(Questo post sarà aggiornato e riproposto)
Si discute molto sulle prossime elezioni europee e su un referendum costoso ed inutile.
L'elettore, vale a dire tutti gli "io" chiamati a mettere la propria scheda nell'urna, si troverà - indipendentemente dalle idee politiche personali - in una posizione diversa in ragione al partito politico da scegliere.
Ora, riuscirà il PD, sotto la guida di Franceschini, a mostrare un ruolo politico aggiornato alle necessità del tempo e coerente con le risorse a disposizione?
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Penso che vi siano tre tipologie d'elettori: simpatizzanti di centro destra, di centro sinistra ed altri di una fascia indistinta di persone orientate verso formazioni movimentiste (federalisti, giustizialisti, nostalgici della prima repubblica) oppure propugnanti posizioni estremistiche anche al seguito di istinti sovversivi originati da ideologie defunte.
Ciò premesso, cosa offrono i politici all'elettore con la testa sulle spalle?
Diversamente dal passato, in tempi di consolidamento del bipolarismo, le scelte - oggi - si ripartiscono tra due partiti intorno ai quali girano in posizione contrasto una congerie di partitini che, per effetto della legge elettorale vigente, si raggrupperanno attorno ad uno o più leader che dovranno giocare il ruolo di prestigiatori ed illusionisti passando il tempo a negare ciò che affermano e ad affermare ciò che negano.
Queste elezioni sono caratterizzate dalla forte personalità di Berlusconi, il cui successo politico porterà - senza dubbio - a far superare la soglia del 40% al PdL. Il resto si distribuirà tra il PD e gli altri raggruppamenti di cui sopra.
Ciò premesso, in previsione - assai attendibile - che il PDL superi il 40% dei voti, ritengo formulare due scenari che si svilupperanno, a mio parere, attorno alla variabile critica della visibilità del PD come partito di opposizione.
- 35% al PD; 25% ad altri: chiaramente il PD consoliderà il distacco sulle altre formazioni e la sua leadership come partito di opposizione;
- 30% al PD; 30% ad altri: il PD rimarrà - come ora - un partito di sola protesta.
Riuscirà il PD ad abbandonare le vetuste ideologie che lo pervadono mettendo da parte - tra l'altro - la sterile diatriba tra fascismo e comunismo?
Ammessa l'esistenza di una coscienza comune, l'ordine sociale dovrebbe essere fondato su una virtuosa interazione:
tra chi opera per la felicità che si presume per tutti
e
chi opera lasciando libero ognuno di realizzarla per sé stesso.
A mio parere il ruolo del Partito Democratico consiste nello operare per la felicità che si presume per tutti come giustamente affermava Romano Prodi; ma sarebbe pericoloso che il Popolo della Libertà esagerasse nel lasciar libero ognuno di realizzarla per sé stesso.
Per ora va bene il PdL e chiaramente darò ancora il voto a questo partito, ma domani potrei ritrovarmi ad aver bisogno del Partito Democratico, oggi del tutto inesistente.
Sono Libero E Democratico, oppure Libero O Democratico?
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