Formazione del killer umanitario |
La
consapevolezza della persona si forma nell’essere sottomessi a vincoli per la
conservazione di equilibri nei rapporti interpersonali e associativi. L’etica
agisce sulla coscienza dei singoli e si codifica nel gruppo attraverso regole
che, nel divenire non conformi ad esse, conducono all’espulsione.
L’etica diviene
tanto più complessa quanto più sono elaborate le conoscenze richieste per
l’esecuzione degli atti. Il codice etico non può prevedere doveri: gli atti
degli associati sono vincolati all’uso conforme di strumenti a regole
inderogabili di esecuzione. Chi non si adegua a queste regole esce dal gruppo:
l’associato di a dal gruppo A, l’associato b dal gruppo B …
Escono dai loro
gruppi, e mutano in persone nude di censo per unirsi ad altri che, soggetti ad
un ciclo di formazione o di aggiornamento, devono riqualificarsi per accedere
rientrare o cambiare gruppo.
E’ il caso di coloro
che debbono lasciare un'occupazione per fatti di obsolescenza, o per scarsa
competitività nel settore in cui operano: la causa sta nel non essersi adeguati o sono stati ostacolati nel cambiamento.
L’etica ha un valore universale e gli eventi storici confermano che le azioni umane si svolgono secondo principi che nascono dal diritto naturale che condizionano due istinti, l’uno riguardante tutte le specie viventi della natura, l’altra peculiarmente la Persona: il primo è l’istinto della conservazione della specie, il secondo, la coscienza di esistere che si sviluppa nel gestire le scelte per soddisfare i bisogni nei modi individualistici, comunitari e sociali.
Ora constatiamo che
gli uomini agiscono tra i cardini di una doppia cerniera attorno alla quale
l’accesso al soddisfacimento dei bisogni è ostacolato dall’osservanza di regole cogenti che fanno
scorrere la porta in modo corretto senza farla cigolare e bloccarla con azioni
ambigue nel decidere da quale parte sia da apporre lo stipite.
Questa porta è
incardinata all'ambiente che ci protegge dalla natura. Aprirla implica il fatto
che dobbiamo vestire abiti appropriati tanto per partecipare ad una festa
campestre col rischio di un temporale, quanto nell'operare in una centrale
nucleare, col rischio che troppo bene immaginiamo.
Abito: ecco il punto dal
quale iniziare per rendere sicura la nostra esistenza!
Abito non è solo il
vestito che ci protegge dal freddo, dal caldo, dal secco o dall'umido.
Oggi non
serve nemmeno esser vestiti per combinar disastri.
Droni e robot telecomandati
senza abito mentale umano ci terrorizza.
°°°
Io sono per il nucleare ma solo se il progetto e il percorso operativo sia condotto per l'intero ciclo di vita prefissato sulla base di conoscenze mirate alla necessità e alla sufficienza e non all'efficienza stimata in termini finanziari. La confusione tra fini stabiliti per necessità e sufficienza - e mezzi determinati dalla finanza e moneta, è la iattura che ereditiamo dai secoli del mercantilismo dominato dalle Nazioni più ricche perché "virtuose" nel sostituire il capitale al lavoro e alimentare il dumping sociale.
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