Sempre attuale

Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

27 dicembre 2013

Rapina di Stato

I cittadini italiani saranno mai capaci di riacquistare un senso politico appropriato perché solo chi sia bravo, onesto e consapevole possa accedere alle stanze del potere per ricondurre la società ad equilibri compatibili con una vita civile decente?
La gente comune, osservata quando guarda un manifesto pubblicitario, svela bisogni assai confusi nell'orientare le scelte su cose la cui desiderabilità si apprezza in termini di ofelimità. 
Pareto ci ha insegnato che l'ofelimità designa la qualità fondamentale degli oggetti economici: cioè il loro valore non sempre corrisponde al beneficio che attendiamo dal loro uso. Ne consegue che il prezzo delle merci si stabilisce secondo il principio dell'ofelimità e non secondo la loro utilità.

In ogni caso, l’utilità del bene nel soddisfare un bisogno, indipendentemente dal fatto che il bene stesso lo soddisfi effettivamente, si esaurisce con la sua ofelimità per cui, sul piano dell'economia, quanto giunge sul mercato, prima di essere utile è ofelimo, cioè favorevole e idoneo per essere proposto in vendita. Il prezzo di un orologio svizzero può superare cifre di quattro o cinque zeri, quando, per conoscere l’ora, oggi, basta guardarla sul telefonino; un grammo di cocaina non ha prezzo per chi ne ha dipendenza e, a tutti è noto che la cocaina, oltre ad arrecar danno alla salute, produce guasti psichici e sociali incalcolabili. Il bisogno si misura in quanto si è disposti a pagare per ottenere ciò che è necessario o che si desidera. L'economia giocata sul desiderio, orienta le persone su mezzi creduti idonei per soddisfare bisogni inconsistenti; le persone sono incoscienti e sprovvedute quando seguono percorsi che si esauriscono nel consumare la cosa stessa per ciò che credono che sia capace di restituire; di contro le persone preparate, coscienti e consapevoli, prima di consumare, valutano i loro bisogni, indipendentemente dai desideri, sulla base del budget dedotto dal proprio progetto esistenziale, e, conseguentemente, orientano la scelta in senso efficace su quanto occorre al proprio percorso di vita.

18 dicembre 2013

All'alba della libertà

Basta produrre diritti peculiari a danno della comunità, e privilegi che abbattono la concorrenza nello scambio dei beni sul mercato.


E’ orribile vivere in uno stato che confonde l’etica col diritto.
Il solo fatto di enunciare un diritto alla vita è assassinare la libertà, una libertà che poggia su tre pilastri:
  • libertà di vivere,
  • libertà di intraprendere,
  • libertà di creare.
L'etica si fonda sulla libertà e non sul diritto che la spegne quando l'ordinamento dello Stato prevede che il cittadino debba conformarsi alla legge e non il contrario, quando sarebbe corretto prevedere che la legge debba accordarsi alle esigenze del cittadino.
Normale è pensare che le persone siano oneste e educate. 

25 settembre 2013

Azione e Responsabilità

Il circuito intercorrente tra Coscienza e Responsabilità non si esaurisce in un mero gioco d’Istinti governati dalla Raziocinio, ma in un orizzonte più vasto misurabile nel grado di Ragionevolezza con cui ognuno palesa la volontà di indirizzare le proprie tendenze.

La coscienza del rischio
Porto ad esempio tre Persone: un giudice, un militare e un imprenditore.
Viene spontaneo pensare che il giudice debba essere giusto, il militare forte e l'imprenditore prudente: in realtà giudice, militare e imprenditore devono praticare, tutti, le tre virtù.
Il giudice debole e imprudente pratica male la giustizia; il militare ingiusto e imprudente combatte male in guerra; l’imprenditore ingiusto e debole non ha certo le caratteristiche per tirare su un'impresa. Quanto alla Temperanza, si tratta di una virtù atipica perché è valida indistintamente per tutti specie nei tempi nostri, in cui sembra che l’esaltazione degli Istinti prevalga su quella dei Sentimenti.
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06 agosto 2013

La borsa del Papa

"Se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare  o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema
per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli".



... il rasoio, il breviario e un libro
Sull’aereo, durante il viaggio di ritorno dal meeting per la gioventù a Rio de Janeiro, Papa Francesco rispose alla domanda di un giornalista dicendo che la sua borsa non conteneva la chiave per attivare la bomba atomica, ma il rasoio, il breviario e un libro su Santa Teresina.
Già le sue scarpe suscitarono in me grande curiosità, tanto che il popolo cristiano sta già condividendo la nozione“Scarpe del Papa”; ora invece, la mia attenzione si sofferma sul rasoio contenuto nella sua inseparabile borsa di cuoio nera che lo accompagna sempre. 
Per quanto mi riguarda, quando viaggio, il rasoio sta in valigia nella borsa da toilette, e penso che la generalità dei viaggiatori abbiano la stessa abitudine, ma Papa Francesco, e non altri, sembra che non usi separarsi mai dal suo rasoio. E ce n’è ben donde: si tratta di un rasoio speciale giunto per via dello Spirito Santo dal Frate irlandese Guglielmo di Occam che, nel tredicesimo secolo, lo stese sul volto di tutti i filosofi della sua epoca. Pelo e contropelo.

04 agosto 2013

La dignità della persona

I Bisogni vanno considerati nel loro essere immateriali (Religione, Cultura e Società), strumentali (Occupazione e Salute) e materiali (Casa, Cibo e Tempo libero).

La dignità trae origine dalle azioni che i soggetti compiono per il soddisfacimento dei bisogni immateriali, strumentali e materiali. 
Ci sono delle disuguaglianze inique, economiche e sociali, che colpiscono milioni di esseri umani. contrarie alla giustizia, alla dignità delle persone, alla pace. Ma ci sono anche differenze tra gli uomini, causate da vari fattori che  contrastano con il principio che ciascuno riceva dagli altri ciò di cui ha bisogno, e che coloro che hanno « talenti » particolari li condividano con gli altri.(*) 

Tre assiomi per una pacifica convivenza umana

Nelle tre proposizioni che formano questo post, riassumo le basi senza le quali non è possibile formulare una teoria sociale volta a conseguire una qualità di vita
adeguata al livello scientifico e tecnologico raggiunto dalla umanità.

Solomeo
1. Si nasce liberi. Non si nasce col diritto di essere liberi! Se ho diritto, di essere libero, vuol dire che la mia libertà è strutturata secondo norme che esulano dalla deontologia e, allo stesso tempo, coatta a tal punto, che gli atti stessi, anche quelli senza rilevanza sociale, non sono più il prodotto di scelte personali ma forzature che offendono l’autonomia operativa che è il motore dell’autodeterminazione. 
In sostanza, nell'immanente, il costo sociale della libertà è costituito dai vincoli che i soggetti riuniti in società sono disposti o costretti a sopportare per la conduzione dell’esistenza volta ad ottenere cambiamenti sociali che siano realmente al servizio di ogni persona e di tutta la persona (*). Nel trascendente, c’è tutto il resto: la persona e la sua esistenza, e, senza alcun vincolo, la libertà, mancando la quale subentra la paura.

03 luglio 2013

Il primato dell’etica sul diritto

Lo Stato, quale oggi è configurato in Italia, è incapace di attivare tra i cittadini il senso di solidarietà; non propone rimedi efficienti; mette in atto interventi umanitari generici che non superano le barriere di un’assistenza sufficiente appena al sostentamento minimo vitale.

Esiste un ordine naturale delle cose? Se non esistesse dovremmo pensare che l'umanità sia il risultato di un lungo processo casuale che si concluse con la comparsa dell'uomo: unico ad essere capace di determinare un ordine proprio. Esisteva un ordine prima che l'essere umano comparisse? Secondo me, la natura era ordinata prima che l'uomo prendesse confidenza col fuoco e costruisse strumenti utili alla sua esistenza. Da più millenni, l'uomo ha la peculiarità di modificare la natura e, in molti casi, di sconvolgerla; di questa prerogativa egli ha – da sempre - il dovere di esserne consapevole.

A mio avviso, la consapevolezza, nella nostra epoca, si forma dall’essere, noi tutti, sottomessi  a vincoli socio-economici costituiti per la conservazione di equilibri nei rapporti interpersonali e associativi ma questi vincoli ostacolano l'esercizio di una volontà responsabile delle persone. L’etica agisce sulla coscienza e si codifica nei gruppi sociali attraverso regole, raccolte in codice, che trovano applicazione quando la volontà dei soggetti deviano dal retto percorso indicato dalla comunanza degli interessi.

15 giugno 2013

Pari opportunità

Occorre ricondurre il diritto sui danni effettivi provocati dai reati e sul risarcimento in termini penali ed economici derivanti dalla malvagità indipendentemente dal fatto che essa sia riconducibile ad un uomo o ad una donna.
 

Secondo me, le persone - tutte - devono essere aiutate nel riscoprire un orizzonte esistenziale nel quale esse possano cogliere le opportunità di realizzarsi. Ciò vuol dire "pari opportunità", ma non pari diritti. I diritti nascano dal saper cogliere le opportunità. Lo sviluppo del concetto porta a ricondurre gli atti umani alla morale tradizionale che considera la famiglia costituita esclusivamente da uomo e donna. Costoro abbiano la responsabilità di tutelare i minori sino al conseguimento dell'emancipazione ottenibile con l’esito del loro corso formativo.  Occorre anche ricondurre il diritto sui danni effettivi provocati dai reati e sul risarcimento in termini penali ed economici derivanti dalla malvagità indipendentemente dal fatto che questa sia riconducibile ad un uomo o ad una donna.  Non è necessario usare il termine di femminicidio. L’aggravante al reato deve essere valutata in ragione alla scelleratezza  usata nei confronti della vittima  sopraffatta dalla violenza e non al potenziale di forza fisica riferita alle persone coinvolte nel delitto. Fortezza e debolezza non hanno sesso! Insomma si vuol tornare a presumere che la donna sia debole per definizione?

07 giugno 2013

Dio e Uomo: Libertà e Dovere II

La Libertà e i vincoli che da essa derivano, pone l'Uomo di fronte alla scelta tra Dovere procurarsi le Risorse in esecuzione del Progetto sul proprio percorso di vita ed il Piacere di esercitare attivamente o passivamente ciò che procura Benessere ricavato dalle Risorse stesse.
Tra i due momenti esiste solo un confine tracciato soggettivamente, ma vissuto in modo drammatico dall'umanità sin dalla sua origine.

02 giugno 2013

Per qualche tempo ...

Per qualche tempo, quanto non so, sospendo la pubblicazione di post su questo blog.  Nel frattempo, seguirò i testi degli amici su Facebook. Qui non aggiungo altro, se non risposte a chi vorrà intervenire con un proprio contributo nel box sottostante il post che riterrà essergli congegnale Molti invocano da tempo una discontinuità! Mi associo e, in particolare io, ne aspetto una - gigantesca - dal lontano martedì 16 settembre 1947. 
Avevo 13 anni. Un motocarro passava sotto casa dove abitavo, con la mia famiglia, a Ferrara, in via Palestro. Un ex partigiano, in piedi sul pianale, annunciò, dal megafono, che, alle ore 16, sarebbe stata distribuita, lungo il Corso della Giovecca, partendo dall'angolo dei 4S (*), la copia della Costituzione secondo il testo appena approvato nell'ultima seduta dell'Assemblea costituente. All'ora prevista, mi recai sul posto. Con qualche ritardo e intrufolandomi nella ressa, riuscii ad avere una copia. Finalmente, dopo tanto parlare e tanto disputare portai a casa questa primizia. 

15 aprile 2013

Giuseppe Barnaba


Essere, Ricevere, Dare e Avere

In questi giorni, siamo preoccupati del prosciugamento  che s’affonda nelle nostre tasche per la perfida improntitudine di mascalzoni intrufolati nell’amministrazione dello stato, nel governo e nella miriade di organismi corporativi dove scialano tra connivenze, intrallazzi e parentele, esercitando forti pressioni sul parlamento per ottenere che le leggi siano conformi ai loro interessi particolari. Costoro hanno la mente offuscata da un'immagine di Stato falsa, ipocrita e classista e intaccano il patrimonio che produce il nostro guadagno, anziché trarre dal reddito dei contribuenti lo stretto necessario per la gestione dei beni e dei servizi da erogare secondo principi di efficienza. Regna ovunque grande la confusione nell'attribuire distinzioni tra beni pubblici e privati, tra ricchezza e povertà: la sensazione più diffusa è che chi, come noi che ne siamo fuori, ci sentiamo sempre più poveri e privi di mezzi per giungere alla fine  del mese. Il tessuto sociale si sfilaccia, mentre occorre riscoprire i valori senza i quali diventa insopportabile la convivenza tra le persone.
A mio parere, questi valori si ritrovano col coniugare con adeguata ragionevolezza i verbi segnati nel sottotitolo di questo post: Essere, Ricevere, Dare e Avere.

07 aprile 2013

Popolari e democratici

Oggi, su il "Legno Storto", leggo, sotto il titolo di "Prediche inutili" la notizia che: "In questi giorni è stato tradotto in cinese e distribuito in Cina il “breviario liberale”, pubblicato dieci anni fa. Questo libricino, di un centinaio di pagine, è stato tradotto in tedesco, in rumeno, in spagnolo, in russo ed in molte altre lingue, così riferisce il Corriere della Sera, in un trafiletto. Si tratta di un testo che contiene idee molto corrosive per qualsiasi ideologia totalitaria. Vi è un florilegio di citazioni di autori liberali che accompagnano le considerazioni di Dario Antiseri, filosofo popperriano. Ricordiamo che è per merito di Antiseri se abbiamo conosciuto il libro di Karl Popper “La Società Aperta e i suoi nemici”, per troppo tempo tenuto nascosto dal conformismo imperante della repubblica postfascista".
 Ma cosa è questa idea liberale? Scriveva Luigi Einaudi: “Liberalismo […] è quella politica che concepisce l’uomo come fine. Si oppone al socialismo il quale concepisce l’uomo come un mezzo per raggiungere fini voluti da qualcuno che sta al di sopra dell’uomo stesso, sia esso la società, lo Stato, il governo, il capo”. A propria volta Ludwing Von Mises ha lapidariamente affermato: “Solo l’individuo pensa, solo l’individuo ragiona; solo l’individuo agisce”.
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30 marzo 2013

Le scarpe di Van Gogh e di ...


Le idee diventano pericolose quando esulano dal ristretto
campo delle competenze di chi le proclama.

Le scarpe di Van Gogh
Se il soggetto della figura accanto fosse osservato col significato attribuitogli, e il messaggio derivasse dall’ordine logico nei rapporti tra l’osservatore che ragiona con  le cose  e con le circostanze attinenti a quanto l'immagine suggerisce di vedere, Heidegger avrebbe semplicemente dedotto che le “scarpe” figuranti  nei  dipinti di Van Gogh – non quelle indossate dal pittore da vivo - sono opere di grande pregio artistico, cui corrispondono  esagerate valutazioni commerciali. Le cose esistono col nome che il nostro intelletto individua tra i nomi che hanno il significato definito e condiviso da tutti coloro che parlano lo stesso linguaggio.  Le cose senza nome non esistono e all’apparirne di nuove, nuovi saranno i loro nomi purché, in effetti, le cose lo siano effettivamente e solo quando non preesista alcun termine per definirle.  Il grande rilievo del capolavoro in esame, nasce dalla bizzarria  dell’artista nel scegliere un soggetto così meschino, e tocca un discorso estetico che principalmente interessa i critici d’arte, i collezionisti, le case d’asta e i visitatori dei musei.  Il capolavoro  tale rimarrebbe anche se il quadro fosse distrutto e se ne conservasse una fotografia: le scarpe di Van Gogh, intese come dipinti, non le scarpe a chiunque appartengano, e nemmeno i quadri formati dal telaio, dalla tela e dai colori cosicché rimanga solo l'idea trascendente sopravvissuta alla scomparsa della materia usata per produrli.  Si ripresenta violento il dilemma tra Parmenide ed Eraclito. L'Essere prodotto dal Divenire o il Divenire insito nell'Essere?

15 marzo 2013

Dialogo tra tastiera e monitor


Cartello postato da Butterfly 
Senza dubbio, la tecnologia, oggi, ci consente di avvicinare una realtà virtuale in forma spettacolare e tale da essere inconcepibile solo qualche anno fa. C’è da chiedersi se la virtualità sia ancora perfettibile, e, al riguardo, constatiamo che, se qualche miglioramento potrà essere ancora ottenuto nella forma, quello dei contenuti non sorpasserà l’immaginazione dei favolisti d’un tempo e dagli autori di fantascienza di ieri. Ne consegue che il difetto non sta nella virtualità, ma nella rappresentazione che, in effetti è quella di sempre, peraltro viziata dalle incertezze del tempo contingente. La cultura che scaturisce dalla volontà delle persone, dà  un'impronta agli atti, e qui chiedo, quale rapporto umano possa germogliare dalle minuziose rappresentazioni in 3D in cui il più piccolo particolare si sperde in un immenso disordinato e privo di senso?

14 febbraio 2013

Orientare la volontà sulla via del Destino?

La percezione della libertà scaturisce dal modo secondo il quale riusciamo a sottrarci dai Fatti contingenti per dedicare più tempo sul tracciato del Progetto. (*)


Il male è il fattore distruttivo della libertà. Intendere la libertà come autodeterminazione, significa che l’uomo è libero di fare il bene o fare il male, mentre – in realtà – nell’agire, non gli è possibile seguire una linea di rigorose certezze. Infatti, nel fare, non è in grado di sapere se fa bene o fa male e quindi agisce con minore o maggiore ragionevolezza in base alle sue conoscenze e capacità operative.
L’esito d’ogni atto è conseguente alle attese che saranno tanto più accettate, quanto più esse saranno soddisfatte, perché è bene, se i risultati corrispondono alle aspettative, e male, in caso contrario. Nell’alea del progetto sono compresi gli accadimenti non controllati dall’agente; ne consegue che, in senso generale, l’uomo, pur libero di fare, non è arbitro del proprio destino.
E il destino dell’uomo non dipende nemmeno dalla natura, perché l’uomo stesso vive in essa come attore, n’è coinvolto e ne fa parte.
C’è solo da chiedersi se la natura eserciti un dominio su tutto ciò che fa o se proceda secondo un destino ineluttabile.

12 febbraio 2013

La potenza della rinuncia


Ogni corso generazionale è caratterizzato da una Follia intesa come spazio dove i folli sguazzano. L'invadenza di costoro appare dal modo di essere Uomo, SantoIdeatore, Artefice o Guerriero e dal modo di gestire un loro corso accompagnato dalle ideologia che segnano il cambiamento che essi impongono. 
Ho accennato a questo concetto nel post intitolato a Flagias, noto nell'antichità per avere incendiato il tempio di Apollo, e ora ne ripropongo la lettura per osservare, oggi, quali siano i folli persistenti nel mantenere le cose come stanno, quelli che pretendono di cambiare menando proteste ma lasciando a casa le idee, quelli che impongono una loro volontà di cambiare solo per l'élite di appartenenza a danno degli altri, e, infine, quelli che si fanno carico degli errori del passato e pretendono che tutti si adeguino perché tutti possano godere di opportunità per migliorare la qualità della vita.
Tali sono i miei pensieri in ogni occasione di campagna elettorale e, in particolare anche in questa dove, come al solito, compio i raffronti tra i candidati concludendo che Berlusconi è ancora la persona giusta per il posto che riterrà giusto se l'esito elettorale gli concederà di governare con maggioranza sicura.

11 febbraio 2013

Si nasce liberi

Alla “Vita in diretta” su RAI 1, qualche giorno fa, ho assistito all’intervento di don Mario Pieracci durante il quale ha manifestato argomentazione contrarie alla istituzione dei diritti civili per le coppie gay. Oltre a quanto ho percepito dal suo dire che pienamente corrisponde  alle mie convinzioni, penso di aggiungere queste mie considerazioni per  adottare uno schema mentale coerente per trattare temi di etica nei rapporti tra le persone interagenti in natura. Oggi, tempo in cui la coscienza viene confusa con la scienza, è necessario ribadire che ogni decisione operativa nasce  dall'immanenza dei fatti che hanno diretta correlazione con la natura, secondo una dinamica insita in un processo coinvolgente i sentimenti e che termina, appunto, con il compimento dell'atto. Ideare, pensare di fare, nonché l'intero processo decisorio, costituiscono  un ordine trascendentale in continuo collegamento con lo scorrere dei fatti secondo la sequela osservare, credere, volere, potere e decidere.
Tale processo contraddistingue la creatività di ogni persona libera.

14 gennaio 2013

Risolvere un Conflitto secolare

Ho generato la formula per valutare se l’offerta politica PDL e quella del PD sia in grado di superare il conflitto tra impresa e lavoro. L’offerta degli altri partiti non ha pregi per essere valutata, essendo prevalentemente orientata alle ideologie dei secoli scorsi nel conservare gli interessi di banche, imprese, corporazioni e sindacati.



08 gennaio 2013

La lettera

Speravo che Mario Monti, col grande carisma che gode attraverso le cariche rivestite nel campo della politica, dell’economia e della finanza, potesse finalmente dare l’avvio al programma proposto reiteratamente da Berlusconi in diciotto anni di storia repubblicana.

L'Italia ha sempre onorato i propri impegni europei e intende continuare a farlo.
Così, il 25 ottobre 2011, iniziava la lettera del Governo presieduto da Silvio Berlusconi all’UE. L’impegno era costituito nel creare le condizioni strutturali favorevoli alla crescita e, al riguardo fissava in otto mesi l’obiettivo da raggiungere nel nostro paese, operando su quattro direttrici:
Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;
Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;
Entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia;
Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.
A tal fine aveva previsto la creazione delle condizioni strutturali per la crescita dell’intero Paese dovesse inevitabilmente passare per la revisione delle politiche di:

  1. promozione e valorizzazione del capitale umano; 
  2. efficientamento del mercato del lavoro;
  3. apertura dei mercati in chiave concorrenziale;
  4. sostegno all’imprenditorialità e all’innovazione;
  5. semplificazione normativa e amministrativa;
  6. modernizzazione della pubblica amministrazione;
  7. efficientamento e snellimento dell’amministrazione della giustizia;
  8. accelerazione della realizzazione delle infrastrutture ed edilizia;
  9. riforma dell’architettura costituzionale dello Stato.
Cosa è stato fatto da allora? Niente. Due mesi dopo Berlusconi deponeva le armi, non disponendo più della maggioranza in parlamento. Monti lo sostituiva ed emanava il decreto “Salva Italia” che ripeteva, a piè pari, gli impegni di Berlusconi. Cambiava il governo e, al contrario dello sviluppo, il cittadino, col nuovo, avrebbe percepito, come in effetti è successo, di essere sempre più oppresso con oneri impropri, e vessato da tasse che, anziché concretizzare espansione e tanto sospirato progresso, hanno ridotto in povertà famiglie che appena avevano raggiunto un accettabile tenore di vita: ora stiamo rivivendo un classismo anacronistico rispetto alla contingenza del nostro tempo.
Tra le otto politiche di revisione citate, la prima e più importante come quella costituita dalla promozione e valorizzazione del capitale umano, è stata del tutto ignorata.
Le cause dei nostri malanni sono armai note anche ai polli e, nonostante tutti le conoscano, l’azione politica ha occupato soltanto i soliti manovratori (impropriamente denominati tecnici) che continuano a sollazzarsi nella dialettica ideologica sul come, sul chi ha e sul chi non ha, che tangibilmente porta tassare la ricchezza di cittadini poveri, anziché quella dei ricchi, e conservare il patrimonio demaniale in stato di fatiscenza, anziché farlo produrre a vantaggio di tutti.
E’ successo perfino che, alla persona, continui ad essere negato, attraverso l’invadente intervento della burocrazia, il ruolo essenziale di promozione e sviluppo sociale ed economico per sé stesso e per l'altro; che gruppi d’individui seguitino ad alimentarsi attraverso il conflitto d’interessi disperdendo in privilegi cospicue risorse di lavoro e di capitale, e che, infine, ogni forma associativa prosegua nel vestire la forma di corporazione antidemocratica, venale e parassitaria ove lo scopo sociale consiste nel mero privilegio di appartenenza. Mi pare che, con la nuova stagione politica che inizia con la tornata elettorale del 24 e 25 febbraio prossimi, si debba comprendere che occorre porre in disarmo la molesta dialettica alimentata dalle ideologie arcaiche di destra e di sinistra che per troppo tempo hanno sostenuto la politica dello sfascio, per volgere l’attenzione solo ai fatti per costruire un nuovo percorso politico improntato al realismo per far conseguire - a tutti - i vantaggi di una qualità di vita compatibile con le conoscenze scientifiche e tecniche del nostro tempo.


Le fonti: -->
Lettera del Governo all'UE del 25 ottobre 2011
Decreto Salva Italia 
Manovra 2011