Aforismario |
Nelle azioni delle persone possiamo attribuire sei caratteri distintivi:
1. Modo, 2.
Mezzo, 3. Rischio, 4. Movente, 5. Portata, 6. Effetto.
12.1 Il Modo.
Goethe non mirava a definire i fatti,
riconducendoli al rapporto di causa-effetto, ma ad aprirsi allo spirito e all’anima che sono lo sfondo sul quale
poggia la sensibilità del corpo umano. Pertanto, se tutti agissero in modo
d'esser soddisfatti come “tu fossi una
qualsiasi delle persone coinvolte nella tua azione”, va corretto nel senso
che i fatti conseguenti all’azione debbano
essere ricondotti ad aprirsi allo spirito e all’anima dove tutti appaiono nello
scenario per essere “sé stessi”.
Così si abbattono ideologie e modelli ideati
per creare uomini adatti alle cose, mentre si valorizza la fenomenologia umana
che interagisce tra sé e con la natura quale appare connessa all’evoluzione
storica.
L’Uomo moderno non è l’uomo di Kant, né quello
di Hobbes né quello di Rousseau, come ho scritto da altre parti!
Il mio amico Pj Dik mi ha ricorda, in un suo
post, che l’uomo di oggi ha sei cappelli come quelli che figurano in uno sketch
di Dario Fo, nella sigla di Canzonissima di RAI 1 del 1962, dove un costruttore
edile si rifiuta di dotare di misure di sicurezza la propria azienda e lo supplicano:
1. Lo psicologo, 2. L’economista, 3. Il sociologo,
4. Il mediatore, 5. Il Giurista, sotto lo sguardo attento della 6. Signora
Dignità.
A questo punto, ritengo opportuno riscoprire i
principi basilari della morale che, per i cristiani, formano la giustificazione
degli atti umani.
Le virtù teologali sono tre: fede, speranza e carità.
La carità diventa amore, la chiave di volta della fede e la molla della speranza.
Se l'Amore comprende l’altro è bene, se comprende solo sé
stesso è Male.
12.2 Il Mezzo.
Il Mezzo
è con cosa si fa; operazioni elementari sulle cose da combinare per usare le mani
o uno strumento. La distinzione tra modo e mezzo è essenziale per intendere il
comportamento della persona giacché, per ottenere un fine buono, il senso
morale comune non consente la messa in opera di azioni cattive.
Due sono gli istinti: quello di combinare le
cose tra loro per ottenerne altre e quello di mantenerle tali perché il loro
uso risponde pienamente alle necessità contingenti.
12.3 Il Rischio.
Il Rischio
rappresenta il grado di sicurezza per conseguire il successo. Considerare l’azione
con i soli caratteri di mezzo e fine, nel senso che Machiavelli ha voluto dare
a questi termini, è definire troppo vagamente l’agire umano: perché il fine è
riferito al progetto e non all’azione. ma alla sequenza dei fatti, soppesando
la ragione in rapporto ai rischi sopportati.
La storia propone l'attenzione sugli atti
militari e politici, sottacendo quelli che hanno coinvolto direttamente le
persone, molte delle quali hanno subito più danno che beneficio.
La terribilità delle guerre e delle rivoluzioni e
le carestie che ne derivano sono spesso frutto della passione insita
nell'agire, piuttosto che la ragione nel considerare tutti i fattori che
concorrono a lenirne gli effetti. Le tattiche prodotte su strategie sbagliate
portano all'annientamento.
12.4. Il Movente.
Il Movente
riguarda la ragione dell'azione in operazioni necessarie allo sviluppo del progetto.
Qui si contrappone, in senso drammatico, la forza o la debolezza della Persona
singola che progetta il proprio percorso di vita col credere e sperare di
raggiungere liberamente la meta immaginata.
Sul movente s’impronta il discorso più difficile
per riportare alla ragionevolezza l’agire comune degli uomini.
Il movente di Robin Hood (Il nobile Robin, dopo aver combattuto
con Riccardo Cuor di Leone, diventa un fuorilegge, per difendere il proprio
paese dalle prepotenze dello sceriffo di Nottingham), di Ghino di Tacco[1] (Quiv’era
l’Aretin che dà le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte - Purgatorio
VI, vv. 13-14) o del Passator cortese (Portavoce degli scontenti, riuscì per
anni a tenere in scacco i governanti pontifici nei territori delle Legazioni),
non era economico, ma politico. Lo stesso può dirsi di Garibaldi (Ritentò
l’impresa dei Mille per la conquista di Roma, ma sull’Aspromonte fu bloccato
dall’esercito regio e arrestato. Liberato in seguito ad un’amnistia, trascorse
alcuni anni a Caprera ...) e delle brigate rosse o nere, perdenti o vincenti,
alle quali vorrei tranquillamente aggiungere quelle che si vanno formando tra i
no global ovvero tutti quelli che usano la violenza per opporsi o per ottenere
il cambiamento[2].
Inizio col considerare che il movente per Kant è l’imperativo secondo il quale si può agire solo secondo la massima che
potere e volere, al tempo stesso, è una legge universale.
Per Voltaire
l’imperativo diventa agire in modo da
considerare, l'umanità in sé stessa e nella persona di ogni altro, sempre come
fine e mai come mezzo e, Rawls,
giunge ad operare nel modo che, se tutti
agissero così in quella situazione, e tu fossi una qualsiasi delle persone
coinvolte nella tua azione, saresti comunque soddisfatto.
Sin qui il movente come ancora oggi sembra
inteso dai decisori politici. Costoro creano modelli secondo una ispirazione
ideologica, lo applicano immedesimandosi nei panni di chi opera e si dichiarano
“comunque” soddisfatti per gli effetti che ne scaturiscono. Oggi la
soddisfazione si misura col parametro del prodotto interno lordo (PIL) che si
manifesta col duplice volto di rappresentare la domanda globale dei prodotti e
quello dell’offerta complessiva degli stessi prodotti cosicché domanda ed
offerta risultino drogate dal vizio compulsivo di produrre per consumare, da
una parte e dall’altra produrre per ricavar profitti dal lavoro e dagli
investimenti, dall’altra. Dal movente PIL, ben poco c’è per ricavare benefici
dalle azioni qualificabili tra gli effetti menzionati al punto 6.
Si vedrà in seguito quanto poco possano essere
valutati in termini di “soddisfazione” i consumi dei lavoratori, come classe di
individui risparmiatori, prodotti da imprenditori alla mercé delle banche e dei
fondi di gestione degli investimenti.
La nostra civiltà occidentale, ormai estesa a
tutti gli esseri umani, è oggi fondata sull’idea che il benessere si misuri in
termini di cose da usare e consumare creando l’illusione che siano le cose
stesse a creare il benessere secondo la formula che prevede il consumo in
continuo aumento.
12.5. La Portata.
La portata può
individuarsi nel vantaggio o svantaggio del beneficiario che si individua in
queste cerchie:
a. Primo tipo: per sé stesso;
b. Secondo tipo: per le persone della famiglia
tipo: per persone con cui s’intrattengono rapporti sociali ed economici
diretti;
c. Terzo tipo; per persone con cui
s’intrattengono rapporti sociali ed economici diretti;
d. Quarto tipo: per persone del proprio clan e
di altre cerchie NON legate da uno specifico rapporto.
Credo che nessuna parte religiosa o ideologia
possa muovere osservazioni su queste doti che sono paradigmatiche negli
entourage che agiscono entro i confini della Portata di Terzo tipo, ma potrebbero essere condivise dall'umanità
intera solo che si potesse trasformare ogni forma sindacale o corporativa in
associazione volontaria togliendo le barriere che s’issano per coprire gli
interessi di parte. L’interesse è il principale ostacolo perché si
costituisca una coscienza consapevole che porti ad agire amorevolmente in 12.5.- Portata,
senza distinzione tra a) o b).
Bello è amarsi, bello è l’amore in famiglia,
bello è volersi bene tra i conoscenti, ma, meraviglioso sarebbe se la barriera
di sospetto che ci divide, si spezzasse per formare una coscienza universale
focalizzata sulla consapevole fiducia nell’altro senza conoscerlo.
°°°
Ma amarsi ed essere caritatevoli non risolve il
conflitto d’interesse che nasce dall’autonomia operativa dell’agente. Le
affermazioni di Kant, Voltaire e Ralws, erano e sono tutt’ora valide a
giustificare la violenza che lo scienziato compie sulla natura e sull’l’uomo
stesso, per aumentare la conoscenza e l’abilità tecnica che si rivela
necessaria per la sua stessa esistenza.
Talché, oggi, si pongono seri problemi per
delimitare l’indipendenza non solo dei singoli soggetti ma anche delle quella
delle stesse istituzioni nel raggiungere le mission statutarie.
Inoltre, l’agente non sempre opera nel sistema
umano per implementare il sistema stesso considerando la singola Persona come
soggetto, ma opera fuori dal sistema considerando l’intero sistema umano come
oggetto.
Ciò scritto nasce da un duplice conflitto:
quello della persona oggetto che vuol essere riconosciuta soggetto e quello
della società cui la persona appartiene per riconquistare la sua autonomia per
non farsi manipolare dal Leviatano.
Non si tratta di questioni di sovranità ma di
circostanze conflittuali d’interesse che non trovano soluzioni con le leggi
ordinarie, né con quelle costituzionali e né statutarie, ma di un ordine
superiore che solo un grande risveglio
potrebbe rendere evidente a tutti che stiamo sulla strada sbagliata.
Il conflitto nasce in noi stessi: inizia
quando intendiamo fare una cosa e indugiamo sull’opportunità di farla subito o
dopo. La coscienza è oberata nel trovare la giustificazione tra quella indotta
dalla ragione e quella sospinta dal desiderio e dalla passione.
Il percorso di vita è caratterizzato dalla
Passione dominata dal contrasto tra virtù e vizi che accompagnano la nostra
esistenza: le virtù sono la giustizia, la fortezza, la prudenza e la temperanza;
i vizi che inducono al peccato sono l'accidia, l'ira, la superbia, la gola, l'avarizia,
l'invidia e la lussuria. Questo è il primo assioma che porta ad essere vera la
necessità che tutti seguano una morale condivisa. Non c’è quiete in una
comunità quando nessuno segue la stessa regola nel determinarsi pigro o iperattivo.
12.6 L’Effetto.
L’effetto rappresenta
l’esito dell’Azione in termini di fattori psicologici, economici e sociali.
Effetti fuori campo di queste discipline, non interessano se non coinvolgono il
movente per cui l’azione è eseguita.
Credo che nessuna parte religiosa o ideologia possa
muovere osservazioni su queste doti che sono paradigmatiche negli entourage che
agiscono entro i confini della portata di terzo tipo, ma potrebbero essere condivise dall'umanità intera solo che si potesse
trasformare ogni forma sindacale o corporativa in associazione volontaria
togliendo le barriere che s’issano per coprire gli interessi di parte.
L’interesse è il principale ostacolo perché si costituisca una coscienza
consapevole che porti ad agire amorevolmente in 5. Portata, senza distinzione tra a) o b).
[1]
Bettino Craxi firmava con lo pseudonimo Ghino di Tacco i suoi articoli e i suoi
editoriali di analisi politica pubblicati dal giornale l'Avanti!, organo del
Partito Socialista Italiano (PSI) e arrivò a scriverne una biografia. Lo
pseudonimo venne preso come risposta adottando l'epiteto con il quale il
direttore de La Repubblica Eugenio Scalfari aveva spregiativamente accostato la
sua "rendita di posizione", nel quadro politico italiano, a quella
del celebre bandito medievale che, dalla rocca di Radicofani, calava sui
viandanti della via Francigena, allora unica via di comunicazione tra Firenze e
Roma (Wikipedia).
[2] L’ISIS è un fenomeno a sé e va valutato tra
quei raggruppamenti che, come secoli fa, hanno formato i Califfati, con la
sostanziale differenza che Colombo non aveva ancora scoperto l’America.
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