Sempre attuale

Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

21 maggio 2006

Donchì! Dove sei?


.... ho urgente bisogno dei tuoi consigli! Qui, sembra, che tutti i nodi vengano al pettine!
Dallo scorso anno, dal mese di luglio, accade di tutto e di più!
I tempi sono maturi perchè si manifesti quella famosa follia che tutte le persone - di buon senso e di sani principi - attendono: un de profundis corale in memoria di coloro che si professarono e che si professano ancora comunisti, accomunati anche a chi, per sola opportunità politica, si dichiara essere ancora loro amico.
Questi individui hanno perso il lume della ragione, la loro estinzione è lenta e dolorosa e per questo esplodono con manifestazioni di violento maleficio seminando, ovunque operino, il terrore con l'uso spudorato della menzogna e dando un'impronta demagogica ad una proposta politica che porta a sovvertire l'ordinamento dello stato, dell'economia e della finanza.
Una cosa sola serve! Che il Parlamento riprenda il suo potere e ne suggelli la morte politica!
Non ti dico altro! Mi rendo conto che siamo al bivio: questo è da me percepito, come da sempre sai, sin dalla fine degli anni 40 dello scorso secolo.

Ferrara, martedì 16 settembre 1947
Avevo 13 anni. Un motocarro passa sotto casa dove abitavo con la mia famiglia. Un ex partigiano, in piedi sul pianale, annuncia, dal megafono, che alle 16 sarebbe stata distribuita, lungo il Corso della Giovecca, partendo dall'angolo dei 4S, la copia della Costituzione secondo il testo appena approvato nell'ultima seduta dell'Assemblea.
All'ora prevista, mi recai sul posto. Con qualche ritardo e intrufolandomi nella ressa, riuscii ad avere una copia. Finalmente, dopo tanto parlare e tanto disputare portai a casa questa primizia.
Dopo cena, con Papà e mio fratello, si iniziò a leggere l'art. 1 della Costituzione.

L'Italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro.(1)
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.(2)

Il testo risultava diverso da quello del progetto originario quale fu presentato dalla Commissione per la Costituzione alla Presidenza dell'Assemblea Costituente il 31 gennaio 1947 che recitava:

L'Italia è una Repubblica democratica.(1)
La Repubblica italiana ha per fondamento il lavoro e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all' organizzazione politica, economica e sociale del Paese.(2)
La sovranità emana dal popolo ed è esercitata nelle forme e nei limiti della Costituzione e delle leggi.(3)

Ne seguì una discussione dalla quale scaturì che da un testo dal quale figurava l'esclusione degli imprenditori, degli artigiani, dei commercianti e degli esercenti le libere professioni che, ovviamente, avrebbero dovuto rientrare tutti nella categoria dei lavoratori - pena la loro non partecipazione effettiva ... all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese - si era passati a fondare la Repubblica solo sul lavoro, spogliando il cittadino della sua propria personalità di lavoratore e valutandolo solo su ciò che produce in modo coatto sulla base di pianificazioni economiche e sociali.
La fondatezza di questa osservazione è avvalorata da quanto previsto dal Titolo I della Costituzione (artt. 13 - 28) dove i rapporti civili sono regolamentari non secondo il principio che consente al cittadino di esercitare la propria libertà laddove la legge non proibisce, ma secondo quello che lascia il cittadino sempre nel dubbio di commettere reati perchè l'azione che sta per compiere o non è specificatamente prevista dalla norma, oppure, se prevista, il caso suo presenta diversità che suscitano rischi preoccupanti nell'assunzione delle decisioni!
Queste sono considerazioni che oggi faccio ricordando che a Papà sembrava ridicola l'idea di una repubblica di tal fatta e che solo la demagogia comunista consociata alla nascente e già temuta omologazione a sinistra dei democristiani di Dossetti, poteva costruire.

Questo passaggio in peggio è documentato dal resoconto sommario della seduta della Commissione per la Costituzione di mercoledì 22 gennaio 1947 - Presidenza Tupini, dalla quale risulta che l'unica, logica e perfettissima formulazione dell'art.1 sarebbe stata quella di accettare la proposta di Togliatti:

L'Italia è una Repubblica democratica di lavoratori.(1)

La sua avrebbe portato l'Italia ed esprimere con più chiarezza la sua vocazione sovietica e ciò è dimostrato dal fatto che nello stesso anno 1947 URSS si era data una nuova costituzione riformando quella del 1936:

Articolo 1 - L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche è uno stato socialista degli operai e dei contadini.
Articolo 2 - La base politica dell'U.R.S.S. è costituita dai Soviet dei deputati dei lavoratori, sviluppatisi e consolodatisi in seguito all'abattimento del potere dei proprietari fondiari e dei capitalisti e alla conquista della dittatura del proletariato.

Rileggendo gli articoli 41 e 42 della nostra Costituzione, in modo subdolo e col diffuso principio di esaltare l'unico fattore di produzione riconosciuto, quello del lavoro, sugli altri che non risultano nemmeno nominati (terra, capitale e impresa), si ha proprio la conferma che la proprietà non è libera, ma vincolata al punto che, legalmente e con atti parlamentari, lo Stato può, di fatto confiscarla ai privati (come lo dimostrano gli annosi e non ancora sopiti tentativi di trasferire rete TV-4 di Mediaset sul satellite).
Art. 41 L'iniziativa economica privata è libera.(1)
Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.(2)
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.(3)

Art. 42 La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.(1)
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.(2)
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata per motivi d'interesse generale.(3)
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sulle eredità.(4)

Pietro Bondanini Roma 20 febbraio 2006

Forse la follia si sta proprio manifestando ..... Il Senatore Marcello Pera ha lanciato l'Appello per l'Occidente.
Siamo sotto elezioni politiche: nel centro destra stanno nascendo finalmente buone idee per riformare gli atti costitutivi degli stati al fine di riportare in primo piano la persona umana definendola come Cittadino che è soggetto di diritti e non oggetto dello stato!!!

Donchì! Dove sei? Fatti vivo, per favore!


Pietro Bondanini Roma 25 febbraio 2006
Rivisto e postato il 7 maggio 2006
Trasferito sul blog il 21 maggio 2006

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Temi di discussione
  1. Sei anche tu convinto che il cittadino, come persona umana, sia un soggetto di diritti tutelati dallo Stato, anzichè un oggetto da usare per i provvedimenti relativi all''organizzazione politica, economica e sociale del Paese?
  2. Pensi che sia necessario riformare, per intero, la Costituzione Italiana?
  3. Sono maturi i tempi perchè ciò avvenga?

E' anche interessante affrontare il problema procedurale della riforma.
Secondo me l'unica modo possibile sarebbe quello che il Parlamento formuli una Dichiarazione Costitutiva che stabilisce i diritti fondamentali della persona nel quadro degli elementi organizzativi essenziali che lo Stato deve assumere a tal fine.
Tale Dichiarazione dovrà essere sottoposta a Referendum popolare con contestuale nomina di una nuova assemblea costituente.

3 commenti:

  1. Dato che non mi sono mai occupato di politica non ho mai esaminato criticamente la nostra costituzione, tuttavia, leggendo il contenuto di questa pagina, ricordo vagamente ciò che papà diceva al riguardo. Lui misurava la costituzione su quella Svizzera (dove è nato e vissuto a Losanna sino al completamento dei suoi studi universitari) e il suo parere era negativo; di conseguenza, trovavo effettivamente ridicolo il fondare la costituzione sul lavoro.
    Poi direi che ultimamente l'ho apprezzata perché l'atteggiamento di Berlusconi, vuoi in buona, vuoi in malafede, ne ha messo in evidenza i moltissimi grandi pregi. Tu analizzi accuratamente le discussioni sulle scelte delle parole e metti in evidenza che in effetti si privilegia lo Stato rispetto all'individuo. Invece mi sembra che le parole scelte sono di grande equilibrio e di grande saggezza, visti gli inevitabili limiti dei vocaboli. Infatti non si può privilegiare l'individuo che come diceva Hobbes est homini lupus, non si può privilegiare lo Stato proprio per le ragioni che dici tu. E la nostra costituzione è molto rispettosa dell'individuo e della necessaria funzione dello Stato.
    Poi evidentemente gli atti li fanno gli uomini, e vi è sempre un inevitabile ma benefico margine di incertezza per orientare le scelte migliori a seconda le
    circostanze. Una costituzione non deve essere rigida.: D'altronde la costituzione italiana ha portato la nazione ad essere tra le prime del mondo, partendo da fanalini di coda. Va solamente ritoccata nei suoi aspetti procedurali e aggiornata, ma non certo stravolta. Le modifiche apportate da Bossi e Berlusconi devono assolutamente essere bocciate, la devolution è una costosa follia.
    Innanzitutto un corpo di polizia regionale rischia di trasformare l'Italia in una Jugoslavia, e non ha senso inserire ulteriori fratture nei nostri corpi di polizia. Poi la scuola deve essere una, un diploma di Palermo deve essere uguale a quello di Torino. OK solo per dare maggior peso alla storia regionale in funzione delle regioni, o a insegnamenti specifici alle principali attività della regione.
    Un presidente della repubblica eletto dal popolo è un'altra pazzia,ci possiamo facilmente ritrovare con un Mussolini o un Hitler, come mostrano i tristi avvenimenti dell'Iran e della Palestina. La costituzione va solo rivista nel definire meglio la delega alle realtà locali, e basta, altrimenti avremo tante Sardegne con Agenzia delle Entrate, folli spese gestionali in più e basta ( quell'ambizioso di presidente della Lombardia ha tentato di farsi un ministero degli esteri, con costose trasferte, quando basta far funzionare e metterla in condizione di funzionare la CCIA. Che poi politicamente si voglia dare più peso alla società o all'individuo è una scelta che devono offrire i partiti. Oggi si è visto l'assurdo che la destra ha fatto una politica demagogica di sinistra. .E'un sistema per consegnare il paese alle Vanne Marchi di turno.

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  2. Caro Pietro,
    solo questa sera ho letto, sul sito di Robinik, il tuo commento, successivo al mio, che è in sostanza questo tuo interessantissimo post.
    Sono "arrivato" molto tempo dopo di te ma le conclusioni sono le stesse: abbiamo una Costituzione un tantino (troppo) comunista.
    La nostra Repubblica è fondata SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SUL LAVORO.
    Per il resto - e questo se lo dovrebbero mettere in testa anche tutti i "fondamentalisti costituzionali" - la nostra costituzione RICONOSCE e garantisce i diritti e le libertà. MA NON E' ESPRESSAMENTE FONDATA SU QUESTI!
    Una persona, a commento di un mio post, mi ha scritto che è tramite il lavoro che si raggiunge la libertà. Ma secondo me non c'è niente di più sbagliato!
    E' la Libertà (la maiuscola è voluta) che permette al lavoro di "nobilitare l'uomo". E, per dimostrare questo, bastano pochi esempi.
    I cinesi hanno il lavoro, ma sono trattati come schiavi e non sanno cosa voglia dire Libertà.
    Anche in Russia, in cui fu applicata la filosofia comunista, si fece del lavoro una bandiera mentre con la Libertà (quella vera e non quella intesa dal comunismo) ci si pulirono i piedi (per non dir peggio). E si sa (è storia recente) come andò a finire.
    Infine non dimentichiamoci MAI che anche ad Auschwitz, sopra al cancello d'ingresso del lager nazista, c'era (e c'è ancora) scritto "Arbeit macht frei", ovvero "il lavoro rende liberi": un'oscena e macabra presa per i fondelli.
    Ma, a quanto pare, in tanti, troppi, tranne te e pochi altri, hanno dimenticato tutto ciò.

    Appena posso inserirò il link al tuo blog sul mio e su quello del Partigiano William (mio padre) e ti invito a farci una capatina.

    Ti saluto molto cordialmente.

    il miscredente

    P.S. - Nel frattempo, se tu non hai nulla in contrario e appena potrò, segnalerò e pubblicherò questa tua memoria storica sulla Costituzione anche sul mio blog.

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