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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

09 novembre 2007

Un anno dopo

E' passato più di un anno da quando ho scritto i tre post che si sono conclusi con l'ideazione de' "Il gioco di Pibond". Non è cambiato niente! E' solo trascorso tempo inutile e le cose stanno peggiorando al punto che tutti hanno la sensazione che le cose, quando c'era Lui, andassero non meglio ma bene!
Ora più che mai, occorre recuperare il tempo perduto. Dobbiamo essere coscienti di ciò che possiamo volere e cercare chi è in grado di governare con saggezza.
Politica non significa fare gli affari propri nè quelli degli altri.
Significa soddisfare una priorità di bisogni condivisi perchè la comunità viva in armonia. Ma, se nessuno è in grado di creare questa priorità, come possiamo pensare che l'uomo politico possa operare?
A mio parere esiste lo statista in grado di fare una proposta concreta, valida e realizzabile!
Si tratta di cercarlo!
Ripropongo "Il gioco di Pibond" scaricabile qui in formato PDF

2 commenti:

  1. Caro Pietro, ti do del tu anche se dall'altro dei miei 23 anni dovrei dare del lei.Il gioco l'ho guardato, anche se non l'ho fatto :-))
    Sei sconfortato dall'attuale situazione politica? Eppure dovresti aver visto gli anni del compromesso storico, gli anni della fine della guerra fredda, dell'attacco dei giudici e dello sdoganamento degli ex-comunisti.
    Di che ti stupisci?
    Secondo me leggere Rothbord o Leoni ti può aiutare,sempre che tu non l'abbia già letto.
    Velleitario può essere il tentativo tuo di trovare qualche personalità che faccia l'interesse collettivo e non personale in quanto è la Politica in sè il male,più che le persone che fanno politica.
    Una soluzione efficiente nella politica non la troverai mai. Massimo potrai trovare soluzioni di second best, ma è già tanto. I politici sono portati a compromessi che non possono che distorcere con l'idea di individuo, in quanto tutti noi siamo portatori di libertà positive diverse.
    Il generalista a mio parere non serve. Idealmente parlando non servirebbe neanche un numero elevato di specialisti in quanto la classe politica dovrebbe condurre il minimo indispensabile alla sopravvivenza della struttura pubblica, che dovrebbe essere la più ridotta possibile.
    Tutto il resto è privato. COme l'etica ad esempio. Concetto assolutamente personale non esportabile per il pubblico dominio, ma solo nell'intimo di ognuno di noi.
    Arrendiamoci quindi. La casta non sono uomini ma il concetto stesso di politica. La parola politica è già di persè distorta. Un personaggio o un'altro poco cambia se non la condizione di facciata, o quello che la tv o i giornali ( manovrati dalla politica)ci vogliono fare credere.
    Pensiamo positivo,ma sempre tenendo presente che il male che opprime il paese non è causato dalla Politica. La Politica è il sintomo.Ma il male, vero è nella società, è nella gente, che non lavora per se stessa , ma per distruggere gli altri
    Riccardo

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  2. Caro Riccardo, a questo punto sono io che ti dovrei chiedere se posso darti del tu e non viceversa come simpaticamente hai proposto. E, dal “tuo” punto di vista, hai avuto ragione nell’avviare questa consuetudine superando i convenevoli ed arrivare all’intimità! Non per risparmiare tempo, ma perché le parti si sono invertite. Sono io il giovane idealista sognatore inconcludente e tu, il vecchio che ha perso ogni speranza di trovare un uomo valido che curi i mali della società.
    Se la metti sotto questo profilo, certamente non ti appaiono evidenti le motivazioni del discorso che prelude al gioco.
    Quando dico un uomo non dico l’uomo Prodi, Veltroni o Berlusconi.
    Dico l’uomo che sta in tutti noi, che si trova giocando un ruolo insieme ad altri. Ognuno vede in se stesso un modello, come ognuno vede nell’altro un modello. Oggi troppi fatti disturbano la corretta visione delle cose. Siamo oppressi dal contingente. Nessuno pensa al futuro. Siamo cicale. Diamoci una calmata!
    Al posto del gioco televisivo ebete e antieducativo delle scatole, non è meglio trovare un sistema ludico che aiuti ognuno a trovare se stessi negli altri?
    Dopo tutto, il male non sta nelle persone, ma nella società che si è disgregata per effetto del male.
    Pensa solo quanto è difficile spiegare alla gente che il male non sta nella ricchezza ma sta nel come la si usa.
    Pensa al danno economico subito dall’Italia con la rinuncia al nucleare! Col meridionalismo! Con il ritardo nella scelta del sistema televisivo a colori! Con il ritardo nell’introduzione della previdenza complementare! Con la socializzazione della ricerca scientifica. Con la scarsa tutela della proprietà intellettuale. Con il corporativismo cooperativistico che invade ogni settore della cultura e dell’economia.
    L’elenco è interminabile e lo chiudo con il rilevare la totale mancanza di trasparenza in qualsiasi rapporto tra persona e persona e persone e istituzioni.
    Il nostro amato paese è posseduto da un male grave. Pensiamo di essere partecipi di una forma di solidarietà e, invece siamo collettivizzati in una burocrazia sorda ed inefficiente!
    Ti prego, fatti venire un’idea, perché gli uni si aprano agli altri e perché la gente cominci a pensare.
    Una domanda: Rothbord o Leoni chi li conosce? Sono i tuoi modelli? Ebbene prepara una breve biografia mirata di questi autori e avrai i primi due personaggi del gioco.
    Ne faremo poi una sintesi con Pareto. Il sociologo è essenziale. Per la religione e per la filosofia ne parliamo.
    N.B. Le regole del gioco e il contenuto delle schede devono superare la “prova dello stupido”

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