senza un ben radicato senso di responsabilità e quindi del "dovere", la libertà si trasforma inesorabilmente in licenza, e dà luogo a quel caos privo di valori etici, fonte di confusione e di paura, che intossica la società odierna. Peraltro determinato dal disprezzo totale della democrazia praticato dal potere delle élite.

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  4. http://blog.ilgiornale.it/foa/2010/07/03/il-legno-storto-ucciso-dalle-querele-io-protesto/

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